[18/04/2011] News

Da un fenomeno naturale la scoperta di nuove specie marine e nuove opportunitą per studiare i cambiamenti climatici

FIRENZE. Una collisione naturale fra "giganti" ha permesso di conoscere  nuove specie marine e di studiare i fenomeni relativi ai cambiamenti climatici. Si tratta dello scontro avvenuto lo scorso anno in Antartide orientale tra due iceberg, i cui effetti sono stati resi noti da scienziati australiani. L'iceberg lungo 78 km si era separato dal ghiacciaio di Mertz dopo essere stato speronato da un altro gigantesco iceberg, spiegano gli oceanografi, ciò ha reso "agibile" una sezione dell'Oceano meridionale prima coperta da centinaia di metri di ghiaccio. Ora 40 scienziati di tutto il mondo coordinati dalla Divisione antartica australiana, hanno visitato la regione e hanno potuto azionare telecamere sottomarine, dove si trovava la lingua del ghiacciaio. Quanto osservato e documentato è stato oltremodo interessante: sono state individuate nuove specie, fra cui spugne e pesci, oltre a stelle marine di grandi dimensioni.

«Improvvisamente la geometria dell'Antartide è cambiata- ha dichiarato ai mezzi di comunicazioni australiani  l'oceanografo Steve Rintoul che ha coordinato il progetto- E' stata una specie di esperimento naturale, in cui il distacco della lingua del ghiacciaio non è stato causato dal cambiamento climatico».

Il rilascio di un gran quantitativo di ghiaccio (circa 10 mila metri quadrati) nell'oceano, ha causato anche conseguenze biologiche non previste informano gli scienziati. Infatti il ghiaccio alla "deriva" ha navigato verso acque più calde e si è poi liquefatto. Questo ha causato una riduzione della salinità delle acque facendo scattare un'intensa fioritura di fitoplancton, che per crescere ha bisogno di luce e di sostanze nutrienti oltre a una piccola quantità di ferro, che solitamente discende con la polvere dall'atmosfera. «L'antico ghiaccio aveva accumulato decenni di polvere di ferro, e quando si è distaccato e si è disciolto, ha rifornito in una sola stagione il fitoplancton di una dose fra 20 e 40 anni di ferro» ha informato. Rintoul. Gli scienziati ora contano di poter studiare gli effetti di questo evento naturale sulle correnti, e di usare le informazioni per formulare previsioni sul cambiamento climatico.

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