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Tim Walz e quella capacità di convincere anche i più convinti sostenitori del fossile ad agire contro la crisi climatica

 |  Editoriale

Tim Walz? Il 71% degli americani non ne aveva mai sentito parlare o non sapeva esprimere un giudizio su di lui, stando a quanto rilevato da un sondaggio realizzato poco prima che Kamala Harris lo scegliesse come suo vice per la corsa alla Casa Bianca. Però, in determinati ambienti, il governatore del Minnesota era ben conosciuto. E stimato. Quali? Quelli in cui la crisi climatica non viene commentata con un’alzata di spalle, se non direttamente negata. Non a caso Donald Trump, per criticare questa candidatura decisa in casa Dem, ha parlato di un politico «radicale» e il suo vice J.D. Vance non ha trovato altri argomenti per criticarlo che questo: «Vuole rendere il popolo americano più connesso all’energia spazzatura invece che alla buona energia americana». Ovvero, la vecchia, cara, energia fossile.

E sì che argomenti per attaccare il sessantenne originario di West Point i Repubblicani ne avrebbero. Basta scorrere le sue «posizioni politiche» elencate nella pagina italiana di Wikipedia per farsi un’idea. Quelle riguardanti la cannabis, per esempio (sì all’uso ricreativo) o i diritti civili (sì al riconoscimento di matrimoni tra persone dello stesso sesso), l’aborto (favorevole), la vendita di armi (sì a una più rigida regolamentazione), l’istruzione (favorevole all’abbassamento delle tasse universitarie), l’economia (in caso di crisi bancarie, no ai soldi dei contribuenti utilizzati per il salvataggio degli istituti finanziari). Tra gli argomenti evidenziati dalla versione italiana di Wikipedia non ci sono riferimenti al suo impegno per la tutela dell’ambiente e di contrasto alla crisi climatica, contrariamente alla versione Usa della libera enciclopedia, che invece cita come elemento chiave del «piano di ripresa economica» per il quale si è battuto insieme ai suoi colleghi Democratici del Congresso la creazione di posti di lavoro «attraverso gli investimenti nelle infrastrutture pubbliche come strade, ponti ed energia pulita».

Che l’impegno di Tim Walz a difesa dell’ambiente rappresenti una sua caratteristica tutt’altro che secondaria lo dimostrano non solo gli attacchi del duo Repubblicano Trump & Vance, ma anche le parole di apprezzamento con cui le più diverse personalità e sigle ambientaliste e conservazioniste commentano la scelta operata da Kamala Harris. Al Gore, ex vicepresidente degli Stati uniti, premio Nobel per la pace (2007) e protagonista del documentario “Una scomoda verità“ in cui già nel 2006 si denunciavano i rischi del cambiamento climatico, scrive su X: «Ho visto Tim Walz in azione e ho lavorato con lui. È un leader comprovato in materia di clima e conosce la questione dentro e fuori. In quanto vicepresidente di Harris, le sue credenziali climatiche lo rendono una risorsa preziosa su una questione che richiede un’azione urgente se vogliamo costruire un futuro migliore per il nostro Paese». E la sua è una voce tutt’alto che isolata. 

