[29/03/2011] News toscana

Le conseguenze del decreto Romani sul lavoro e l'occupazione in Toscana

FIRENZE. Ieri, lunedì 28 marzo, si è tenuto presso il Consiglio Regionale Toscano un incontro organizzato dall'Associazione SOS Rinnovabili insieme a Legambiente Toscana, cui hanno partecipato, insieme al coordinamento nazionale e toscano dell'Associazione e il Presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti, che ha coordinato i lavori, i rappresentanti di numerose imprese regionali direttamente investite dal "Decreto Romani" detto anche "ammazza-rinnovabili" e alcuni importanti esponenti politici toscani, tra cui il Capogruppo della Federazione della Sinistra/Verdi in Consiglio Regionale Monica Sgherri, il Consigliere dello stesso Gruppo Mauro Romanelli, il Presidente della 6° Commissione Ambiente Vincenzo Ceccarelli e il responsabile scientifico nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà Fabio Roggiolani.

SOS Rinnovabili è un movimento orizzontale spontaneo che si è recentemente costituito per sostenere e salvare il settore delle energie rinnovabili a seguito dell'approvazione del D.Lgs. del 3 marzo 2011 che di fatto distrugge il diritto acquisito bloccando gli investimenti, autorizzati e in corso, e fermando qualsiasi possibilità finanziaria, in particolare per la fonte fotovoltaica che si è rivelata la più efficiente e dotata dei maggiori potenziali di crescita.

Fanno parte di SOS Rinnovabili operatori del settore e dell'indotto, nonché comuni cittadini che credono nel contributo delle rinnovabili per l'indipendenza energetica del Paese e il ridotto impatto ambientale che oggi a maggior ragione, in seguito ai drammatici eventi del Giappone e dei Paesi produttori di petrolio e gas, dovrebbe assumere un ruolo ancora più centrale e decisivo per le sorti del Paese.

Ha aperto l'incontro Mauro Romanelli, che ha delineato il quadro della situazione prima e dopo l'emanazione del Decreto legislativo, soffermandosi in particolare sulla gravità dell'introduzione di norme retroattive rispetto al Terzo Conto energia approvato soltanto ad agosto 2010. Norme che hanno istantaneamente congelato i finanziamenti, paralizzando l'intero settore, bruciando 150 mila posti di lavoro, arrestando l'unico settore con PIL positivo che si poteva permettere la formazione e l'assunzione di giovani.

Monica Sgherri, da parte sua, ha sottolineato come negli ultimi anni sia le installazioni sia la filiera produttiva legata alle rinnovabili siano cresciute anche in Toscana e, in questo quadro, ha auspicato quale indicazione operativa a livello territoriale che anche i Comuni si facciano promotori e diventino proprietari di impianti, investendo nelle energie rinnovabili come importante fonte di autofinanziamento.

L'intervento di Maurizio Barsottini, Presidente regionale della CNA - Unione Installatori, ha rimarcato la situazione di incertezza nella quale gli operatori sono costretti a muoversi. Non si sa ancora, infatti, se e come il Decreto sarà rivisto, se ci sarà un tetto massimo complessivo o perfino annuale di potenza fotovoltaico installabile, e se ci sarà un nuovo Conto Energia.

Massimo Sapienza, coordinatore nazionale di SOS rinnovabili, è intervenuto da Roma sottolineando come il Decreto Legislativo Romani non è grave soltanto per il settore dell'energia rinnovabile, ma crea un precedente che scoraggia qualsiasi intervento infrastrutturale nel nostro Paese, in quanto comunque passibile di essere modificato in itinere da una legge retroattiva che cambia le condizioni iniziali e le regole del gioco. Le conseguenze immediate, secondo Sapienza, riguardano ora aziende e lavoratori del settore e dell'indotto, ma si ripercuotono sull'affidabilità e la credibilità dell'Italia agli occhi degli investitori esteri e del mercato italiano stesso.

L'incontro si è quindi focalizzato sulla situazione delle rinnovabili in Toscana, soprattutto alla luce della recente approvazione della Legge Regionale n. 11/2011 - Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.39 (Disposizioni in materia di energia) e alla legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio).

Francesco Meneguzzo, ricercatore CNR e membro del coordinamento toscano di SOS Rinnovabili, ha illustrato gli aspetti problematici della Legge regionale, affetta da vizi sostanziali analoghi a quelli presenti in altre Leggi Regionali (Molise, Calabria e Basilicata) impugnate e bloccate dal Governo, nonché da profili di illegittimità sia rispetto a elementi generali del diritto, sia rispetto alla stessa norma sovraordinata - le c.d. "Linee Guida Nazionali" (D.M. 10 settembre 2010), di cui la legge regionale rappresenta l'attuazione in Toscana.

