[04/04/2011] News

Lo smottamento economico del nucleare

Standard & Poor: negative out look all’atomo tedesco

LIVORNO. Il rapporto interno di Areva "Impact of Fukushima event on nuclear power sector - Preliminary assessment" rivela anche un altro smottamento atomico, che forse è quello che davvero preoccupa di più la lobby nucleare e che ha indotto Areva e le alte imprese a partire al contrattacco nonostante quel che sta succedendo in Giappone: la catastrofe economica dell'industria nucleare.

Lo stock price di Areva dal 10 marzo al 15 marzo ha perso il 19%, anche se poi il 24 marzo è risalito del 9%.  Edf perde il 7%; Gdf Suez cala e risale del 3%. Le imprese nucleari giapponesi sono crollate sotto i colpi di Fukushima: la Toshiba dal 10 al 24 marzo ha perso il 19%; Hitachi il 17%. Tra le multinazionali Usa Carseco il 24 marzo era meno 17%  e General Electric - 2%. Molto probabilmente l'assenza di nucleare e la moratoria hanno fatto bene allo stock price dell'Enel (4,2 euro il 10 marzo) che ha avuto un leggero calo del 3% tra il 10 e il 15 marzo, per poi risalire del 5%, con un saldo al 24 marzo del 2%.

Brutte botte invece per l'industria nucleare tedesca Rwe - 7%; E.On - 6%: EnBw - 8%. Probabilmente è solo l'inizio, visto che Ieri, in un'intervista a Bild am Sonntag, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato un altro passo della sempre più precipitosa ritirata dal nucleare: una rivoluzione energetica per la quale cercherà il più ampio consenso possibile. All'inizio di maggio saranno avviati confronti con i rappresentanti delle chiese, ambientalisti e sindacati, e la cancelliera vorrebbe discuterne con tutti i Partiti presenti nel Bundestag. Il leader della Spd, Sigmar Gabriel, le ha chiesto un confronto pubblico sul nucleare, ma la Merkel ha rifiutato, però nell'intervista a Bild dice che la moratoria va avanti e che il riavvio delle centrali nucleari spente dipenderà dai risultati dei controlli in corso: «La sicurezza innanzitutto. La catastrofe di Fukushima, della quale non conosciamo ancora le conseguenze, ha cambiato anche la mia posizione personale sull´energia atomica e i suoi rischi, anch´io ho imparato».

La conversione ad U della Merkel è probabilmente dovuta alle batoste elettorali e ad un infuocato dibattito sul nucleare che sta aiutando in particolare un partito: i Grünen, i Verdi. Secondo un sondaggio Emnid pubblicato da Bild am Sonntag, il 27% dei tedeschi pensa che attualmente i Grunen siano quelli più credibili sul nucleare. La maggioranza dei tedeschi, il 54% (addirittura il 36% dell'elettorato Cdu/Csu) pensa che i Verdi siano destinati a svolgere un ruolo maggiore nella politica nazionale. Però il 71% dei tedeschi (e il 55% degli elettori verdi) non pensa che un esponente dei Grunen possa diventare cancelliere, mentre un buon 27% lo crede possibile. Le intenzioni di voto danno attualmente i Grunen ad uno stratosferico 23% e la Emnid spiega che «La gente è emotivamente sconvolta dopo il disastro nucleare in Giappone. In questa situazione, i Verdi hanno guadagnato simpatia. Essenzialmente perché il simbolo del partito è il più associato allo slogan  Atomkraft, nein danke».

La Merkel corre disperatamente ai ripari ed i suoi alleati liberali sembrano sotto shock. Oggi la cancelliera  incontrerà  la Ethik-Kommission e il 15 aprile i ministerpräsidenten di tutti i Länder tedeschi  per «accelerare la trasformazione energetica». A metà maggio presenterà il rapporto della Reaktorsicherheitskommission sulla sicurezza delle centrali nucleari in Germania. Alla fine di maggio dovrebbero arrivare le raccomandazioni della Commissione Etica.

Bild pubblica anche un documento confidenziale del governo federale dal quale emerge che già dall'inizio di giugno la coalizione liberal-democristiana inizierà a lavorare sulla nuova legislazione energetica e per prendere la decisione definitiva sulla «Decisione del governo federale per il mantenimento delle centrali nucleari e per accelerare lo sviluppo di sistemi energetici comprese le necessarie iniziative legislative».Secondo Bild am Sonntag uno dei pilastri del governo Ape Maya per aumentare l'approvvigionamento energetico della Germania sarà l'eolico, con nuove aree designate per ospitare gli impianti e turbine eoliche ancora più efficienti.

