Il punto della situazione in occasione del ricordo dell’alluvione del 1966

Arno e dissesto idrogeologico, dalla Regione oltre 1 miliardo di euro di investimenti

Assessore Monni: “Lo faremo portando a compimento cantieri e progetti in corso e già finanziati per un totale di oltre 500 milioni, e aggiudicandoci i 534 milioni di interventi già proposti al Ministero”

[4 Novembre 2020]

Oltre un miliardo di euro. A tanto ammonta l’impegno che la Regione si è presa da qui al 2026 per la messa in sicurezza e la prevenzione delle alluvioni in Toscana. E che arriva dopo l’ulteriore miliardo, 100 milioni per 10 anni, investiti dal 2010 ad oggi per ridurre il dissesto idraulico e idrogeologico. I numeri li ha messi in fila oggi l’assessore all’Ambiente Monia Monni, in occasione del 4 novembre, drammatica data impressa nelle menti di tutti nel ricordo dell’alluvione del 1966 che distrusse la città di Firenze.

“La Toscana – ha ricordato l’assessore Monni durante oggi in un webinar che ha spaziato dall’alluvione del 1966 ai sempre più frequenti eventi meteo estremi – negli ultimi 10 anni, ha investito 100 milioni di euro l’anno per ridurre il rischio idraulico e idrogeologico, in un’epoca in cui i cambiamenti climatici sono evidenti e tangibili. Nei prossimi anni la Regione intende rafforzare questo impegno per la sicurezza dei nostri cittadini e delle aree produttive e per preservare il nostro patrimonio. Lo faremo portando a compimento cantieri e progetti in corso e già finanziati per un totale di oltre 500 milioni, e aggiudicandoci i 534 milioni di interventi già proposti al Ministero, da finanziare con il Recovery Fund e da realizzare entro il 2026. L’impegno sarà tenere insieme sicurezza, valorizzazione ambientale e paesaggistica e fruibilità. Torneremo a guardare i nostri fiumi non come elementi di ansia e preoccupazione, ma come luoghi di bellezza e vivibilità”.

Al webinar è intervenuto anche il presidente Giani: “Il ricordo dell’alluvione – ha detto – rimanda a uno dei momenti più drammatici per la Toscana. Nel 1966, l’Arno che allaga Firenze e il suo bacino colpisce la sensibilità dei toscani, degli italiani e di tutto il mondo. La memoria degli ‘Angeli del fango’, che arrivano ad aiutarci, è ancora parte della nostra storia e della nostra cultura. Ogni 4 novembre è una buona occasione per pensare all’impegno costante e agli interventi che possono prevenire le alluvioni e permettere una sempre maggiore difesa del suolo”.

Nei prossimi anni, è stato ricordato, saranno “completati gli interventi ad Arezzo relativi all’alluvione del 2019, a Grosseto, per il completamento della cassa di espansione di Campo Regio, a Livorno, per l’adeguamento del Rio Ardenza e del Rio Maggiore, a Massa e Carrara del Carrione e del Frigido, nella piana di Firenze, Prato e Pistoia, per la realizzazione delle cassa di espansione dei Renai e del Pontassio e delle arginature del Calice, in lucchesia e pisano, per l’adeguamento delle arginature del Serchio, nell’area senese-fiorentina, l’adeguamento del torrente Elsa e, nell’area fiorentina, il completamento delle casse di espansione di Figline, l’adeguamento della diga di Levane e la progettazione di quelle della Sieve”.

Per la messa in sicurezza dell’Arno i lavori già in corso hanno un valore di oltre 100 mln di euro e sono stati ri-avviati dal 2012, quando la Regione ha ripreso la competenza sulle misure per l’accelerazione della realizzazione degli interventi strategici, e stanno procedendo per stralci funzionali (come previsto dal Codice dei Contratti), cioè lotti funzionanti anche prima del completamento dell’intero intervento. Il più rilevante riguarda il sistema di laminazione di Figline, primo ‘scudo’ a tutela del centro urbano di Firenze permetterebbe sostanzialmente un abbattimento della portata di acqua in arrivo nel centro storico di Firenze di circa il 10%, minimizzando il rischio idraulico residuo.