Unesco: «Competenze alfabetiche sono un fattore chiave per lo sviluppo sostenibile»

Oggi la Giornata mondiale dell’alfabetizzazione, ma l’Italia non se n’è accorta

In Europa 1 adulto su 5 non capisce le istruzioni medicinali. Italiani per il 70% analfabeti funzionali

[8 Settembre 2015]

L’alfabetizzazione universale rappresenta una della grande battaglie (per ora) perse dell’umanità. Tra gli Obiettivi del millennio che le Nazioni unite si erano date nel 2000 figurava quello di allargare a tutti gli esseri umani la possibilità di accedere a un’istruzione primaria. Entro il prossimo 31 dicembre i Millennium goals andranno rivisti, ma sappiamo già che quello dell’alfabetizzazione non è stato raggiunto: l’analfabetismo grava ancora sulle spalle di 757 milioni di adulti nel mondo, due terzi dei quali sono donne.

Il numero di bambini e adolescenti che non frequentano la scuola è in aumento (siamo a 124 milioni), e sono quasi 250 milioni i bambini che non hanno accesso ad un’istruzione di base. Si tratta di un problema enorme, concentrato soprattutto fuori dai confini del Primo mondo, ma che comporta sfide «anche per i paesi ad alto reddito», in quanto «secondo l’European literacy policy network 1 adulto su 5 manca delle competenze dell’alfabetizzazione di base per capire le istruzioni impresse su una ‘confezione di medicine».

Dati e precisazione arrivano dall’Unesco, ma l’Italia pare poco interessata ad ascoltarli. Il rientro degli alunni tra i banchi è alle porte, il dibattito sulla Buona scuola ha infiammato gli il Paese negli ultimi mesi, ma nessuno – non il governo, né il ministero dell’Istruzione – sembra accorgersi che oggi (come ogni anno) ricorre la Giornata mondiale dell’alfabetizzazione. Un evento celebrato sotto l’egida Onu dalla Cambogia alla Francia – dove è in corso il global meeting che riunisce più di cento tra rappresentanti di governi, ong e Nazioni unite –, ma non in Italia.

Eppure proprio in Italia il problema dell’analfabetismo è particolarmente pesante. Ormai la tecnica necessaria per “leggere, scrivere e far di conto” ha raggiunto la quasi totalità della popolazione italiana, ma le valutazioni precipitano quando invece di osservare il livello di istruzione formale si passa ad analizzare quanto le competenze acquisite siano state realmente assimilate. Come sappiamo dai risultati dell’ultima indagine Isfol-Piaac sulle competenze degli adulti (si veda in allegato), oggi oltre il 70% degli italiani non è in possesso delle «competenze necessarie minime per poter vivere e lavorare in modo adeguato al giorno d’oggi». Per fare un paragone con un altro Paese europeo, il confronto con la Finlandia è impietoso: dal 70% la percentuale di cittadini scende al (pur considerevole) 37%.

«Parliamo di casi di analfabetismo funzionale, o di illetteratismo, nei casi di persone che hanno avuto occasione di sperimentare un percorso scolastico, anche molto breve – ha contribuito più volte a chiarire sulle nostre pagine commenta Vittoria Gallina, esperta di educazione in età adulta e membro del think tank redazionale – ma hanno comunque una modalità estremamente ridotta di usare gli strumenti appresi».

Gli analfabeti funzionali, secondo i parametri Isfol-Piaac e dunque promossi dall’Ocse, in Italia sono schiacciante maggioranza. Quando si indaga sulle cause profonde dei ritardi italiani tendiamo a rimuovere questa dolorosa realtà, che sarebbe invece l’ora di affrontare di petto. Bassi livelli di alfabetizzazione, come ricorda oggi l’Unesco in occasione della Giornata mondiale, sono strettamente collegati ai livelli di disoccupazione, di criminalità, di malattie a lungo termine, di pregiudizi contro le donne. Gli analfabeti, funzionali o meno, non avendo strumenti adeguati ad interpretare la realtà che li circonda rappresentano inoltre un freno allo sviluppo sostenibile (e a un pieno compimento, aggiungiamo noi, della democrazia).

Non a caso, l’Unesco ha scelto di legare la Giornata mondiale dell’alfabetizzazione 2015 proprio al tema complesso della società sostenibili. «L’alfabetizzazione è un fattore chiave – sottolinea l’Unesco – per lo sviluppo sostenibile. Competenze alfabetiche sono il presupposto per l’apprendimento di una serie più ampia di conoscenze, abilità, atteggiamenti e valori necessari per la creazione di società sostenibili. Allo stesso tempo, i progressi nelle aree dello sviluppo sostenibile, come salute e agricoltura, rappresentano un fattore abilitante per la promozione dell’alfabetizzazione».

«L’alfabetizzazione, un diritto umano che aiuta gli individui e rafforza le società, ora come non mai è necessario nel momento in cui le Nazioni unite si preparano ad adottare una nuova agenda globale per lo sviluppo sostenibile», ha dichiarato il segretario generale dell’Onu, chiamando a raccolta «tutti i governi, rivolgendomi anche al settore privato, per unire le forze e promuovere l’alfabetizzazione universale come una componente essenziale per il futuro che vogliamo». Vista la totale mancanza di attenzione ricambiata oggi dal governo italiano, forse il messaggio non è arrivato… o qualcuno non l’ha capito.