Acqua, dal Governo 2 miliardi di euro alle infrastrutture idriche

Utilitalia: «Colmare il gap infrastrutturale del Mezzogiorno per quanto riguarda il sistema idrico è una questione prioritaria e non più differibile»

[17 Dicembre 2021]

Nell’ambito dei fondi Pnrr, ha ricevuto il via libera un decreto del ministero delle Infrastrutture sugli investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico: assegna 2 miliardi di euro, di cui 900 milioni di fondi del Pnrr aggiuntivi e 1,1 miliardi di risorse a legislazione vigente per 124 interventi.

Si tratta di interventi volti a migliorare la sicurezza dei sistemi di approvvigionamento a scopo idropotabile e irriguo e comprendono opere per completare le infrastrutture per la derivazione, l’accumulo e l’adduzione dell’acqua, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, incentrando le risorse nell’area del Paese che ne ha più bisogno: il 40% degli investimenti è destinato infatti alle Regioni del Mezzogiorno.

È qui infatti che si concentra la maggior parte delle gestioni in economia delle infrastrutture idriche, ovvero dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico, investendo però 8 euro procapite l’anno contro i 46 rilevati per le gestioni industriali. In entrambi i casi l’acqua è “pubblica” o meglio un bene comune, ma l’efficienza nel suo utilizzo è molto diversa.

«Il Pnrr rappresenta un’occasione unica per il miglioramento del servizio idrico, e il lavoro del ministero si sta rivelando rapido ed efficace – commenta Michaela Castelli, presidente di Utilitalia – Si tratta di risorse fondamentali per aumentare la disponibilità della risorsa, ridurre gli sprechi e accrescere la resilienza delle reti rispetto ai cambiamenti climatici. Il Pnrr può aiutare a consolidare il processo di industrializzazione del settore, con l’obiettivo finale di migliorare i servizi offerti ai cittadini».

Non a caso la maggior parte degli interventi previsti è destinata proprio alle regioni del Sud: per Castelli «colmare il gap infrastrutturale del Mezzogiorno per quanto riguarda il sistema idrico, è una questione prioritaria e non più differibile: innescare una positiva dinamica di ripartenza economica e sociale del Meridione, ma anche a tutela dei diritti dei cittadini ad usufruire di un servizio di qualità uniforme su tutto il territorio nazionale».