Nonostante la neve, la siccità persiste ancora in nord Italia

Anbi: «Unitamente all'efficientamento delle reti irrigue esistenti ed all'ampliamento degli schemi idrici, è prioritario aumentare la capacità di stoccare acqua»

[25 Gennaio 2023]

Dopo l’anno più caldo per l’Italia da oltre due secoli, che ha lasciato il Paese con 50 miliardi di metri cubi d’acqua in meno rispetto alla media storica, in questi giorni la neve è tornata a coprire anche l’Appennino ma ancora non basta per sanare il deficit idrico in ampie aree del nord Italia.

Il Consorzio nazionale dei consorzi di bonifica (Anbi) guarda ad esempio al territorio piacentino, dove i volumi idrici trattenuti nelle dighe di Molato e Mignano inferiori alla media, così come  le portate di fiumi e torrenti.

«Visti i valori attuali, addirittura peggiori rispetto a quelli del 2022, la preoccupazione è alta e quindi non posso che raccomandare alle imprese agricole la massima prudenza nella programmazione dei piani colturali, soprattutto se sprovvisti di fonti alternative come pozzi o vasche aziendali – spiega il presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, Luigi Bisi – Una buona pratica, che la Regione Emilia Romagna dovrebbe favorire, compatibilmente con le esigenze della salvaguardia, è quella di far circolare l’acqua nel reticolo secondario anche in inverno per ricaricare le falde, tenendo vivo l’ ambiente ecosistemico».

Basti osservare che negli invasi di alta val Tidone (Molato) e di Vernasca (Mignano) mancano complessivamente 3.800.000  metri cubi d’acqua, rispetto alla media degli ultimi dieci anni, mentre la portata del fiume Po si è attestata sotto al minimo storico mensile; in deficit sono anche il fiume Trebbia, il torrente Nure e le falde acquifere.

«La disponibilità d’acqua per l’irrigazione – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi –  non condiziona solo l’agricoltura, ma l’economia agroalimentare del territorio: pomodoro e mais sono il volano dell’economia primaria piacentina.  Per questo, unitamente all’efficientamento delle reti irrigue esistenti ed all’ampliamento degli schemi idrici, è prioritario aumentare la capacità di stoccare acqua, quando arriva, per distribuirla, quando serve. Dei 223 progetti già cantierabili previsti dal Piano Laghetti in tutta Italia, 40 sono ubicati in Emilia Romagna per un incremento di capacità complessiva, pari ad oltre 102 milioni di metri cubi, garantendo irrigazione ad ulteriori 68.367 ettari di campagna. La multifunzionalità di tali bacini garantirà inoltre  la posa di 57 impianti fotovoltaici galleggianti (potenzialità: Kw/anno 97.430.000) e la realizzazione di 12 centrali idroelettriche per una produzione stimata annualmente in 933.040 kilowattora».