[15/04/2011] News

Fukushima: latte fortemente contaminato alle Hawaii

Arco: «Livelli molto alti di iodio e cesio lontano dalla centrale»

LIVORNO.  L'Università di Fukushima ha deciso di avviare la  verifica dei livelli delle radiazioni nell'atmosfera per comprendere meglio il grado della contaminazione proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Oggi l'università ha lanciato un grande pallone per l‘osservazione meteorologica con a bordo una radiosonda ed attrezzature per misurare le radiazioni nei cieli sopra la città di Fukushima.

Le indagini sui livelli di radiazione prevedono di raccogliere  dati fono ad un'altezza di 30 chilometri dal suolo. Le letture saranno fatte ad intervalli di 10 metri per un periodo di 20 giorni. Fino a ora l'università di Fukushima aveva raccolto dati ad altezze molto più vicine al suolo in più di 300 punti della prefettura di Fukushima, ma ritiene il metodo attuale insufficiente per effettuare una corretta valutazione della diffusione di materiale radioattivo. Secondo la vice-preside dell'università, Akira Watanabe, che fa parte anche del team di ricerca, «L'indagine con il pallone aiuterà a fare previsioni su come le particelle tossiche si diffonderanno in tutto il mondo. I risultati saranno comunicati al mondo insieme ai livelli di radiazione previsti».

Qualche spiegazione i giapponesi dovranno darla subito agli americani: la stazione di rilevamento dell'Environmental protection agency Usa di Hilo, nelle Hawaii, ha trovato elevati livelli di iodio-131 e cesio-137 in campioni di latte raccolti all'inizio di questa settimana: 19 picocuries/litro di cesio-137 e 8 picocuries/l di iodio-131, rispetto al livello "accettabile" di 3 picocuries/l.

La cosa sta preoccupando molto gli hawaiiani che ora si chiedono se possono continuare a bere latte e  formaggi prodotti localmente e mangiare carne di bestiame allevato nelle Stato insulare Usa del Pacifico dove il fallout nucleare di Fukushima sembra aver già colpito duramente.

Lavoratori della prefettura di Fukushima, uomini del dipartimento di polizia e soprattutto vigili del fuoco sono entrati per la prima nella zona di esclusione assoluta, entro i 10 km dalla centrale, per cercare le persone disperse. Fino ad ora i timori per gli alti livelli di radiazioni avevano tenuto le squadre di ricerca lontano dall'area probabilmente più contaminata. Ieri circa 300 "volontari", accompagnati da una troupe della televisione Nhk, hanno cercato le vittime nella zona portuale di Namie Town, circa 7 chilometri a nord dall'impianto nucleare, scavando manualmente le macerie, mentre i tecnici controllavano i livelli di radioattività nell'area della ricerca. Namie, che era un fiorente centro dell'industria della pesca locale e dove abitavano molti pescatori, è ora un enorme cumulo di macerie radioattive con le barche da pesca trascinate nel centro di una città che non esiste più e che probabilmente non sarà più ricostruita nello stesso luogo.

Il fiume Takase, che attraversa la città, è pieno di auto e di carcasse di animali. Ieri sono stati recuperati 10 corpi di esseri umani e le ricerche dovrebbero durare in tutto 10 giorni. Secondo i giornalisti della Nhak che sono rimasti due ore a Namie, «Il livello di radiazioni presso il sito dove abbiamo soggiornato era di circa 0,3 microsieverts»

L'Association pour le contrôle de la radioactivité dans l'Ouest (Arco) un laboratorio indipendente francese dice che diversi campioni di suolo ed acqua presi in diverse comunità al di fuori della zona di evacuazione ufficiale di Fukushima Daiichi (Ohnami, Iitate, Fukushima, Kawamata), «Mostrano livelli molto alti di iodio e cesio radioattivi lontani dalla stessa Fukushima Daiichi (circa 60 km, o 36 miglia di distanza)».

Inoltre, per completare il quadro, l'insospettabile Japanese atomic industrial forum (Jaif), scrive nel suo ultimo rapporto che l'immissione di azoto nel containment del reattore 1 di Fukushima Daiichi, che avrebbe dovuto ridurre la possibilità di un'altra esplosione di idrogeno, «Non sembra funzionare. La pressione non in aumento nel  contenimento, indica che l'azoto si disperde di nuovo fuori».

Torna all'archivio