[12/04/2011] News

Morire a trent'anni nella raffineria più grande del Mediterraneo

Legambiente Sardegna: «Alla Saras necessari interventi strutturali di rafforzamento della sicurezza»

CAGLIARI. Legambiente esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza alle famiglie dei tre operai coinvolti nell'incidente accaduto ieri nella raffineria della Saras a Sarroch, in Sardegna, nel quale è morto un giovane operaio di 30 anni, Pierpaolo Pulvirenti, dopo aver esalato idrogeno solforato. Si tratta della  quarta vittima nella stessa azienda in due anni. Secondo i sindacalisti la tragedia è stata causata dalla scarsa manutenzione.

Il presidente di Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana, spiega che «La Saras ha evidentemente un problema generale di sicurezza, da affrontare in maniera strutturale. Tutta l'organizzazione degli impianti deve essere rivista e rafforzata. L'analogia con la dinamica dell'incidente di due anni fa è molto grave. Anche perché il presidente della Saras Gianmarco Moratti aveva dichiarato, allora, che tragedie del genere non si sarebbero mai più dovute ripetere».

Secondo Enzo Costa, segretario generale Cgil della Sardegna, «La dinamica dell'incidente, sovrapponibile a quello di due anni fa, dimostra che nella raffineria più grande del Mediterraneo non c'è attenzione per la sicurezza dei lavoratori. Se non fosse così, non sarebbe morto un altro operaio, non sarebbe accaduto, ancora una volta, che un luogo che doveva essere già bonificato si rivelasse poi mortale. Sotto processo per la morte di tre operai due anni fa, la Saras sembra reiterare infrazioni simili al passato. Se così fosse, significherebbe che non è stata colta nemmeno la lezione. Un fatto di una gravità inaudita che dovrà certamente passare al vaglio della magistratura ma che già da oggi noi, come sindacato, consideriamo inaccettabile perché non è casuale, ma scaturisce da una serie di comportamenti sbagliati che potevano essere evitati. Eppure, qualcuno dice, i Moratti investono in sicurezza. Si vede che investono poco o male. Le otto ore di sciopero hanno proprio il significato della ribellione di fronte a uno stabilimento che ha dimostrato altre volte, anche sul piano dell'inquinamento, di non avere troppo rispetto per il territorio e per chi vive e lavora lì. Gli utili ci sono, ma ciò che i Moratti reinvestono è molto poco. E a proposito della famiglia, proviamo sdegno se ricordiamo quel che dissero i fratelli Gianmarco e Massimo Moratti, presidente e amministratore delegato della Saras, all'indomani dell'incidente che uccise tre operai il 26 maggio, dentro la raffineria: "Tutto nella nostra fabbrica deve funzionare alla perfezione". Ora chiediamo ai responsabili di ogni grado della raffineria: i lavoratori degli appalti rientrano in questa perfezione? O sono gli ultimi anelli di una catena che guarda caso si spezza proprio a loro danno?»

Il Pd sardo dice che «Certo è che non è più tollerabile assistere inermi a queste tragedie. Il Partito Democratico si farà parte attiva nella ricerca delle responsabilità e chiede sin d'ora al Consiglio Regionale attraverso la commissione speciale costituita al suo interno che proceda senza indugio e con la massima determinazione nella verifica di quanto accaduto ieri nello stabilimento della Saras di Sarroch e nella individuazione delle responsabilità perché vengano finalmente accertate e sanzionate. Non ci piacerebbe assistere all'ennesima sfilata di dichiarazioni di intenti e di buona volontà»

Invece secondo il consigliere regionale del Pdl Edoardo Tocco «Strumentalizzare una morte sul lavoro a fini propagandistici è inaccettabile. Uras ha sbagliato, forse per eccesso di slancio emotivo. Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia di Pierpaolo Pulvirenti e degli altri due operi rimasti vittime dell'incidente - prosegue Tocco - e condanniamo fermamente ogni omissione sugli standard di sicurezza nel lavoro che ci può essere stata. Ma di questo se ne occuperà  la magistratura. Mi spiace che un uomo come Luciano Uras, persona per bene, politico sempre corretto e che ammiro per la sua coerenza, abbia potuto usare questo tragico episodio come strumento politico. Cerchiamo di evitare di surriscaldare i toni in un momento grave come questo per il mondo del lavoro e per e famiglie. Uras contribuisca moderando i toni».

Tocco ce l'ha con Luciano Uras, capogruppo di Sel - Comunisti - Indipendentista in Consiglio regionale della Sardegna che aveva detto: «Basta morti sul lavoro. La legge regionale sulla sicurezza é ancora inapplicata, responsabilità della Giunta. Le tragedie sui posti di lavoro continuano. Senza sosta. Si moltiplicano gli incidenti sul lavoro presso lo stabilimento Saras e i sindacati denunciano ritardi sulla prevenzione e sui controlli. In due anni 4 lavoratori morti, altri comunque hanno subito incidenti, e le dinamiche appaiono essere le stesse e ripetersi colpevolmente. Esprimiamo ai familiari della vittima vicinanza e comprensione per il dolore inaccettabile che improvvisamente si è abbattuto violentemente su di loro. A noi non resta che dire ancora una volta la verità, abbiamo approvato da quasi tre anni, tutto il Consiglio unanime, una legge regionale per fare 3 cose urgenti: migliorare e potenziare i controlli, anche attraverso nuove assunzioni di ispettori, istituire una sede di coordinamento delle autorità preposte alle attività di prevenzione e controllo e definire e realizzare un piano di formazione per addetti, pubblici e privati alla sicurezza sul lavoro, per i lavoratori e i datori di lavoro. Tutto ciò é ancora colpevolmente non attuato, per certa responsabilità della Giunta regionale e di tutti coloro che sono preposti alla osservanza delle leggi».

Torna all'archivio