Addio a Marcello Buiatti, genetista antifascista e ambientalista

L’intera redazione di greenreport si unisce al cordoglio per la perdita di un grande uomo e un grande scienziato

[30 Ottobre 2020]

Marcello Buiatti si è spento ieri all’età di 83 anni, lasciando famiglia e amici ma anche l’intera comunità antifascista, quella scientifica e quella ambientalista: tre dimensioni alle quali Marcello ha dato tutto sé stesso, ed entro le quali anche la nostra redazione ha avuto l’onore di potersi spesso confrontare con lui.

«Con Buiatti la Toscana perde non solo uno scienziato di valore internazionale ma anche – dichiara il governatore Eugenio Giani a nome di tutta la Giunta regionale – un uomo che non ha mai disgiunto l’impegno accademico e scientifico da quello politico e civile. Un impegno che, in più occasioni, si è incontrato con le iniziative della Regione sia sul fronte ambientale che su quello dello sviluppo sostenibile, del paesaggio e della qualità della vita in Toscana».

Un accorato saluto è arrivato anche da Bruno Possenti, presidente provinciale Anpi Pisa, che ne ripercorre il forte impegno antifascista: «Marcello Buiatti ci ha lasciato. Era nato a Firenze nel 1938. Durante l’occupazione tedesca, il padre, professore antifascista, era membro del CLN. La madre, ebrea polacca, era ricercata dai fascisti repubblichini. Visse da bambino un’esperienza che lo segnò per sempre. Venne a Pisa per gli studi universitari e si laureò in Scienze agrarie. Professore ordinario all’Università di Firenze per un trentennio, è stato uno dei più importanti genetisti della seconda metà del ‘900. È stato impegnato con ruoli di grande responsabilità nella politica e nell’associazionismo ambientalista. Da sempre antifascista, attualmente era membro del Comitato provinciale e Presidente della Sezione ANPI di Pisa. Nel 2008 fu tra i promotori del Manifesto degli Scienziati antirazzisti. La sua scomparsa lascia in noi tutti dolore e tristezza».

Come informa il figlio di Marcello, Marco, «vista l’emergenza sanitaria, la cerimonia funebre si terrò in forma strettamente familiare. Troveremo nel futuro un modo di commemorarlo insieme alle tante persone che gli hanno voluto bene».

L’intera redazione di greenreport si unisce al cordoglio per la perdita di un grande uomo e un grande scienziato. Lo ricordiamo ri-pubblicando l’ultimo articolo che ha regalato alle nostre pagine: Inizio e dinamiche della vita.  

Ciao Marcello, la terra ti sia lieve.

Nei primi periodi di formazione della Terra, il pianeta era continuamente colpito da fenomeni geologici e da meteoriti. La storia della vita sulla Terra sembra invece essere iniziata circa 3.8 bilioni di anni fa. I primi esseri viventi sembrano essere stati cellule procariotiche vicine agli attuali batteri, ma la vita di organismi multicellulari è nata oltre un bilione di anni dopo, e solo dopo 570 milioni di anni sono apparse forme viventi simili a quelle attuali: fra i primi sono stati gli artropodi, seguiti dai pesci a 530 milioni di anni fa, mentre le piante e le foreste sono comparse a circa 385 milioni da oggi. I mammiferi sono comparsi 200 milioni di anni fa e, fra questi, i primi esempi di umani circa solo 200,000 anni fa.

Contemporaneamente la Terra è andata cambiando, come cambiano in tutto l’Universo i “pezzi di materia” da cui in pochissimi casi – o forse soltanto nel nostro Pianeta – sono nati quelli che chiamiamo esseri viventi. Per quel poco che noi sappiamo, gli esseri viventi hanno quella che possiamo chiamare “attività”, e cioè la capacità di cambiare autonomamente e rispondere a cambiamenti interni o esterni. Nonostante su questi punti ci sia stato un qualche dibattito, generalmente basato su una qualche spiegazione spiritualista legata alle tante e diverse religioni, ben poco che io sappia è stato scritto su una reale “volontà” della materia inerte, capace però di una “nascita” anch’essa derivante da un qualche processo materiale che non conosciamo, ma certamente diventato da passivo ad attivo tutto a un tratto, intendendo per questo soltanto una risposta certamente non “pensata nel modo umano” ma semplicemente capace di reagire agli input esterni per semplici e automatiche risposte, come potremmo dire come esempio di un pallone da calcio che viene colpito e che risponde automaticamente ritornando così allo stato precedente.

Invece, sembrerà banale, ma solo nei viventi vi è la capacità di unire due diversi componenti (che chiamiamo A e B) per produrne insieme un altro “nuovo”, mentre ovviamente due non-viventi restano indipendenti uno dall’altro. In altri termini nel caso della vita i componenti A e B si possono incontrare e, in questo modo, potenzialmente produrre un insieme solo totalmente nuovo che permetta la costruzione di un organismo non precedentemente prevedibile a priori, che a questo punto possiamo semplicemente chiamare “vivo”.

Da tutto questo esce un concetto fondamentale che ci dice come un essere vivente è tale se costruito da un numero variabile di elementi diversi, che possono diventare però poi attivi qualora si siano connessi. Questo processo con queste regole è presente, anche se in modi diversi, in tutti i viventi; fra di loro e anche nelle strutture viventi. Per fare un esempio fra i più semplici, la formazione di colonie inizia generalmente da una sola cellula che si divide e le due che derivano dalla divisione non sono uguali ma differiscono (diversità) e immediatamente si connettono, ognuna delle quali poi si divide e diventano quattro – anche queste diverse e capaci di connettersi – aumentando quella che chiamiamo colonia.

Qualcosa di non tanto diverso è l’inizio e la formazione di un organismo anche molto grande come avviene negli animali e quindi negli umani, in cui un ovulo fecondato è costruito da due cellule diverse che appunto si connettono nello stesso organismo animale. Lo stesso esempio si potrebbe ripetere: una pianta viene anch’essa fecondata unendo il polline con la cellula presente nel pistillo, che incomincia a dividersi formando un seme che poi forma una pianta iniziando di nuovo e aumentando il numero di organismi, tutti in qualche modo connessi. Probabilmente il primo stadio fondamentale della domanda: “cos’è la vita?”, una domanda a cui molte persone hanno cercato la risposta e in particolare Schroedinger, che ha per primo provato (con successo) a rispondere.