Tra le illegittimità e i risvolti concreti della legge, Meneguzzo ha ricordato la preclusione di fatto, seppure in via transitoria, alle installazioni fotovoltaiche di qualsiasi area agricola dell'intero territorio regionale, anche marginale e sostanzialmente improduttiva, la prescrizione sul "divieto di cumulo di impianti", che esclude installazioni in un'area di 13 ettari intorno a ogni impianto anche di piccole dimensioni, questo anche con valore retroattivo per i procedimenti in corso di autorizzazione, infine ma non da meno, il privilegio accordato alle aziende agricole per la realizzazione degli impianti, che si scontra con il principio generale della libertà di accesso senza discriminazioni alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per altro ribadito all'art. 1.1. delle Linee Guida nazionali.

Per tutte queste ragioni, SOS Rinnovabili ha deciso di impugnare la Legge Regionale in tutte le sedi opportune ai fini della rimozione di tutti i vizi di illegittimità.

In seguito e in risposta alla posizione espressa da Meneguzzo, il Presidente della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale, Vincenzo Ceccarelli, ha annunciato che sarà trasmessa agli Enti locali della Toscana una circolare esplicativa della Legge Regionale, intesa a specificare almeno che il divieto di cumulo degli impianti si riferisce soltanto alle installazioni sui terreni agricoli; a questo proposito, SOS Rinnovabili riterrebbe questa sola precisazione, seppure dovuta, del tutto insufficiente a rimuovere anche uno solo dei profili di illegittimità della legge regionale e, auspicandone una revisione molto più radicale, conferma il proprio intento di impugnarla.

Simona Fabiani, responsabile ambiente della CGIL Toscana, in rappresentanza anche del Segretario Generale Alessio Gramolati, ha espresso lo sconcerto del sindacato per un decreto legislativo nazionale che non soltanto mette immediatamente e drammaticamente a rischio imprese e lavoro - decine di migliaia di occupati tra diretti e indotto soltanto in Toscana - ma pone a serio rischio ulteriori investimenti anche nelle infrastrutture produttive (emblematico il caso della ISI - ex Zanussi di Scandicci), nonché l'obiettivo di autosufficienza energetica della nostra Regione. La stessa Fabiani ha espresso piena condivisione degli obiettivi dell'iniziativa promossa da SOS Rinnovabili e Legambiente Toscana.

Fabio Roggiolani, che oltre a esponente nazionale di primo piano di SEL è anche direttamente impegnato nel settore fotovoltaico, ha espresso fortissime critiche all'operato del Governo, succube dei poteri forti che fanno capo alle lobby delle fonti fossili e del nucleare, che vedono nella "concorrenza" delle fonti rinnovabili e nella conseguente riduzione dell'operatività delle proprie centrali termoelettriche un rischio talmente grande che evidentemente valeva la pena di mettere in ginocchio uno dei pochi settori economici vitali del nostro Paese. Lo stesso esponente di Sinistra Ecologia e Libertà ha anche raccomandato alla Regione di considerare il contributo delle nuove fonti rinnovabili, solare ed eolico in particolare, non "aggiuntivo" rispetto alla geotermia, ma "indipendente" da questa, pena l'esclusione della Toscana dal circolo delle Regioni più virtuose e dalle opportunità economiche e occupazionali offerte dalle nuove tecnologie energetiche.

Roggiolani ha infine fortemente auspicato la partecipazione e la vittoria al prossimo Referendum sul nucleare del 12-13 giugno, al fine di escludere per sempre un'opzione costosissima, pericolosissima e ormai fuori dalla storia.

A chiusura dell'incontro, Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana ha evidenziato con ricchezza di argomentazioni l'importanza che il settore delle rinnovabili assume non solo - e non è poco - per l'autosufficienza energetica regionale e nazionale e per il miglioramento della qualità dell'ambiente, ma anche in quanto filiera produttiva manifatturiera, capace di raccogliere e promuovere competenze e know-how locale, sottolineando quindi le ricadute non solo ambientali ma anche sociali e culturali del settore.

Per questo, Baronti ha invitato a proseguire e incrementare energiche iniziative di protesta civile contro il decreto legislativo del Governo , auspicandone una revisione profonda e in grado di restituire certezze al settore e al mercato.

Il presidente di Legambiente Toscana ha ricordato infine come la moratoria di un anno decisa dal Governo sul nucleare non deve far abbassare la guardia e in particolare ha invitato a battersi a fondo per la partecipazione al Referendum del 12-13 giugno, per garantire anche alle future generazioni la libertà dalla schiavitù nucleare.

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