Il dissalatore dell’Elba è sostenibile. Lo dicono gli esperti

Esperienze tecniche e scientifiche nazionali e internazionali a confronto

[25 Ottobre 2021]

Il 22 ottobre si è tenuto il forum online “Il dissalatore di Mola: sicurezza e sostenibilità”, quinta iniziativa del progetto di comunicazione “Prima l’acqua, per il territorio in sicurezza”, un focus sullo scenario generale della risorsa idrica in Toscana, con particolare riguardo al territorio della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba. L’intera campagna è promossa da AIT in collaborazione con ASA e col patrocinio di Regione Toscana, Confservizi Cispel Toscana, CNA Toscana, Confindustria Livorno Massa Carrara e Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa.

Al webinar hanno partecipato Alessandro Mazzei, dell’Autorità Idrica Toscana; Luca Lucentini, Istituto Superiore di Sanità, Francesco Cinelli, ex docente all’università di Pisa e tra i massimi esperti internazionali di posidonia, Umberto Bernola, direttore ATO Latina. Il forum è stato moderato dalla giornalista, Ivonne Carpinelli di Canale Energia e i relatori hanno analizzato il tema della sicurezza come cardine di sostenibilità nelle fasi di progettazione, realizzazione e vita degli impianti di dissalazione. Ne è emerso che «I dissalatori sono pienamente sostenibili con il territorio, l’importante è che vengano ben gestiti».

Mazzei ha evidenziato che «Nessuna attività antropica può essere a impatto zero. Per questo è essenziale analizzare in modo accurato e scientifico i possibili impatti e individuare preliminarmente le azioni da porre in essere per mitigarne gli effetti. Non possiamo più permetterci uno sviluppo che si disinteressi dell’impatto sull’ambiente, e in questo la scienza ci supporta e ci permette di progettare e realizzare opere che siano ecocompatibili e al servizio del territorio anche da un punto di vista socio-economico».

Lucentini ha affrontato il tema della rimineralizzazione dell’acqua osmotizzata dai dissalatori e ha sottolineato che «L’acqua deve essere sicura ma anche ricca di elementi minerali al fine di tutelare la salute dei cittadini. Per la rimineralizzazione è essenziale adottare processi che simulino quelli naturali. Ancor meglio è utilizzare acque provenienti non soltanto dalla dissalazione. L’ideale, infatti, è innestare gradualmente l’acqua dissalata per tenere sotto controllo il processo».
Si è parlato anche delle acque di miscelamento come quelle presenti nella piana di Mola all’Elba che sono ben mineralizzate, come indicano i campioni già analizzati, «Il cui utilizzo è una soluzione per l’isola, che non rende necessaria la realizzazione di impianti di trattamento per i pozzi. In questa maniera si evita di realizzare la sezione di mineralizzazione, con ridotti costi di gestione e di impatto ambientale per il mancato trasporto di roccia dolomitica».

Per Lucentini, «In linea generale, si può affermare che attraverso un processo controllato di mineralizzazione si ha un ottimo bilanciamento. Grazie alla nuova Direttiva europea, dal prossimo anno, il contenuto di sali minerali nell’acqua sarà notificato ai consumatori nelle fatture, con totale trasparenz»a.

Bernola, ha raccontato la sua esperienza come direttore dell’ATO Latina e ha parlato del percorso fatto da Ventotene e Ponza nell’ambito della dissalazione, evidenziando che «A causa della disinformazione, la realizzazione di un impianto di dissalazione è spesso accompagnata da ricorsi e ostruzionismo che come risultato hanno un controproducente disservizio e un costo per i cittadini. Il dissalatore di Ventotene permette un risparmio di oltre un 1 milione di euro l’anno che corrisponde all’1% di risparmio in bolletta per gli utenti di tutta l’ATO di Latina. L’impianto di Ponza porterebbe ad un ulteriore risparmio del 4-5% sulle tariffe. Ovviamente, la realizzazione degli impianti e la loro gestione deve essere basata sul rispetto dell’ambiente e sulla trasparenza». E su questo, Bernola ha evidenziato due punti che sta portando avanti come ATO: «Il primo riguarda la condivisione, in tempo reale, dei dati relativi alla rimineralizzazione a garanzia della qualità dell’acqua proveniente dalla dissalazione. L’obiettivo è anche testimoniare i risultati degli interventi correttivi fatti, su suggerimento dell’ISS, per migliorare la qualità dell’acqua che oggi è di buona qualità e mineralizzata. Il secondo punto concerne il monitoraggio dell’impatto ambientale. In collaborazione con l’Università La Sapienza, che è partita dalla “fase di bianco” pre-impianto, le performance del dissalatore di Ventotene sono costantemente controllate ed analizzate, in 5 anni di attività non sono state rilevate modificazioni dell’habitat marino».

Cinelli ha concluso sottolineando come, secondo la sua lunga esperienza di ricerca nazionale e internazionale, «Gli impianti gestiti correttamente non causano danni per il territorio che li ospita. Il caso delle Canarie è emblematico. In tema di posidonia, per tutelarla nel caso di impianti di dissalazione è importante, ove possibile, come nel caso del progetto dell’Elba, prevedere condotte che non scarichino la salamoia direttamente nelle praterie. Inoltre, come accennato in apertura, è essenziale prevedere e affiancare alle infrastrutture la ricerca scientifica; proprio in tale ottica, ASA e Università di Pisa hanno lavorato a un progetto pilota per individuare le metodologie migliori per la sua ripopolazione, ove necessario».