L’imballaggio è difficile da riciclare? Il produttore pagherà di più

[29 Febbraio 2016]

Il contributo ambientale Conai che pagano i produttori di imballaggi per sostenere i maggiori oneri della raccolta differenziata potrebbe finalmente essere rapportata all’effettiva riciclabilità dell’imballaggio.

Il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) infatti ha spiegato nei giorni scorsi il progetto di diversificazione contributiva per gli imballaggi in plastica. Un passaggio fondamentale che vuole premiare l’impegno delle imprese per imballaggi meglio concepiti ai fini della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare.

Il nuovo Contributo Ambientale verrà modulato sulla base di tre parametri fondamentali: la facilità di selezione degli imballaggi dopo il conferimento per il riciclo, l’effettiva riciclabilità – valutate sulla base delle tecnologie disponibili industrialmente note – e il circuito di destinazione (domestico o commercio/industria).

Per arrivare a questo importante traguardo sono state analizzate circa 60 tipologie di imballaggi in plastica, e classificate quindi in tre categorie alle quali corrisponderanno altrettanti valori del Contributo Ambientale: godranno dei valori più bassi gli imballaggi maggiormente selezionabili e riciclabili, pagheranno maggiori oneri gli imballaggi più “difficili”.

L’implementazione del progetto maturerà presumibilmente entro 12 mesi, dopo il necessario adeguamento dei sistemi informativi ed un periodo di test per le imprese. I differenti valori del Contributo Ambientale verranno definiti dopo tale periodo, segnato da forte volatilità delle quotazioni delle materie prime seconde.