[07/04/2011] News

Finanziarizzazione dell'economia, anche l'Opec nella rete: serve una teoria M?

LIVORNO. Ancora ieri "misuravamo" la distanza che c'è tra le discussioni "accademiche" sulla ricette contro la crisi e quello che accade in real time  nell'economia finanziaria. Mentre si discute sulle regole e sul ruolo dello Stato nell'economia di mercato, la finanziarizzazione in sella al missile dell'informatizzazione disintegra teorie consolidate e detta legge. L'ultima dimostrazione ce la fornisce il Sole24Ore che oggi racconta dei prezzi record raggiunti da oro e petrolio. E pone al fianco di motivazioni oggettive quali la guerra in Libia, le politiche monetarie ormai non più "estranee alle recenti dinamiche dei prezzi petroliferi".
Si legge sul Soile che «I banchieri centrali - osserva Olivier Jakob di Petromatrix - sosterranno sempre di non essere in grado di influenzarli. Ma la storia recente ha più volte mostrato che, in un mondo in cui le commodities sono ormai un asset globale, la loro influenza può essere superiore a quella dell'Opec». Quello che colpisce è però soprattutto quanto sostiene Mohammed bin Dhaen al-Hamli, ministro del Petrolio degli Emirati arabi uniti: «Non c'è molto che possiamo fare per controllare i prezzi», ha ammesso in effetti proprio ieri. «I mercati hanno scelto di ignorare i fondamentali, per scommettere sul peggiore scenario possibile».
Ovviamente anche l'Opec farà il suo gioco, ma è evidente che la sua storica forza di calmierare i prezzi è stata superata dal mercato che dominato da un sentiment come appunto la scommessa sul peggiore scenario possibile. Ora, considerato che è notoria la differenza che corre tra i barili di petrolio prodotti e i volumi di scambio di barili di petrolio in borsa che sono stratosfericamente di più, per un'economista (ecologico) la domanda è come sia possibile in queste condizioni riportare l'economia "con i piedi per terra".   La scarsità delle risorse da fondamentale diventa un di più di cui si può quasi non tener conto. Ma se siamo d'accordo che senza una contabilità della natura e quindi dei flussi reali di materia e di energia - che vanno tra l'altro ridotti - non si esce dalla crisi ecologica, ci pare evidente che è qui che bisogna trovare una soluzione. Non che noi ce l'abbiamo, ma infatti non siamo economisti. Quello che non vorremmo è assistere a discussioni infinite che assomigliano a quella ricerca sulla teoria M di cui parla il fisico Stephen Hawking relativa alla creazione: «candidata ad al ruolo di teoria del tutto, ammesso che ne esista effettivamente una». Questa teoria delle teorie o famiglia delle teorie può anche avere tempi lunghissimi per essere verificata, mentre noi abbiamo bisogno di soluzioni parecchio più cogenti. Il tempo purtroppo non è dalla nostra parte.

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