[31/03/2011] News

Marchionne sempre pił italiano: «L'auto elettrica non ha futuro»

LIVORNO. Non solo Fiat sarà l'ultima delle grandi imprese automobilistiche a commercializzare un'auto a propulsione ibrida (previsione: gennaio 2012). Ma addirittura con un candore e una spavalderia che rasenta la follia, Marchionne ieri parlando con i giornalisti a margine dell'assemblea Fiat si è fatto beffe dell'auto elettrica e di chi ci investe tanto  arrivando persino a compatire «Il mio amico Carlos Ghosn (ad di Renault, che avrebbe investito 4 miliardi di euro sull'auto elettrica, ndr) spero abbia altri fondi da investire in tecnologie alternative».

Il numero uno di Fiat ieri doveva essere particolarmente in forma perché ne ha sparata una dietro l'alta. Sempre sulla Francia - lo testimonia anche la cronaca pubblicata dal Sole 24 ore - ha dichiarato che comunque «la scelta di Renault deriva anche dall'ampia disponibilità in Francia di energia prodotta dalle centrali nucleari», forse pensando che Renault venda solo le sue auto in Francia e non in altri Paesi, anche senza nucleare. Ignorando volutamente poi l'indicazione arrivata dall'Ue che si è data come obiettivo il 100% di auto elettriche in città al 2050.

Del resto si sa, la veduta lunga non è una prerogativa italiana ed evidentemente anche la sua parte canadese si è ben adattata all'italian style, tanto che a precisa domanda sul perché comunque Fiat e Chrysler in America lavorino anche sull'elettrico, la risposta è ancor più spudorata delle precedenti: «negli Usa ci sono degli incentivi legati allo sviluppo di veicoli a emissioni zero». Ma scordiamoci che una Cinquecento elettrica approdi mai nel belpaese: «L'anno prossimo lanceremo la 500 elettrica sul mercato americano - spiega Marchionne - e perderemo 10mila dollari ogni auto prodotta e venduta lì. Figuratevi se dovessimo esportarla verso l'Europa».

Benissimo, può anche darsi che sia vero (al netto comunque degli incentivi Usa di cui sopra), ma uno come Marchionne dovrebbe probabilmente sapere come funzionano le economie di scala: se parti per ultimo a sviluppare una ‘nuova' tecnologia e la installi su un unico modello, è evidente che i costi per unità di prodotto oggi saranno altissimi,  ma scenderanno gradualmente domani con l'evolversi dell'efficienza e con l'aumentare dei veicoli che ne usufruiranno.

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