Quest’anno ridotte perdite idriche per circa 25mila mc d’acqua, ma resta molto da fare

In Toscana la siccità è la più grave da oltre 20 anni, e non migliorerà a breve

Monni: «Ci saranno scarse precipitazioni e temperature sopra la media anche per i prossimi mesi. Tutto questo aggraverà una situazione già emergenziale»

[23 Giugno 2022]

Per capire come far fronte agli effetti della crisi climatica in corso (anche) in Toscana, l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni ha fatto oggi il punto della situazione insieme all’Autorità idrica toscana (Ait) le Autorità di distretto, l’Anci, Upi ed Anbi, fotografando una situazione tutt’altro che rosea per quanto riguarda le riserve idriche ancora disponibili sul territorio.

«Purtroppo le scarse precipitazioni di questo anno stanno mettendo in crisi le nostre riserve di acqua – spiega Monni – e le previsioni meteo ci dicono che le ci saranno scarse precipitazioni e temperature sopra la media, anche per i prossimi mesi. Tutto questo aggraverà una situazione già emergenziale, come non vedevamo da più di venti anni. Solo grazie alla presenza dei due importanti bacini idrici di Bilancino e di Montedoglio nelle aree centrali della Toscana la situazione è meno grave che nel resto della Regione e la buona gestione di questa risorsa potrà garantire approvvigionamenti anche per il resto del territorio toscano».

Come aggiunge direttamente il presidente Giani, in Toscana «le condizioni di siccità sono simili al 2003 e il 30% delle falde idriche sotterranee sono caratterizzate da abbassamenti significativi con tendenza al peggioramento, ma al lago di Bilancino sono invasati al momento 65 milioni di mc e insieme al lago di Montedoglio, anch’esso molto carico, costituiscono le nostre riserve idriche più importanti in grado di garantire approvvigionamento ai vari territori».

La situazione resta comunque critica, come confermano anche le indicazioni ricevute dal Consorzio Lamma che ha registrato, nei primi mesi dell’anno, una forte riduzione dei fenomeni piovosi, anche rispetto al 2017.

In particolare è stata evidenziata una condizione critica sul Serchio, stabile del Grossetano, anche se l’Ombrone grossetano ha ormai un andamento simile ai periodi di luglio ed agosto degli scorsi anni, una tendenza pari al periodo siccitoso del 2017 del lago di Massaciuccoli, e per quanto riguarda l’Arno non è ancora arrivato ai livelli del 2012. I pozzi, nelle zone di Livorno, Grosseto, Pistoia si trovano in una situazione peggiore rispetto agli anni precedenti. Sostanzialmente per tutti i corpi idrici sotterranei si riscontrano criticità. Criticità maggiori nei territori costieri che attingono acqua dalle falde e nelle comunità montane perché si approvvigionano dalle fonti, mentre nei territori che attingono acqua dai bacini la situazione è meno grave.

Che fare dunque, nell’immediato? «La riunione – prosegue Monni –  è stata utile anche per definire alcune azioni da intraprendere per la gestione di questa situazione criticità e, insieme ad Ait e a Cispel, rappresentante dei gestori del servizio idrico, abbiamo condiviso la necessità di chiedere un ulteriore sforzo ai gestori per la stesura di un programma straordinario di ricerca delle perdite e di interventi di riparazione. Ridurre le perdite è una delle azioni più efficaci per risparmiare la risorsa idrica e questo lo abbiamo verificato in questo anno proprio grazie al grande lavoro svolto dai gestori che ci ha permesso di recuperare circa 25mila mc di acqua, metà del lago di Bilancino».

Un risultato oggi particolarmente prezioso, anche se resta ancora molto da fare. Secondo i dati comunicati proprio da Cispel, le perdite di rete in Toscana sono più basse della media nazionale (43,3%) e di quelle del centro Italia (48%), ma restano comunque molto significative, al 39,8%: significa che quasi il 40% dell’acqua potabile che consumiamo non arriva neanche ai rubinetti, ma si perde passando attraverso acquedotti colabrodo. Ecco perché gli investimenti del comparto dovranno crescere ancora.