[21/04/2011] News

Dopo il tentativo di bloccare il referendum sul nucleare, ora il Governo “mette le mani sull’acqua”

I temi su cui sono chiamati ad esprimersi i cittadini nel prossimo giugno, attraverso i quesiti referendari,  sono di grande rilievo. Il referendum è di natura abrogativa ma dalle urne, qualora venisse raggiunto il quorum, scaturirebbero indicazioni importanti per la politica energetica del nostro Paese e per la gestione di una risorsa fondamentale, definita appunto bene comune, come l'acqua.

Naturalmente queste indicazioni avranno anche conseguenze economiche con molti interessi in gioco, quindi il governo, dai cui provvedimenti (decreti legislativi) è scaturito il ricorso all'"arma" referendaria, annusata l'aria poco favorevole del dopo Fukushima, sta tentando di mettere il "silenziatore" al popolo, la cui sovranità è richiamata frequentemente dall'esecutivo ed in modo particolare dal suo "capo".

Ma in questo caso non fa comodo, è meglio che i cittadini non si esprimano e quindi prima si prova a bloccare con un "aggiustamento" (emendamento al decreto Omnibus al Senato) il referendum sul nucleare (lo scippo non è ancora conclamato visto che si devono pronunciare un ramo del Parlamento e la Corte di Cassazione) e ora si sta "lavorando" per fermare il referendum sull'acqua. Referendum sul quale anche noi nutriamo dei dubbi, nel senso che ha di fatto spostato l'intera discussione sullo scontro pubblico-privato, lasciando sul fondo il vero problema, ovvero come gestire al meglio la risorsa. Ciononostante riteniamo in questa fase di sostenere comunque il referendum.

L'input non troppo velato in questa direzione - ovvero del voler fermare anche il referendum sull'acqua - è venuto da fuori il Parlamento e precisamente dal presidente di Federutility, Roberto Bazzano, che ha chiesto espressamente un intervento legislativo per fermare i referendum. Il ministro dello Sviluppo economico Romani e il sottosegretario Saglia hanno detto di provvedere ad un approfondimento legislativo specifico.

«Le notizie apparse oggi sulla stampa nazionale, in cui Governo e Confindustria dichiarano l'intenzione di mettere in discussione anche il referendum sulla privatizzazione dei servizi idrici, confermano la convergenza tra interessi economici e politici nel far saltare, oltre a quello sul nucleare, anche il referendum sull'acqua, privando  così i cittadini del diritto di esprimersi su scelte fondamentali che riguardano il futuro istituzionale, economico e sociale del Paese-  ha dichiarato il presidente del Wwf, Stefano Leoni- Domani sarà il blitz sull'acqua, ieri invece il colpo di mano sul nucleare. Si vuole bloccare la maturazione dell'Italia sul tema dei beni comuni e sulla partecipazione e la trasparenza relative alle scelte dell'establishment politico-economico. Nella classe dirigente italiana c'è chi ancora crede che le decisioni, che incidono pesantemente sul futuro delle persone e delle risorse naturali, possano essere assunte da pochi senza un controllo democratico: è lo stesso meccanismo che ha portato al crack economico-finanziario su scala globale» ha concluso Leoni.

Sulla stessa linea anche il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli  «E' in atto un gravissimo esproprio di democrazia e dei diritti che la Costituzione assegna ai cittadini attraverso lo strumento del referendum. Il governo sta rubando agli italiani il diritto di esprimersi direttamente su due questioni, acqua pubblica e nucleare, vitali per il futuro del Paese». Ma anche fondamentali per le tasche di alcune grandi aziende come ha aggiunto il leader dei Verdi «Acqua e nucleare hanno un valore di oltre 100 miliardi di euro che le grandi multinazionali dell'energia e dell'acqua intendono spartirsi prelevandoli dalle tasche dei cittadini. Si tratta di un fatto gravissimo e per questa ragione ci appelliamo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché sia garantito il diritto al voto chiesto da oltre 2 milioni di italiani, a partire dal nucleare. L'approvazione di norme strumentali che hanno come obiettivo l'esproprio del diritto al referendum non fanno venir meno l'esigenza di svolgere le consultazioni popolari» ha concluso Bonelli. Il Comitato referendario "2 Sì per l'Acqua Bene Comune" ha ricordato come i referendum sull'acqua hanno ottenuto le firme di un milione e quattrocentomila cittadini «un grande movimento che non permetterà alcuno scippo dell'acqua e della democrazia. Perché solo la partecipazione è libertà».

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