[08/04/2011] News

Un’esplosione di idrogeno in fase precoce ha innescato il disastro di Fukushima?

300 “liquidatori” cercano i cadaveri di 3.900 dispersi nella zona di evacuazione di 20 Km

LIVORNO. Oggi la televisione giapponese Nhk ha reso noti i dati di cui è entrata in possesso e che «Suggeriscono che l'incapacità di mantenere le funzioni di raffreddamento del reattore n. 1 nella tormentata centrale nucleare di Fukushima Daiichi è stata forse innescata da un'esplosione di idrogeno in una fase precoce».

I dati dimostrano che «Il livello dell'acqua all'interno del reattore n 1 è sceso a 45 centimetri sopra le barre di combustibile, ovvero circa un decimo del livello normale, quasi 7 ore dopo il terremoto e lo tsunami dell'11 marzo. Le barre di combustibile sono arrivate ad essere esposte 11 ore più tardi. I livelli dell'acqua nei reattori n. 2 e n. 3 sono stati mantenuti a circa 4 metri attraverso l'uso di generatori di emergenza, nonostante le frequenti interruzioni di corrente. Ci sono voluti tra un giorno e mezzo e i tre giorni prima che le loro barre di combustibile fossero esposte». quindi l'avvio della catena di incidenti nucleari sarebbe avvenuta praticamente subito dopo il terremoto/tsunami e la situazione era fuori controllo da subito.

Secondo Naoto Sekimura, un professore dell'Università di Tokyo, «La perdita delle funzioni di raffreddamento del reattore n. 1 e la successiva esposizione delle barre di combustibile può aver causato l'esplosione di idrogeno già a partire dal giorno successivo». La Tokyo Electric Power Company (Tepco) che gestisce l'impianto, finora ha divulgato i dati solo a partire dal giorno dopo il terremoto.

Prima dell'ultimo terremoto, l'International atomic energy agency (Iaea) affermava che «Nel complesso, la situazione nell'impianto di Fukushima Daiichi rimane molto grave anche se ci sono i primi segni di ripresa di alcune funzioni, come l'energia elettrica e di strumentazione». Ma il sisma di magnitudo 7.4 che ha colpito ieri il nord-est del Giappone ha costretto la Tepco ad una nuova evacuazione temporanea dei "liquidatori" di Fukushima Daiichi anche se non ci sono notizie di ulteriori danni al sito.

La Japan's nuclear agency  dice che per iniziare il trasferimento dell'acqua altamente radioattiva dagli edifici delle turbine di Fukushima Daiichi ad un impianto di stoccaggio ci vorrà almeno un'altra settimana. L'acqua radioattiva nel piano interrato dell'edificio della turbina del reattore 2 e in un tunnel di cemento sta ostacolando il lavoro di ripristino dei sistemi di raffreddamento del reattore. La Tepco sta continuando a scaricare acqua radioattiva in mare per fare spazio per l'acqua altamente radioattiva. Ieri sono state scaricate in mare circa 7.700 tonnellate di acqua con un "basso" livello di radioattività e le rimanenti 300 tonnellate dovrebbero essere scaricate oggi, terremoto permettendo. Ma la Nuclear and industrial safety agency (Nisa) giapponese ha sottolineato che prima devono essere controllati tutti gli impianti che potrebbero avere crepe causate dai terremoti e che questo «Potrebbe richiedere da diversi giorni ad una settimana». L'Agenzia spiega che «L'impianto è stato progettato per stoccare acqua con un basso livello di radioattività» e che «deve essere fatto ogni sforzo per assicurarsi che non ci siano perdite di acqua altamente radioattiva».

Oggi, sempre terremoto permettendo, dovrebbero riprendere i lavori di riperistino dei sistemi di raffreddamento dei reattori della centrale nucleare. La Tepco assicura che l'ultimo sisma non ha causato altre perdite di acqua altamente contaminata dal pozzo di cemento "tappato" all'esterno del reattore n. 2  e che  stanno continuando i lavori per iniettare dell'azoto nel contenimento del reattore n 1 per impedire una possibile esplosione di idrogeno. Si teme che quasi la metà delle barre di combustibile nucleare del reattore siano esposte e che l'idrogeno prodotto potrebbe esplodere se reagisce con l'ossigeno.

Il ministero dell'economia del commercio e dell'Industria giapponese (Meti) ha detto che il pompaggio di acqua di mare per raffreddare i noccioli dei reattori 1, 2 e 3 è continuato dopo una breve evacuazione per  un allarme tsunami. Ma ha anche detto che «Un terremoto di magnitudo 7,9 causerebbe un'ondata di soli 50 cm sull'impianto, ma d'altronde la linea di costa era stata rinforzata per le onde fino a due metri».

Intanto circa 300 poliziotti con tute protettive stanno cercando i corpi dei dispersi del terremoto/tsunami dell'11 marzo all'interno della zona di evacuazione di 20 km intorno alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. L'operazione è iniziata nel pomeriggio di giovedì e coinvolge circa 240 lavoratori provenienti da Tokyo e circa 50 poliziotti di Fukushima, ma le ricerche sono ostacolate dai timori di radiazioni troppo elevate. I nuovi "Iiquidatori" addetti a questo macabro e penoso lavoro scavano tra i detriti utilizzando macchinari pesanti per la prima volta dopo il disastro e setacciano l'area. Hanno anche trovato foto di famiglia e "tavolette" mortuarie che verranno restituite ai proprietari. Nella prefettura di Fukushima sono disperse circa 3.900 persone e molte di queste sono morte nella zona di evacuazione istituita dopo il disastro nucleare.

Gli agricoltori e l'assemblea del villaggio di  Iitate, dove sono stati trovati alti livelli di radioattività nel suolo, hanno chiesto che la prefettura di Fukushima spieghi chiaramente quale sia il livello di radiazioni per consentire la ripresa dei lavori agricoli. Il sindaco di Iitate, Norio Kanno, del corso della riunione ha detto: «Studieremo il modo per affrontare la crisi per il bene degli agricoltori e degli abitanti del villaggio».

Le analisi eseguite dalla prefettura di Fukushima hanno trovato livelli di cesio radioattivo nel suolo da 30 a 150 volte superiore al normale in risaie, fattorie e frutteti in 10 dei 70 punti controllati, da allora ad Iitate sono stati sospesi tutti i lavori agricoli. La prefettura ha detto che gli agricoltori non possono ricominciare a lavorare e che sta conducendo nuove analisi i cui risultati saranno resi noti il 12 aprile. Ma i contadini accusano la prefettura di non averli informati con chiarezza sui livelli di radiazione considerati sicuri per poter riprendere il lavoro agricolo, anche perché la semina di quest'anno non può essere ulteriormente ritardata.

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