La serra galleggiante toscana conquista il secondo posto al concorso Onu

Jellyfish Barge produce alimenti senza consumo di suolo, con forte risparmio di acqua dolce e uso di energia rinnovabile

[15 Aprile 2015]

La toscana si è aggiudicata il secondo posto fra i 5 finalisti del premio “UNECE Ideas for Change Award”, assegnato a Ginevra dall’Onu. Il progetto che ha portato la Regione ad un passo dalla vetta è Jellyfish Barge, la serra galleggiante del futuro che greenreport.it ha presentato qualche giorno fa.

Il lusinghiero piazzamento, annunciato ieri in tarda serata al Palais des Nations di  Ginevra dai delegati di 56 Paesi membri e da una giuria di esperti, è stato accolto con grande  soddisfazione dalla Regione Toscana, che ha cofinanziato il progetto insieme all’Ente  Cassa di Risparmio di Firenze, e che porterà la Jellifish Barge all’Expo di Milano come uno dei progetti innovativi sul cibo.

A vincere l’UNECE Ideas for Change Award è stato un altro progetto italiano, proposto da un’azienda siciliana con il Politecnico di Milano,  che punta a produrre fibre tessili dalle arance. Gli altri progetti provenivano da Spagna, Israele, Armenia e Moldova.

Jellyfish Barge è stata progettata per Expo 2015 e dal primo  maggio e fino a settembre sarà ancorata in Arno all’altezza del Ponte San Niccolò. La regione evidenzia che «è un manufatto d’avanguardia realizzato su progetto di Pnat Srl – Dispaa dell’Università di Firenze totalmente coerente con il tema dell’Expo, “Nutrire il pianeta, energia per la Vita”».

Jellyfish Barge è un sistema in grado di produrre alimenti senza il consumo del suolo, di acqua dolce e di energia chimica. E’ composta di un basamento in legno di circa 70 metri quadrati, che galleggia su fusti di plastica riciclati. Al di sopra viene montata una serra in vetro per le coltivazioni. All’interno – come spiega la scheda tecnica – un sistema di coltivazione idroponica garantisce un risparmio del 70% di acqua rispetto alle colture tradizionali, grazie al riuso dell’acqua. Grazie all’energia solare la serra è anche in grado di produrre acqua pulita (fino a 150 litri al giorno) da acqua salata, salmastra o inquinata. L’energia che fa funzionare Jellyfish è fornita da pannelli fotovoltaici, mini turbine eoliche e un sistema che sfrutta il moto ondoso per produrre elettricità.

Stefano Mancuso dell’Università di Firenze, leader del team che ha realizzato la serra,  sottolinea che «il secondo posto in un contesto mondiale è comunque un ottimo risultato, ma la nostra soddisfazione è ancora più grande perché  il nostro progetto ha riscosso l’apprezzamento della giuria, tanto che è stato accordato alla Toscana il “coaching trajectory”, supportato dalle Nazioni Unite, presso un celebre incubatore chiamato I3P (Innovative Enterprise Incubator), che si trova presso il Politecnico di Torino, e che è attribuito al vincitore e alla migliore proposta. Il fatto che  lo abbiano offerto a noi è davvero importante».