Water and climate coalition: c’è bisogno di un’azione urgente e integrata per l’acqua

L'acqua è in prima linea nel cambiamento climatico e la massima priorità di adattamento

[3 Novembre 2021]

La Water and Climate Coalition  ha fatto il punto sulla situazione globale dell’acqua disponibile per l’umanità e ha ricordato: «Poiché l’aumento delle temperature interrompe i modelli di precipitazione e l’intero ciclo dell’acqua, il cambiamento climatico sta esacerbando sia la scarsità d’acqua che i rischi legati all’acqua. Attualmente, 3,6 miliardi di persone devono affrontare un accesso inadeguato all’acqua almeno un mese all’anno e si prevede che questo aumenterà fino a oltre 5 miliardi entro il 2050. Solo lo 0,5% dell’acqua sulla Terra è utilizzabile e disponibile come acqua dolce. Ma negli ultimi 20 anni, l’accumulo di acqua terrestre – tutta l’acqua sulla superficie terrestre e nel sottosuolo, compresa l’umidità del suolo, la neve e il ghiaccio – è diminuita a una velocità di 1 cm all’anno. Questo, dato l’aumento della popolazione e il degrado ambientale, ha enormi ramificazioni per la futura sicurezza idrica».

E’ partendo da questa scarsità globale sempre più evidente che i leader della Water and Climate Coalition hanno lanciato alla COP26 Unfccc in corso a Glasgow un appello urgente e unitario per «Un’azione integrata per l’acqua e il clima per sostituire l’attuale approccio frammentato e guidato dalla crisi».

Durante un evento, i leader della Water and Climate Coalition  hanno sottolineato «La necessità di una gestione integrata climatica e idrica, basata su una maggiore condivisione di dati e informazioni. Senza questo, sarà sempre più difficile rispondere alle domande su quando, dove e quanta acqua di quale qualità può essere fornita ora e in futuro per le persone e per un ecosistema planetario sano».

János Áder, presidente dell’Ungheria, la cui economia dipende fortemente dal Danubio e da altri fiumi, ha ricordato che «Senza dati validi, le politiche climatiche e idriche sono solo parole vuote. Un’azione efficace richiede conoscenza, la conoscenza richiede informazioni, l’informazione richiede dati».

Il presidente del Tagikistan, Emomali Rahmon, ha affrontato un altro tema che collega direttamente clima e disponibilità d’acqua: «I nostri ghiacciai si stanno sciogliendo rapidamente e ad oggi più di 1.000 dei 14.000 ghiacciai del Tagikistan si sono completamente sciolti. Negli ultimi decenni, il volume totale dei ghiacciai nel nostro Paese, che costituiscono oltre il 60% delle risorse idriche nella regione dell’Asia centrale, è diminuito di quasi un terzo». Per le regioni di alta montagna come l’Asia centrale, l’Himalaya e le Ande, lo scioglimento dei ghiacciai aumenta il rischio di pericoli legati all’acqua come frane e valanghe. A lungo termine questo significa una crisi della sicurezza idrica per molti milioni di persone e vasti ecosistemi. Date le gravi conseguenze, il Tagikistan ha proposto di proclamare il 2025 Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai e di creare un fondo per realizzarla.

Áder e Rahmon fanno parte dei 18 Water and Climate Leaders  che guidano la coalizione internazionale capeggiata dalla World meteorological organization  (WMO) da 10 agenzie Onu. Il gruppo Water and Climate Leaders comprende anche Past President della Repubblica delle Isole Marshall, Past Primi Ministri della Repubblica del Togo e della Repubblica di Corea, nonché rappresentanti di alto livello delle organizzazioni delle Nazioni Unite, della società civile, del settore privato e due giovani inviati. La WMO spiega che «La coalizione mira a realizzare un’agenda globale integrata per l’acqua e il clima, per sostenere un adattamento e una resilienza più efficaci e accelerare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 6 (acqua e servizi igienico-sanitari) e 13 (clima). Il mondo è seriamente fuori strada per raggiungere entrambi gli obiettivi».

Intervenendo al  summit di Glasgow, Barbara Visser, ministro delle infrastrutture e gestione delle acque dei Paesi Bassi, ha avvertito che «Il cambiamento climatico sta avvenendo ora e sta mettendo a repentaglio la pace, la sicurezza, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile globale. L’acqua è la chiave per ottenere un cambiamento reale e per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Aumentiamo e acceleriamo l’azione nel campo della governance, dei finanziamenti, dei dati e delle informazioni, dello sviluppo delle capacità e dell’innovazione per invertire la rotta e garantire un futuro sostenibile, senza lasciare indietro nessuno».

Il segretario generale della WMO, Petteri Taalas, ha aggiunto: «L’aumento delle temperature si traduce in cambiamenti delle precipitazioni globali e regionali, portando a cambiamenti nei modelli di pioggia e nelle stagioni agricole, con un impatto importante sulla sicurezza alimentare, sulla salute e sul benessere umani. Lo scorso anno ha visto una continuazione di eventi estremi legati all’acqua, che hanno ucciso centinaia, migliaia di sfollati e colpito milioni di persone».

Una delle principali priorità della WMO è il monitoraggio e la previsione dei cambiamenti del tempo, del clima e dell’acqua attraverso lo scambio di informazioni e servizi, ricerca e formazione, attraverso la cooperazione tra i servizi meteorologici e idrologici nazionali. In vista della COP26, il Taalas si è unito ai capi di altre 9 agenzie internazionali per lanciare un urgente invito all’azione.

Nel suo intervento, Mari Pangestu, managing director of development policy and partnerships della Banca Mondiale, ha fatto notare che «Nella lotta ai cambiamenti climatici, l’acqua è il grande connettore. Abbiamo bisogno di un’azione globale collettiva eccezionale e urgente per affrontare l’impatto combinato delle crisi a cascata che hanno colpito più duramente i poveri e i vulnerabili. Oggi, la Banca Mondiale si sta concentrando più che mai sull’attuazione. La gestione globale dell’acqua deve trasformarsi come parte degli sforzi complessivi per raggiungere uno sviluppo verde, resiliente e inclusivo».

Il settore privato  svolge un ruolo essenziale e secondo Matthias Berninger, senior vice president of public affairs & sustainability di Bayer, «“Per affrontare la crisi idrica a livello globale, ci sono tre aree di azione: primo, abbiamo bisogno dell’impegno del settore privato. Secondo, abbiamo bisogno di un’azione politica globale. Terzo, e soprattutto, abbiamo bisogno di una cooperazione ad ampio raggio. Abbiamo la responsabilità comune di far funzionare tutto questo. Se falliamo, non è solo un fallimento per noi, ma anche per le generazioni future».

E, a proposito di generazioni future, Lindsey Blodgétt, del World Youth Parliaments for Water, ha ricordato ai leader mondiali che «Quasi il 40% della popolazione mondiale è considerato giovane. In ogni conferenza, dialogo politico e decisione da prendere intorno al nostro bene più prezioso, la voce dei giovani conta. E’ quindi di vitale importanza garantire che il contributo e le voci dei giovani siano presi davvero in considerazione».