[19/04/2011] News

Insufficiente la riduzione dei gas serra in Svizzera

Ma diminuiscono i composti azotati dannosi per l'ambiente

LIVORNO. L'Ufficio federale dell'ambiente  (Ufam) ha comunicato che «Nel 2009 in Svizzera le emissioni di gas serra sono calate di 1,5 milioni di tonnellate rispetto all'anno precedente. Tenendo conto della capacità di assorbimento dei boschi e dell'acquisto dei certificati di emissione, nel 2009 si supera di 0,6 milioni di tonnellate l'obiettivo di Kyoto di 48,6 milioni di tonnellate».

Il 15 aprile la Svizzera ha trasmesso all'Onu l'inventario dei gas serra, che documenta le emissioni responsabili dei cambiamenti climatici, come previsto dal Protocollo di Kyoto. Nel 2009 nella Confederazione Elvetica sono state emesse 51,85 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. La diminuzione di 1,5 milioni di tonnellate rispetto al 2008 rappresenta un calo del 2,6%, grazie anche alle temperature più miti e alla crisi economica.

L'Ufam spiega che «Nell'ambito del Protocollo di Kyoto, la Svizzera si è impegnata a conseguire, in media, una riduzione dell'8% nel quadriennio 2008-2012 rispetto al 1990. I dati riportati dall'inventario costituiscono un elemento importante per valutare il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Altri aspetti da considerare sono la capacità di assorbimento dei boschi e l'acquisto di certificati di emissione esteri. Nel 2009 le aree boschive che fungono da serbatoi di carbonio hanno assorbito 0,9 milioni di tonnellate di CO2. Era stato inoltre concluso un accordo che impegnava la Fondazione Centesimo per il Clima a vendere alla Confederazione quote estere per 2 milioni di tonnellate all'anno. Si devono invece sottrarre diritti di emissione per circa 0,25 milioni di tonnellate, che probabilmente le aziende coinvolte nello scambio di quote trasferiranno nel prossimo periodo d'impegno. La somma della capacità di assorbimento e dei crediti di emissione ammonta a 2,65 milioni di tonnellate. Con le emissioni calcolate in base all'inventario dei gas serra, per il 2009 si ottiene un valore che supera di 0,6 milioni di tonnellate l'obiettivo di Kyoto di 48,6 milioni di tonnellate, mentre nel 2008 il surplus era invece di 2,6 milioni. Questo risultato conferma le proiezioni dell'Ufam pubblicate nel novembre del 2010. Rispetto all'obiettivo di riduzione, per l'intero periodo d'impegno 2008 - 2012 si registra, in media, un divario di 0,8 milioni di tonnellate all'anno, che il Consiglio federale dovrà decidere come colmare».

In Svizzera, tra il 1990 e il 2009, i gas serra prodotti dai trasporti sono cresciuti di 1,8 milioni di tonnellate, un incremento del 12%, i trasporti sono responsabili per un terzo delle emissioni tiotali. Dal 1990 sono diminuite del 9% le emissioni dell'industria, e del 9% anche quelle dei  servizi, mentre le emissioni "domestiche" sono calate del 10%. Attualmente la metà delle emissioni deriva da questi tre settori. Calate anche le emissioni prodotte dall'agricoltura (-7%) che rappresentano un ottavo del totale. In aumento le emissioni del settore dei rifiuti, che contribuiscono per circa il 6% al totale. «Occorre comunque osservare - dice l'Ufam -  che il calore prodotto dall'incenerimento dei rifiuti ha sostituito in parte i combustibili fossili utilizzati dall'industria, dalle famiglie e dai servizi e, di conseguenza, ha inciso sulla riduzione delle emissioni in questi settori».

Va meglio per quanto riguarda un altro settore: in Svizzera «Tra il 1994 e il 2005 le emissioni di composti azotati dannosi per l'ambiente sono diminuite». Un recente studio dell'Ufam ha messo a confronto i flussi azotati relativi a questi due anni e spiega che «I settori del traffico, dell'industria e degli impianti di riscaldamento hanno contribuito in modo sostanziale a questo risultato. L'agricoltura vi ha partecipato in misura minore. Il carico complessivo di azoto nell'ambiente è tuttavia ancora troppo elevato in Svizzera.

I composti azotati emessi nei settori del traffico, dell'industria, del riscaldamento e dell'agricoltura si diffondono in quantità notevoli nell'aria, nel suolo e nell'acqua. I modi in cui i composti azotati influiscono negativamente sull'ambiente e sulla salute sono molteplici».

Dalla fine degli anni '80 sono state adottate una serie di misure per ridurre le emissioni di ossidi di azoto prodotte dal traffico, dall'industria e dagli impianti di riscaldamento, come l'adozione di valori limite di emissioni per i gas di scarico dei veicoli e per gli impianti di riscaldamento. Già nel comunicazioni sulle politiche agricole del 2007 e del 2011 il Consiglio federale aveva fissato degli obiettivi per la riduzione delle perdite di azoto, in particolare ammoniaca, nitrato e protossido di azoto, nell'agricoltura. Nel 2003 e nel 2009 ha approvato rapporti con raccomandazioni riguardanti  la riduzione dei rischi ambientali dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari.

Lo studio dell'Ufammette a confronto i flussi azotati in Svizzera tra il 1994 e il 2005 e sottolinea che «In tale arco temporale è stato possibile ridurre del 38% le emissioni di composti azotati provenienti da impianti a combustione e dal traffico. Inoltre, sui terreni agricoli è stato sparso l'11% in meno di concimi aziendali e impiegato il 21% in meno di concimi minerali. Le emissioni nell'atmosfera generate dall'allevamento di animali sono diminuite del 10%. Anche le emissioni di azoto degli impianti di depurazione delle acque hanno registrato un calo del 13% a seguito di un programma di riduzione mirato. Tuttavia, tra il 1994 e il 2005, l'importazione di azoto nei foraggi ha subito un incremento pari al 52%. Nel complesso, la quota relativa alle perdite di azoto derivanti all'agricoltura è aumentata. Dal 2005 i dati relativi ad alcuni flussi, come ad esempio le emissioni atmosferiche dei composti azotati, sono stati aggiornati. Le concentrazioni di diossido di azoto misurate nell'aria ambiente (immissioni) permangono troppo elevate nelle città e lungo i principali assi stradali. La media annua supera ancora nettamente il valore limite. Negli ecosistemi sensibili, gli apporti atmosferici dei composti azotati (principalmente sotto forma di ammoniaca e di ammonio) superano anche i valori tollerati. Questo inquinamento resta un problema grave che colpisce vaste regioni della Svizzera. In numerose località, si continuano a registrare come in passato concentrazioni troppo elevate di nitrati»

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