[21/04/2011] News

Nucleare Usa sempre più in crisi

C’era anche la Tepco, quella di Fukushima

LIVORNO. Non c'è pace per il nucleare statunitense. Anche la costruzione di due nuovi reattori nucleari, il  3 e 4 del South Texas Project (Stp - nell'immagine), sembra destinata al fallimento, dopo che l'azionista di maggioranza Nrg Energy ha annunciato che rivedrà gli investimenti fatti fino ad ora e non ne farà altri. Il South Texas Project è attualmente composto da due Pressurized water reactors (Pwr), che insieme producono circa 2.700 MWe. I reattori sono stati messi in rete nell'agosto 1988 e nel giugno 1989. L'impianto è gestito da Stp-noc ed è di proprietà di Nrg Texas (44%), Cpse Energy (40%) e Austin Energy (16%).

L'agenzia stampa delle multinazionali nucleari, World Nuclear News (Wnn) spiega che «Il progetto di costruire due Advanced boiling water reactors (Abwr) all'Stp è stato sviluppato dalla Nuclear innovation North America (Nina), di proprietà congiunta di Nrg e Toshiba. Era considerato tra i progetti leader delle nuove costruzioni in America ed era stato uno dei pochi ad essere sopravvissuto alla crisi finanziaria ed alla nuova disponibilità di gas naturale a buon mercato».

La Nrg ha sottolineato che non ha il diritto di annullare unilateralmente il progetto, ma che ha quello di sospendere la sua partecipazione: «Mentre cooperiamo per sostenere i nostri partner attuali e i potenziali partner futuri nel tentativo di sviluppare con successo Stp 3 e 4, non investiremo ulteriori capitali nel tentativo dell'Stp». La Nrg blocca quindi l'investimento finora fatto nelle unità Stp 3 e 4 lamenta un pagamento di contributi nel primo trimestre 2011 di circa 481 milioni di dollari «Per la violazione di tutto i net assets di Nina». La Nrg ha finanziato per 331 milioni di dollari il patrimonio netto di Nina, mentre la Toshiba ha messo 150 milioni di dollari di  investimenti netti.

La Nrg ammette di essere in difficoltà soprattutto a causa del disastro di Fukushima Daiichi e per i controlli sulla sicurezza che sono in corso da parte della Nuclear regulatory commission Usa  (Nrc) che potrebbero portare a richieste di modifiche del progetto per i reattori dell'Stp. Anche se un contratto di Engineering, procurement and construction (Epc) è già stato approvato, secondo Nrg «E' impossibile determinare i costi senza il progetto definitivo. Inoltre, le discussioni sugli accordi di acquisto di energia sono inutili senza un prezzo fisso per le nuove unità». La Nrg è anche convinta che, dopo il disastro nucleare di Fukushima, «La partecipazione finanziaria giapponese al progetto è ora notevolmente in dubbio».

A marzo Nina aveva annunciato che il progetto dei nuovi reattori Stp era stato rallentato a causa dell'incertezza normativa in seguito al disastro di Fukushima Daiichi, ma che si trattava solo di una pausa di riflessione «Per lasciare il tempo alla Nrc Usa ed  agli altri takeholders nucleari di valutare gli insegnamenti che possono essere appresi dagli eventi in Giappone». Intanto veniva assicurato che tutto continuava come prima per avere le licenze per i due reattori ed i prestiti federali per costruirli.

Anche se la concessione della Construction and operating licence (Col) non è prevista fino al 2012, l'Epc è già stato assegnato ad un consorzio tra Shaw Group e Tshiba America Nuclear Energy Corporation e un ordine per un reactor pressure vessels è già stato fatto alla compagnia di ingegneria giapponese Ihi. La costruzione dei due Abwr per il Stp doveva iniziare il prossimo anno, con i primi 1.358 MWe prodotti nel 2016 e i secondi nel 2017.

La Toshiba ha acquisito una partecipazione del 12% in Nina, in cambio di un investimento di 300 milioni dollari in 6 anni. La metà di questo investimento riguarda il finanziamento dei nuovi Abwr Stp  attraverso la Nina Holdings Investments. L'altra metà è per i progetti di nuovi Abwr in Nord America con altri potenziali partner. Nina detiene una partecipazione del 92,4% nel progetto per costruire le unità 3 e 4 dello Stp, mentre il restante 7,6% è detenuto da Cps Energy (che ha il  40% dei due reattori Stp esistenti). Il progetto era inizialmente una joint venture 50-50 tra Nina e Cps, ma Cps aveva deciso di ritirarsi del tutto. Nel febbraio 2010 è stato raggiunto un accordo in base al quale Cps manterrebbe una piccola partecipazione, ma recentemente ha annunciato di voler sospendere a tempo indeterminato tutte le discussioni con Nrg a causa di dissidi sull'acquisto di energia elettrica prodotta dai nuovi reattori 3 e 4 dell'Stp. E' allora che spunta addirittura la Tokyo Electric Power Company (Tepco), quella di Fikushima Daiichi: nel maggio 2010 l'impresa giapponese ha deciso di investire 155 milioni dollari per acquisire il 9% nel progetto di costruzione delle nuove unità del South Texas Project, con la possibilità di aumentare le quote in circa un anno fino al 18%, per altri 125 milioni di dollari. La Tepco aveva addirittura fornito servizi di consulenza tecnica per il progetto dal marzo 2007. Wnn ora dice tra il laconico e lo smarrito: «Il grado di coinvolgimento futuro dell'azienda nel progetto Stp è incerto».

Ora la Nina, orfana di fatto degli americani, continuerà l'ter per ottenere la Col avviata dall'Nrc e per ottenere un prestito di garanzia da parte del Dipartimento dell'energia Usa, «Due attività che sono assolutamente essenziali per il successo di qualsiasi progetto di sviluppo futuro». La Toshiba sarà responsabile del finanziamento delle spese correnti per continuare il processo di autorizzazione. La Nrg prevede di sostenere una sola volta le spese, relative ad un contributo a Nina, fino a 20 milioni di dollari.

Poi la Toshiba dovrà cercarsi un vero partner americano altrimenti, come sembra più che probabile, salterà tutto, con un enorme buco economico, l'ennesimo del nucleare.

David Crane, presidente di Nina e amministratore delegato di Nrg ha detto che «Il tragico incidente nucleare in Giappone, ha messo in giro nuove e maggiori incertezze sullo sviluppo del nucleare negli Stati Uniti,  che hanno avuto l'effetto di ridurre drasticamente la probabilità che Stp 3 e 4 possano essere utilmente sviluppati in modo tempestivo. Continuiamo a credere che ci sia l'assoluta necessità di una rinascita nucleare degli Stati Uniti e che Stp 3 e 4 sia il migliore di tutti i  nuovi progetti di sviluppo del nucleare nel Paese. Tuttavia, le sfide straordinario che ha di fronte lo sviluppo del nucleare degli Stati Uniti nelle attuali circostanze e le notevoli risorse finanziarie spese da Nrg  per il progetto nel corso degli ultimi cinque anni rendono impossibile per noi giustificare ai nostri azionisti un ulteriore partecipazione finanziaria nello sviluppo del progetto Stp».

Insomma: vorrei ma non posso.... E poi costa troppo e costerà anche di più... e ci sono di mezzo i giapponesi che prima erano tanto affidabili ed ora fanno paura.

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