Acqua per nutrire il Pianeta, ci vuole una buona gestione idrica in agricoltura

In Italia una gestione idrica efficiente porta benefici fino a 17 miliardi di euro in 30 anni

[1 Luglio 2015]

Dal convegno “Nutrire il Pianeta, acqua per la vita – La gestione della risorsa idrica strategica per la sostenibilità alimentare”, organizzato da Althsys e Irritec all’Expo di Milano, è arrivata la conferma che «La sostenibilità, ambientale ed economica, della produzione alimentare dipende, oltre che dalla disponibilità di terre, da un impiego efficiente delle risorse idriche, la cui quantità e qualità presenta criticità crescenti in molte aree del pianeta. La scarsità di cibo si accompagna, infatti, a quella di acqua ed una gestione moderna e sostenibile di questa risorsa è sempre più strategica per assicurare un’adeguata produzione alimentare».
Partendo dagli utilizzi agricoli, industriali e civili dell’acqua e del ruolo dei diversi attori lungo una filiera complessa, articolata e al tempo stesso interconnessa nelle sue diverse fasi,  il convegno ha affrontato il delicato tema della relazione tra i settori agroalimentare e idrico.

Secondo lo studio presentato da Alessandro Marangoni, coordinatore della ricerca e amministratore delegato di  Althesys, «L’impiego efficiente delle risorse idriche è in tutto il mondo tra i principali fattori chiamati a garantire la sostenibilità alimentare ed economica, specie nelle aree a maggiore rischio di siccità. Se l’Italia, per esempio, investisse nella gestione avanzata e sostenibile dell’acqua in agricoltura, potrebbe godere di benefici complessivi tra i 9,7 e i 17,3 miliardi di euro in trent’anni».

Secondo lo studio, «L’ottimizzazione nella gestione dell’acqua deve essere inquadrata comunque in una logica di sistema. Da un lato occorre considerare tutte le diverse aree di intervento e quindi i metodi irrigui (l’irrigazione a goccia e la microaspersione rispetto all’aspersione), i modelli gestionali a supporto agli agricoltori, le nuove tecnologie, come i sistemi di consegna automatizzati  e le reti di adduzione e distribuzione che sostituiscono i canali a cielo aperto più inefficienti. Dall’altro lato bisogna coinvolgere tutti i diversi stakeholder: aziende agricole, consorzi di bonifica, utilities, industria e istituzioni, al fine di definire politiche coerenti e coordinate tra tutti i soggetti e nell’obiettivo ultimo di premiare le produzioni più efficienti e a maggiore valore aggiunto».

Marangoni ha sottolineato che «L’acqua è un fattore cruciale per la competitività dell’agricoltura italiana, considerato che le produzioni irrigue costituiscono l’80% delle esportazioni. Il ricorso a politiche efficienti ed innovative nella gestione idrica consente notevoli benefici da un punto di vista economico, ambientale e sociale».