[05/04/2011] News

A due anni dal terremoto che colpì l’Abruzzo, i geologi lanciano la loro accusa

FIRENZE. Alle vigilia del secondo anniversario del terremoto che nel 2009 colpì l'Abruzzo e mentre oggi in provincia di Siracusa l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato un piccolo sisma (magnitudo 2.4) localizzato a una profondità di 15,5 chilometri, nel distretto dei Monti Iblei, il neo presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, ha lanciato la sua denuncia:  «In Abruzzo non c'è ancora un Servizio geologico e sismico regionale, così come la cultura geologica più in generale continua a rimanere assente in tante altre realtà regionali e locali. L'investimento sulla conoscenza è del tutto inadeguato rispetto alle criticità naturali del nostro territorio ed il costo dell'emergenza supera di diversi ordini di grandezza quello della prevenzione. Tuttavia il Paese non è ancora in grado di cogliere l'opportunità di una inversione di tendenza».

Parole sacrosante che greenreport condivide e che ad ogni opportunità nel suo piccolo ripete perché la carenza di prevenzione, purtroppo, non appartiene solo al settore sismico.  «Oggi sta lentamente e faticosamente affermandosi la necessità, dai geologi invocata da anni, di avviare gli studi di microzonazione sismica - ha continuato Graziano - che già sarebbero dovuti essere nel corredo delle conoscenze minime di tutti i comuni italiani, in uno Stato che è segnato da troppe vittime e distruzioni. La comunità geologica chiede a gran voce che questi studi diventino obbligatori e propedeutici a qualunque azione di pianificazione del territorio, non solo a L'Aquila, ma nell'intero resto d'Italia».

I geologi invocano un cambio di marcia che porti all'affermazione della cultura della conoscenza del territorio per la quale servono anche maggiori investimenti da dedicare in particolare alla prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici. «Porre maggiore attenzione nei confronti della cultura geologica si traduce in maggiore sicurezza dei cittadini e in salvaguardia dell'immenso patrimonio edilizio, storico e monumentale. Il terremoto dell'Abruzzo non è stato il primo e purtroppo non sarà' l'ultimo che interesserà i nostri centri abitati, in un Paese dove la vulnerabilità sismica ed idrogeologica è ormai nota a tutti». Scienziati, tecnici ed ambientalisti sono spesso visti come "cassandre" ma non sarebbe male ascoltarli qualche volta in più.

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