[06/04/2011] News

Ubs: per il business nucleare Fukushima sarà peggio di Chernobyl

LIVORNO. Secondo il governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial stability board, Mario Draghi, lo scenario energetico mondiale diventa sempre più complicato a causa delle rivolte arabe, dei rincari del petrolio e della catastrofe giapponese, con «Conseguenze da considerarsi rilevanti» sul medio periodo sui prezzi dell'energia. Ma è convinto che quello che sta accadendo in Giappone e in Nord Africa avrà «Un impatto che a breve termine è stimato contenuto ma nel medio termine le conseguenze saranno rilevanti», con una situazione più complicata anche dal punto di vista finanziario, «Ma escluderei una connessione diretta degli eventi con la situazione dei mercati finanziari e dei debiti sovrani».

Le tesi di Draghi sono corroborate (e in parte confutate) da un nuovo rapporto di Ubs, una delle più grandi istituzioni finanziarie del mondo, prevede che il disastro nucleare in corso a Fukushima avrà un impatto negativo maggiore e peggiore sull'industria nucleare del mondo di quello di Chernobyl.

Il corposo rapporto di 140 pagine guarda al futuro dell'industria nucleare globale e spiega che «Mentre l'incidente di Chernobyl del 1986, almeno fino ad oggi, ha avuto un impatto significativamente maggiore, vorremmo sottolineare che Fukushima solleva questioni di credibilità ancora maggiori per l'industria nucleare degli incidenti precedenti».

Secondo gli analisti de Ubs i motivi sono due: «Fukushima sta avvenendo in un'economia avanzata che sta utilizzando tecnologia di reattori americana/giapponese reattore, non in uno stato totalitario con una tecnologia substandard  e senza cultura della sicurezza.  La  dimensione e la durata dell'incidente è senza precedenti. Quattro reattori si trovano ad affrontare un grave danno ed è già durato tre settimane senza che gli ingegneri siano riusciti a mettere la situazione sotto controllo».

Secondo il rapporto è prevedibile che le normative sulla sicurezza saranno inasprite e che la durata di vita delle centrali sarà probabilmente legalmente limitata, con molti impianti costretti a chiudere, nel tentativo di placare la rabbia crescente nell'opinione pubblica. L'Ubs fa l'elenco di 30 centrali nucleari particolarmente vulnerabili.

Per gli analisti della banca svizzera «Ancora più significativa, specialmente per gli investitori e i fornitori di nucleare, potrebbe essere l'intera rivalutazione del rischio delle nuclear companies, sia da parte dei governi che delle assicurazioni». Infatti questo potrebbe voler dire non solo maggiori costi operativi per i gestori delle centrali nucleari, ma anche una maggiore probabilità che, in caso di grave incidente, vengano messe in atto procedure per assicurarsi che non vi sia alcuna ricaduta dei costi sui contribuenti. Una prospettiva che terrorizza la lobby nucleare privata di tutto il pianeta.

Il rapporto spiega: «Se un governo si prende il rischio, allora deve tener conto di questo rischio al momento di decidere la futura politica energetica. Ma se la responsabilità sarà tutta o in parte degli operatori, pensiamo che i discount rates dovranno essere superiori». Quindi la lobby nucleare dovrà adattarsi al dopo Fukushima e per gli investitori le centrali nucleari saranno ancora più economicamente rischiose di quelle di altro tipo.

Il rapporto di Ubs prende in considerazione come investimento tre colossi energetici: Edf,  Eon e Shanghai Electric, tutte utilities che hanno anche un forte settore nucleare  with nuclear capacity, ma che dovrebbero crescere sulla scia di Fukushima: «Edf  - dice il rapporto - potrà beneficiare delle forniture alla Germania di qualsiasi perdita per il suo giro di vite sul nucleare, così come dell'aumento (lentamente) della liberalizzazione del mercato in Francia. Eon sta perdendo meno capacità di mercato (2,2 GW) di quanto si pensasse e sarà aiutata dalla maggiore richiesta di gas. Shanghai Electric ha già un portafoglio nucleare con ordini per oltre 30 miliardi di yuan. Inoltre si concentra sull'utilizzo della tecnologia AP1000, una forma moderna di impianto, che potrebbe essere uno dei vincitori della chiusura di più reattori obsoleti».

Ma in generale il rapporto Ubs sostiene il grande vincitore che uscirà dalle macerie radioattive di Fukushima sarà il gas e, in misura minore, il carbone e le energie rinnovabili. A perdere saranno il nucleare e secondo gli sconsolati banchieri svizzeri, che vedono sfumare lucrosi affari assicurati dalle tasse dei cittadini e dalle generose concessioni degli Stati, anche i consumatori, «in termini di costi superiori dell'energia», e l'ambiente che perderebbe una fonte energetica che non emette CO2, ma che come vediamo a Fukushima emette ben altri veleni dai quali il rapporto Ubs non sembra essersi ancora del tutto disintossicato nonostante metta nero su bianco l'evidenza di una catastrofe nucleare che non è solo ambientale ed umana, ma anche economica.

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