Il Time, come titolo dell’articolo che gli dedica, sceglie di puntare su questa sua peculiarità: «Tim Walz sa come parlare di cambiamento climatico». Nel testo viene citata questa frase pronunciata dal numero due della Harris l’anno scorso all’Aspen Ideas Climate a Miami. «Se le persone pensano qualcosa, quella realtà percepita è la realtà, e in questo momento non stiamo facendo un lavoro abbastanza buono». Ovvero: «Non è sufficiente che le politiche climatiche siano positive per la società. I politici devono fare di più per spiegarlo e dimostrarlo». Un atteggiamento che, da governatore del Minnesota, Walz ha applicato costantemente, incassando importanti vittorie sul fronte ambientale, così riassunte dal Time: durante il suo mandato, lo Stato ha approvato una legge che impone ai servizi pubblici del Minnesota di generare il 100% della propria elettricità da fonti prive di emissioni di carbonio entro il 2040, ha dato priorità al trasporto pubblico e alle biciclette elettriche nel suo programma di trasporti da 1,3 miliardi di dollari e ha creato un programma di spesa per il clima da 2 miliardi di dollari che assomiglia all’Inflation reduction act con incentivi per tutto, dai pannelli solari sui tetti agli scuolabus elettrici. La rivista americana riporta anche un «consiglio» che Walz diede sempre nel corso del suo intervento all’Aspen Ideas Climate di Miami: «Se volete candidarvi a governatore non proponete una tassa sul gas e non costruite una linea elettrica. Entrambe queste cose sono incredibilmente personali per le persone e sono controintuitive». Però Walz ha saputo parlare con loro il linguaggio giusto e, sottolinea il Time, «alla fine ha ottenuto entrambe le cose e continua a godere di un indice di approvazione favorevole».

Che Walz saprà fare come e anche di più, sul fronte ambientale, di quanto ottenuto in questi ultimi quattro anni, è convinzione anche del Sierra club, la più antica e grande organizzazione ambientalista statunitense. Se all’indomani della rinuncia alla corsa di Biden aveva dichiarato che «l’eredità di Joe Biden come il più grande presidente per l'azione per il clima e l'ambiente è scolpita nella pietra», ora i conservazionisti eredi del naturalista John Muir dicono di «non vedere l’ora di fare tutto il possibile per sostenere la campagna Harris-Walz». Dice il direttore esecutivo del Sierra club, Ben Jealous: «Come la vicepresidente Harris, il governatore Walz sa che il cambiamento climatico è la minaccia esistenziale del nostro tempo. Durante il suo mandato al Congresso e come governatore, ha lavorato per proteggere l’aria e l’acqua pulite, far crescere la nostra economia basata sull’energia pulita e fare tutto il possibile per evitare il peggio della crisi climatica. La proposta Harris-Walz è quella che comprende la lotta che abbiamo davanti, non ha paura di affrontare il cambiamento climatico a testa alta e continuerà a basarsi sull’eredità dell’amministrazione Biden-Harris per andare avanti».

Walz non è insomma soltanto il maschio, bianco e di mezza età, con cui  i Democratici cercano di pescare voti in bacini più difficilmente raggiungibili dalla candidata presidente Harris. Eletto per la prima volta governatore nel 2018, come ricorda E&E news, la sezione dedicata ad energia e ambiente di Politico, Walz ha rapidamente iniziato a promuovere priorità come l’allineamento degli standard sulle emissioni delle auto del Minnesota con quelli della California e l’immissione di nuove risorse nelle infrastrutture idriche dello Stato. E poi, una volta riconfermato governatore, con i Democratici che hanno preso il controllo della legislatura dello Stato nel 2022, «ha contribuito a far approvare una legge sull’elettricità pulita al 100%, nuovi sussidi per i veicoli elettrici, consentendo la riforma per l’energia pulita e altre importanti mosse per ridurre le emissioni di gas serra dello stato». E ora «i democratici sperano che Walz aiuti in questa campagna elettorale a tradurre l’agenda del partito agli elettori bianchi e rurali che hanno continuamente abbandonato il partito». Un’ultima annotazione dell’analisi fornita da E&E news: Walz, che per 12 anni ha rappresentato un distretto rurale di tendenza repubblicana nel sud del Minnesota, ha una storia di proposte agli elettori scettici sull’azione per il clima. E una non comune capacità di far passare misure green senza perdere consensi e destreggiandosi tra pressioni e attacchi di varia provenienza. Non a caso, ricorda la rivista statunitense, dopo che i Democratici, nel 2009, votarono per il disegno di legge su clima ed energia denominata Cap-and-trade, o Waxman-Markey, è stato uno dei pochi democratici dei distretti rurali a sopravvivere alle elezioni di medio termine.

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.