[14/04/2011] News

La Via Campesina: no all'agricoltura nel mercato del carbonio

Agroecologia per sfamare e raffreddare il pianeta

LIVORNO. Via Campesina, il movimento contadino, che si definisce autonomo, pluralista e multiculturale, indipendente da ogni gruppo politico, economico o di altro tipo, sottolinea che «Dopo la chiusura a Bangkok, in Thailandia, della prima sessione di negoziati sul clima di questo anno, l'urgenza di evitare un disastro climatico e  preservare la giustizia climatica restano immutate».

Via Campesina, dice di essere «Gravemente costernata per i tentativi dei Paesi sviluppati di sfuggire ulteriormente alla loro responsabilità storica di abbattere le emissioni reali e spingere per soluzioni alla crisi climatica false e basate sul mercato. Mentre il pianeta subisce cambiamenti climatici che hanno indotto modificazioni climatiche estreme, compreso le piogge imprevedibili che hanno determinato il mancato raccolto nella regione del sud-est asiatico, con conseguente impatto sui piccoli agricoltori in diverse parti del mondo,  aumenta l'urgenza di soluzioni reali e della reale e profonda riduzione delle emissioni. I paesi sviluppati stanno spingendo però per il meccanismo di impegno volontario elencati negli accordi controversi di Cancun, al fine di allontanarsi dal programma concordato di lavorare per impegni giuridicamente vincolanti per tagliare le emissioni».

I piccoli agricoltori fanno rilevare che «Uno stesso studio del Programma per l'ambiente delle Nazioni Unite ha dichiarato che con gli impegni attuali nell'ambito del sistema di impegno volontario, il mondo arriverà a un riscaldamento globale da 2,5 a 5 gradi centigradi entro la fine del secolo. Un riscaldamento che  destabilizzerà chiaramente il pianeta e metterà a repentaglio centinaia di milioni di persone, visto che la scienza ha dimostrato che il limite di sicurezza è inferiore ad 1 o 1,5 gradi Celsius.  E' ancora più inquietante che nel dibattito all'ordine del giorno, alcuni paesi sviluppati hanno cominciato a spingere per l'inclusione dell'agricoltura nel meccanismi di compensazione del carbonio. Le multinazionali e i sostenitori del biochar e delle colture Ogm stanno spingendo per l'inclusione dell'agricoltura nei mercati del carbonio con l'intenzione di convertire mezzo miliardo di ettari di terra in Africa per piantagioni di materia prima per produrre biochar (carbone agricolo)». Un processo che è all'inizio ma sul quale Via Campesina sta alzando il livello di allarme lo  denuncia come «Una falsa soluzione che metterà ulteriormente in pericolo gli agricoltori,  familiari e su piccola scala, in tutto il mondo, promuovendo il  furto di terra e  aumentando la diffusione della fame  nel mondo».

Guardando alla Cop 17  dell'Unfccc che si terrà a Durban, in Sudafrica, a dicembre, Via Campesina sostiene le posizioni del presidente boliviano Evio Morales e chiede di «Rifiutare  gli accordi di Cancun e di contrastare le multinazionali e i Paesi sviluppati che vogliono sfuggire alle loro responsabilità storica e spingono per adottare soluzioni false. Noi rendiamo omaggio agli sforzi di paesi come la Bolivia, che difendono coraggiosamente la loro terra, rifiutando gli accordi di Cancun e continuano a chiedere la giustizia climatica. Chiediamo a  tutti i governi di sostenere la giustizia climatica e le soluzioni e le richieste approvate a Cochabamba nel Vertice dei Popoli, che affermano i diritti del popolo e della Madre Terra e sono una soluzione concreta alla crisi climatica». Via Campesina ribadisce la sua richiesta che la soluzione concreta e reale ai cambiamenti climatici sia «L'agricoltura sostenibile famigliare e su piccola scala . Molti studi hanno dimostrato che l'agroecologia  non solo nutre il mondo, ma potrà anche raffreddare il pianeta».

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