Dispersione di acqua in rete è impressionante: 44,4% a Roma, 53,8% Rieti, 67,0% Latina, 75,4% Frosinone

Le captazioni di Acea mettono a rischio il Lago di Bracciano

Legambiente: siccità causata dai mutamenti climatici, ma non si fa niente per riparare acquedotti colabrodo

[16 Marzo 2017]

Legambiente Lazio lancia l’allarme: «Da metà gennaio le sorgenti che portano acqua a Roma e comuni limitrofi, sono in pesante diminuzione per portata, a causa di un inverno particolarmente asciutto. Per mantenere acqua nelle tubature di Roma e dintorni, secondo un vecchio accordo tra Acea e Ministero dei Lavori Pubblici, il gestore idrico può capitare acqua del Lago di Bracciano tra 1.000 e 5.000 litri al secondo in momenti particolarmente critici; ciò sta portando a una riduzione fortissima del livello di acqua del bacino lacustre, il cui valore ecosistemico è messo a grave rischio».

Ma il Cigno Verde sottolinea «l’assurda contemporaneità di tali captazioni, con una disperazione idrica altissima negli acquedotti del Lazio: secondo i dati di Ecosiatema Urbano 2016 infatti, l’acqua che si perde nelle tubature è il 44,4% a Roma, il 53,8% Rieti, il 67,0% a Latina e addirittura il 75,4% Frosinone. In pratica oltre la metà dell’acqua sorgente che entra negli acquedotti si disperde prima di essere utilizzabile per scopi antropici».

Il 14 febbraio, in un comunicato congiunto i Comuni rivieraschi di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano non nascondevano la propria delusione per la decisione di Acea ad andare avanti con le captazioni: « Dopo l’incontro dello scorso 27 febbraio, aspettavamo l’annuncio di una riduzione sostanziale della captazione della acque dal Lago di Bracciano. In questo senso, il gestore del Sistema Idrico Integrato non ha potuto fornire una risposta positiva».

L’ostacolo posto da Acea sono gli «Interventi da affrontare su altri acquedotti Regionali per diminuire la captazione dal Lago di Bracciano progressivamente dal mese di marzo sino a maggio. Questo tuttavia non garantisce con sicurezza, però, la diminuzione della stessa captazione nel periodo estivo, qualora questi acquedotti dovessero andare in sofferenza per esigenze legate alla siccità».

Almeno per ora, Acea continuerà a prelevare acqua dal Lago di Bracciano perché non può aumentare i prelievi da altri bacini idrici. mismo dei comuni sabatini: «Nessuna soluzione quindi e nessuna tregua per lo stato emergenziale della salute idrica – dicono i Comini – e soprattutto ecosistemica del nostro lago con tutte le conseguenze che ne derivano, dal danno ambientale, a quello infrastrutturale, turistico, socio-economico e archeologico».

I Comuni chiesto alla Regione Lazio di «intervenire nell’immediato con la convocazione di un tavolo tecnico per risolvere, sin da subito, tutte le problematiche che l’abbassamento de lago sta provocando sulle rive delle cittadine che vi si affacciano. La conferenza è stata chiesta al fine di individuare tutte le azioni congiunte utili ad impedire la compromissione della stagione estiva turistica, la sicurezza per balneazione e navigazione, oltre che per preservare sia l’ecosistema, i siti archeologici e ambientali. La collaborazione con la Regione e il tavolo tecnico affronteranno anche le problematiche legate agli effetti sulle infrastrutture costiere già rilevate dai Comuni rivieraschi»

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, conclude: «Mentre l’esistenza stessa del Lago di Bracciano è messa a dura prova dalle captazioni, è assurdo che non si stia facendo nulla per riparare acquedotti colabrodo che perdono più della metà dell’acqua sorgente immessa in rete. Stiamo assistendo ad una enorme captazione continua da oltre due mesi dell’acqua del Lago di Bracciano che causa un abbassamento senza precedenti del livello e ne mette a dura prova la biodiversità, il valore ecosistemico e le bellezze ambientali e paesaggistiche. Sembra però incredibile che mentre accade tutto ciò, continui la dispersione in rete di quantitativi allucinanti di acqua potabile a causa delle condutture vetuste, più della metà della risorsa idrica sorgiva entra nelle reti e sparisce negli acquedotti colabrodo. I gestori del servizio idrico non possono continuare a far finta di niente sfruttando la risorsa pubblica per eccellenza, in maniera così violenta. Peraltro la siccità di questo inverno è causata dai mutamenti climatici scatenati dalle emissioni di gas serra, dovremo farci sempre più i conti ed è quindi prioritario e fondamentale adeguare le condutture idriche, insieme ad un cambio degli stili di vita per evitare gli sprechi eccessivi di acqua: si calcola per esempio che la mancanza del doppio flusso di scarico dei gabinetti nelle sole scuole romane, provochi un’allucinante spreco di oltre un miliardo di litri di acqua all’anno».