Goletta Verde: «In Campania cariche batteriche elevate per 14 campioni su 31»

Scarichi, foci di fiumi e torrenti, il deficit depurativo non risparmia nessuna provincia

[31 Luglio 2015]

Nonostante tutto, le analisi realizzate da Goletta Verde lungo le coste della Campania lasciano un po’di spazio all’ottimismo: «Su trentuno punti monitorati lungo le coste della Campania, 14 presentano un carico batterico elevato e per 13 di questi il giudizio è di “fortemente inquinato”». Ancora una volta foci di fiumi, canali e scarichi mettono a rischio non solo la qualità delle acque di balneazione, ma la stessa salute dei cittadini.

Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, presentando i dati ha detto: «Oggi presentiamo un bilancio da un lato non particolarmente negativo per la Campania, ma sono dati che non devono far abbassare la guardia. Quello dei servizi idrici è un settore vitale, ma che in Campania è in pieno caos, con il grave rischio tra l’altro di perdere fondi già disponibili a causa della mancanza di progetti. Il nostro appello alla nuova Giunta Regionale è quello di affrontare seriamente e con urgenza il tema della riorganizzazione dei servizi idrici. Così come da affrontare vi è anche l’attuale situazione dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania che purtroppo da anni non è posta nelle condizioni di assolvere al compito cui è preposta, spesso non riuscendo ad assicurare le attività essenziali. La Regione ha di fronte una sfida che non può perdere se davvero si vuole immaginare uno sviluppo diverso per questo territorio».

Gli ambientalisti fanno notare che «Se da un lato la situazione – complice anche la particolare capacità depurativa del mare campano – sembra migliorare rispetto agli anni passati, è evidente che la carenza depurativa e la gestione del servizio idrico in generale deve essere una delle priorità dell’agenda politica della nuova giunta regionale. Il rischio è perdere i fondi attualmente disponibili per la carenza di progettazione e continuare a pagare salatissime multe all’Unione Europea».

Infatti, nei confronti dell’Italia grava una procedura di infrazione che riguarda proprio la depurazione e la Campania è in cima alla classifica: a 108 su 151 gli agglomerati della Campania viene contestata la non conformità ai dettami della direttiva comunitaria sulla depurazione. Inadeguatezza che secondo i calcoli del Governo, comporterebbe, a partire dal 2016 e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, una multa di 21 milioni di euro all’anno.

Sia a livello nazionale che regionale alle criticità sul fronte della depurazione ha fatto seguito la nomina di commissari, la programmazione di risorse economiche ad hoc, fondi CIPE e Fondi Comunitari del Programma Operativo 2007-2013. Ma per il Cigno Verde «La situazione registra tuttavia criticità anche sul fronte della attuazione della spesa. Per far fronte alla prima condanna da parte dell’Ue del 2012, infatti, era stato stimato un fabbisogno per questa regione di circa 214milioni di euro e di questi la delibera CIPE 60/2012 ne stanziava circa 212 milioni (più altri 2milioni da altre risorse). Per ora sono state, però, sbloccate solo 3 opere per circa 38milioni mentre risultano bloccate altre quattro opere per un importo di 175milioni».

Secondo Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, «In Campania ancora una volta emerge l’esigenza di assicurare un’azione istituzionale coordinata e coerente per tutelare il mare e le aree costiere, nonché le importantissime risorse ambientali, sociali ed economiche ad esse connesse Le criticità evidenziate dal nostro monitoraggio sul fronte della depurazione non sono certamente nuove e gli stessi dati Istat (aggiornamento al 2012) evidenziano come la quota di carichi inquinanti civili trattati in questa regione è pari a meno del 60%. Non è solo la costa ad essere però in pericolo. Goletta Verde quest’anno sta inoltre portando avanti con forza la battaglia contro l’assalto all’oro nero, sia in mare che in terra, e ci sorprende che il neo governatore De Luca, dopo le recenti dichiarazioni contro le trivelle nella sua regione, non abbia aderito al “Manifesto di Termoli” al quale stanno aderendo sempre più regioni allo scopo di bloccare la deriva petrolifera del governo Renzi. Il nostro appello è quello di dimostrare un radicale cambio di passo rispetto al passato, per fermare il dissennato sfruttamento che per troppi anni ha colpito le eccezionali bellezze paesaggistiche, culturali e ambientali di questa terra».

Ecco nel dettaglio i campionamenti eseguiti lungo la costa campana:

18 i prelievi effettuati in provincia di Napoli, 7 dei quali con valori elevati di inquinanti e per sei di questi il giudizio è di “fortemente inquinato”. Si tratta dei campionamenti eseguiti allo sbocco del canale di Licola, a Pozzuoli; alla foce dell’alveo Volla a San Giovanni a Teduccio; alla foce del fiume Sarno a Castellammare di Stabia; alla foce del Lagno Vesuviano nel comune di Ercolano; al rivo San Marco di Castellammare di Stabia (corso Garibaldi); alla foce del canale Olimitello in località Maronti di Barano d’Ischia. Inquinato, invece, il giudizio per il prelievo alla spiaggia antistante il lungomare garibaldi di Castellammare di Stabia. Valori nella norma per gli altri prelievi effettuati in provincia di Napoli: a Mappatella Beach sul lungomare Caracciolo di Napoli; al canale di sbocco a mare del canale Fusaro di Bacoli; spiaggia di Alimuri a Meta di Sorrento; di fronte allo scarico presso il lungomare Marconi nel comune di Torre Annunziata; spiaggia sulla litoranea in località Ponte della Gatta a Torre del Greco; spiaggia Mortelle a Portici; spiaggia del porto di Procida; spiaggia lingua fronte Punta Lingua a Procida; spiaggia Maronti presso Olmitello a Barano d’Ischia; spiaggia Cava dell’Isola e spiaggia località La Chiaia di Forio.

9 campionamenti eseguiti in provincia di Salerno, 4 dei quali fortemente inquinati: alla foce del fiume Irno su lungomare Clemente Tafuri a Salerno; alla foce del rio Arena in località Ogliastro Marina a Castellabate; alla foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano; nei pressi del canale di scarico località Lido Lago a Battipaglia. Entro i limiti i campionamenti eseguiti alla spiaggia antistante via Mantegna sul lungomare Marconi a Salerno; alla foce del fiume Picentino a Pontecagnano Faiano (località Torre Picentino); alla foce del fiume Capodifiume a Torre di Paestum-Licinella a Capaccio; alla foce del fiume Solofrone ad Agropoli.

4 prelievi eseguiti nel casertano, 3 dei quali fortemente inquinati: alla foce della Fiumarella e alla foce del torrente Savone a Mongradone; alla foce del Regni Lagni a Castel Volurno. Nei limiti invece il prelievo effettuato alla foce del fiume Garigliano a Sessa Aurunca.