[22/04/2011] News

Costa d'Avorio, la guerra civile rischia di diventare una crisi idrica e un'epidemia di colera

Ieri l'Unione africana ha tolto le sanzioni contro la Costa d'Avorio, ma la calma non è ancora tornata nella terra del cacao, dove si fa sempre più concreto il rischio di un'epidemia di colera. Le truppe del presidente eletto Alassane Ouattara non sono ancora riuscite a prendere il controllo di tutta Abidjan e ieri ci sono stati scontri con armi pesanti in mezzo alle case con gli ex miliziani di Gbagbo nel quartiere di Yopougon.

I ribelli stanno ora trattando con le Forces républicaines de Côte d'Ivoire (Frci) appoggiate dall'Onu e dai francesi. Dopo l'arresto di Laurent Gbagbo le sue milizie si sono date al saccheggio e continuano a scontrarsi con le Frci. I miliziani di Gbagbo chiedono l'immunità, altrimenti non deporranno le armi, altri chiedono di essere integrati nelle Frci.

Ieri le Forces républicaines di Ouattara hanno attaccato anche Abobo, dove è arroccato il generale Ibrahim Coulibaly, un ex sergente rientrato da un esilio durato una decina di anni, che ora si è creato un "regno" personale nei comuni di Abobo ed Anyama. Dopo essersi battuto contro le forse pro-Gbagbo si è offerto di servire il nuovo presidente Ouattara, ma le Frci lo considerano un lorio vecchio e sanguinario nemico e non ne vogliono sentir parlare.

In questa sporca guerra civile per il cacao e il potere che ci rimette sono i cittadini ivoriani che, dopo aver subito guerra e violenze ora rischiano una penuria di acqua potabile: stanno già scarseggiando le sostanze chimiche (cloro e solfati) usate per la depurazione. Intanto dal vicino Ghana giunge la notizia di un'epidemia di colera : 6 000 casi già censiti secondo l'ufficio Unicef per l'Africa occidentale e centrale. Ad Abidjan, la capitale economica della Costa d'Avorio, tra febbraio e marzo si sono già registrati almeno 515 casi di colera e 12c morti e nessuo sa se il colòera ciontinui a propagarsi.

«La situazione dell'acqua potabile è estremamente incerta e siamo sul filo del rasoio», dicono all'Unicef che insieme alla Croce Rossa ed alla Société de distribution d'eau de la Côte d'Ivoire (Sodeci), che rifornisce i centri urbani, sta tentando di trovare soluzioni e mezzi immediati e a medio termine per evitare una catastrofe idrica. Croce Rossa e Sodeci stanno cercando di rifornire di prodotti disinfettanti diverse zone di Abidjan e nel resto della Costa d'Avorio.

Man, una città nell'ovest del Paese, è uno dei centri più a rischio: le attuali riserve di prodotti per trattare le acque saranno sufficienti fino a fine aprile e le sue 14.000 famiglie collegate alla rete idrica (ognuna delle quali ha in media 15 utilizzatori) rischiano grosso. C'è poi un altro rischio: l'acqua potabile dei rubinetti viene rivenduta a chi non ce l'ha e se è infetta il colera si diffobnderà anche in altre zone.

Normalmente i prodotti per il trattamento delle acque vengono inviati in Costa d'Avorio dall'Europa, ma ora le forniture sono bloccate e il centro logistico della Sodeci, nel quartiere di Adjamé ad Abidjan, è stato saccheggiato di tutto il materiale, compresi i computer.

La Sodeci dice che se le riserve di sostanze chimiche non verranno ricostituite in breve tempo, dovrà cominciare a razionare l'acqua: 6 o 7 ore al giorno invece delle attuali 22 ore. L'Unicef sta tentando di far arrivare cloro e solfati attraverso il nuovo porto di San Pedro, ma ci sono ancora enormi problemi per il trasporto e soprattutto di sicurezza: recentemente è stato fermato e rubato un camion che trasportava un carico per l'impianto di trattamento delle acque di Duékoué, una città nell'ovest del Paese.

L'agenzia stampa umanitaria dell'Onu, Irin, spiega che «Il cloro è estremamente infiammabile e le grandi quantità di cui ha bisogno la Costa d'Avorio non possono essere trasportate in aereo».
L'Unicef ha già iniziato a trattare dei pozzi familiari ed ha lanciato campagne di sensibilizzazione per spiegare come sanificare l'acqua da soli, con quello che hanno a disposizionee con la tecnica della disinfezione solare. A marzo l'Unicef ha sanificato i pozzi di Bouaké che forniscono acqua potabile a 250.000 persone.

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