Anche in Toscana c’è da fare per migliorare la qualità delle acque di fiumi e laghi

Tra i 229 corpi idrici fluviali monitorati, quelli classificati con una qualità ecologica elevata o buona nell’ultimo triennio di monitoraggio completato (2016-2018) sono poco più di un terzo

[4 Novembre 2021]

La qualità delle acque superficiali è valutata attraverso il monitoraggio di tratti distinti e significativi di fiume o lago (definiti corpi idrici) sulla base di quanto stabilito dalla Direttiva. Il miglioramento dello stato di qualità delle acque è uno degli obiettivi principali proposti dalla Direttiva.

La qualità dei corpi idrici è definita mediante due indicatori: lo “stato ecologico”, che esprime la qualità dell’ecosistema monitorando alcune comunità biologiche che lo popolano oltre alle caratteristiche fisico chimiche delle acque; lo “stato chimico”, determinato sulla base della concentrazione di sostanze chimiche inquinanti individuate dalla normativa.
Lo stato ecologico può essere valutato in cinque classi (elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo), mentre lo stato chimico in due classi, buono e non buono. La classificazione dei corpi idrici fluviali e lacustri viene effettuata con cadenza triennale e sessennale.

A livello italiano nel periodo 2010-2015 solamente il 43% dei corpi idrici fluviali monitorati hanno avuto una classificazione come stato ecologico “buona”, che costituisce l’obiettivo stabilito dalla Direttiva Europea delle acque.

Per quanto riguarda la Toscana, ARPAT mette a disposizione tutti i dati anno dopo anno, e quindi sono accessibili le informazioni a tre trienni di monitoraggio completi, 2010-2012, 2013-2015 e 2016-2018. ARPAT pubblica ogni anno anche un report sui risultati del monitoraggio.

In Toscana, nel complesso dei 229 corpi idrici fluviali monitorati quelli classificati con una qualità ecologica elevata o buona nell’ultimo triennio di monitoraggio completato (2016-2018) sono poco più di un terzo. Poiché Arpa Toscana mette a disposizione i dati aperti relativamente ai singoli bacini e corpi idrici, è possibile vedere l’andamento nel tempo per singolo bacino idrografico e corpo idrico.

Il bacino idrografico principale è quello del fiume Arno e dei suoi affluenti, per il quale solamente il 25% dei corpi idrici monitorati ha una classificazione per lo stato ecologico eccellente o buona. Peraltro sono ben il 37% i corpi idrici di questo bacino in qualità cattiva o scarsa.

Migliore la situazione della maggior parte degli altri bacini idrografici minori, il Serchio registra un 75% di qualità eccellente o buona, l’Ombrone grossetano il 37,5%, i bacini costieri (oltre il 40%). Il bacino del Versilia (Toscana nord) invece si attesta su un dato davvero minimo del 14% di corpi idrici classificati come “buono”.

Così come a livello italiano, dove al 2015 il 75% dei corpi idrici fluviali, per quanto riguarda lo stato chimico, erano classificati come “buono”, anche in Toscana, al 2018, la situazione è migliore, anche se in questo caso la percentuale di corpi idrici classificati come “buono” è solamente poco più del 62%.

Per quanto riguarda i laghi, monitorata in 27 corpi idrici, la situazione dal punto di vista dello stato ecologico registra 8 corpi idrici in qualità eccellente e buono nel 2018 (pari al 29,6%), con un discreto miglioramento rispetto al triennio precedente. Migliore la situazione anche per lo stato chimico con 21 corpi idrici classificati nel triennio 2016-2018 come “buono” (77,8%).

Marco Talluri, https://ambientenonsolo.com