Uno scenario che farà arrabbiare ancora di più la lobby nucleare tedesca che aveva incensato la svolta nuclearista che ha messo la Merkel in grossi guai politici ancora prima del disastro di Fukushima. E pensare che il primo aprile il gigante energetico tedesco Rwe ha presentato al Tribunale amministrativo di appello di Kassel  un ricorso contro il blocco di 3 mesi della sua centrale nucleare di Biblis. Il governo liberal-democristiano della cancelliera Angela Merkel ha decretato che gli impianti nucleari entrati in funzione nel 1980 o prima,  dovevano essere immediatamente chiusi. Si tratta dei reattori:  Biblis-A, Neckarwestheim 1, Brunsbuttel, Biblis-B, Isar 1, Unterweser, Phillipsburg 1. Quello di Krummel era già chiuso da molto tempo, nonostante sia entrato in funzione nel 1984. La chiusura di questi reattori rappresenta  8.336 MWe in meno di capacità produttiva di energia della Germania, 13,7 TWh nei tre mesi della moratoria e soprattutto un oltre 1 miliardo di euro. Dopo il decreto Rwe ha chiuso immediatamente Biblis-A (1.200 MW), mentre Biblis-B (1.300 MW) era già in fase di "scheduled outage", anche perché il 10 marzo si era verificato un incidente alle tubazioni dell'impianto. La multinazionale assicura: «Negli ultimi anni abbiamo investito 1,4 miliardi di euro per la modernizzazione e riqualificazione delle due unità A e B». Secondo la Rwe il decreto è illegittimo, in quanto «Le centrali nucleari tedesche soddisfano i requisiti di sicurezza vigenti. Per la cessazione quindi manca una base giuridica. Con questo passo, la Rwe vuole salvaguardare la sicurezza e gli interessi dei suoi azionisti», ma dice anche che «Indipendentemente dal ricorso, l'azienda sostiene la decisione del governo tedesco di effettuare una verifica sulla sicurezza di tutte le sue centrali nucleari. E' un passo necessario e logico per esaminare il grave incidente nucleare in Giappone con molta attenzione e utilizzare ogni insegnamento rilevante derivate ​​da tale analisi per migliorare il già elevato standard di sicurezza delle centrali nucleari tedesche. Rwe approva anche espressamente tutte le iniziative internazionali ed europee per collaborare strettamente nel riesaminare la sicurezza delle centrali nucleari in tutto il mondo».

La lobby nucleare tedesca si sente tradita dal governo giallo-nero. E' scesa in campo a fianco di Rwe anche la Energie Baden-Württemberg  (EnBW ), dicendo che  «La moratoria è un male per il business». La EnBW ha spento Neckarwestheim 1, un vecchio reattore ad acqua pressurizzata da 840 MW del 1976, e aveva già chiuso temporaneamente Philippsburg1, un vecchio reattore ad acqua pressurizzata da 840 MW del 1976 e un reattore ad acqua bollente da 926 megawatt del 1979, ambedue gestiti da EnBW Kernkraft, come tutte le centrali nucleari in Neckarwestheim e Philippsburg e quella di Obrigheim, già in fase di smantellamento.

In un comunicato la EnBw rivela che l'agenzia di rating Standard & Poor (S&P) le ha dato un negative out look "A/A2", che è comunque una conferma del rating che aveva già  e un buon punteggio. La EnBw spiega in un comunicato che «Il motivo principale per questo rating è la stabile performance operativa di EnBW. In particolare vengono menzionati i redditizi impianti energetici ed il significativo share di entrate dal regulated business e dalle energie rinnovabili  ed anche dalla trasmissione e distribuzione di elettricità».

Invece l'outlook negativo «Riflette l'opinione di S&P's che la chiusura di alcune delle centrali nucleari potrebbe essere permanente e avere un impatto negativo sulla redditività di EnBW nel breve e medio termine». Quindi, per S&P è il nucleare e non le rinnovabili, la palla al piede dell'industria energetica tedesca. Una palla che, nonostante i ricorsi, rischia di diventare troppo pesante anche per giganti come Rwe.

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