[23/03/2011] News

Nucleare, Cdm approva moratoria. Tutti i commenti

Wwf: «Scelta governo da ‘attendista stregone’»

LIVORNO. Il Consiglio dei ministri ha deciso una moratoria di 12 mesi sul nucleare. Lo riferiscono all'Ansa fonti governative. Ed arrivano subito i primi commenti. Per Greenpeace si tratta di «una foglia di fico con la quale l'esecutivo tenta di confondere le acque per dare a intendere ai cittadini che del referendum di giugno non c'è più bisogno».  «Il voto popolare del referendum -  sostiene Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia - segnerà la definitiva sconfitta dei piani di ritorno al nucleare in Italia e sanzionerà la sciatteria di questo esecutivo, che si muove più come un piazzista dell'atomo che come un'istituzione a garanzia e tutela della salute e del benessere del paese». 

Secondo Greenpeace, il governo ha svolto per mesi un'azione di disinformazione nei confronti della cittadinanza; e ha colpito duramente il settore delle energie rinnovabili, per assecondare gli indirizzi di Enel e arricchire l'industria nucleare francese.
«La tragedia di Fukushima - prosegue Barbera - li ha colti sul fatto: e ora che tutte le Regioni hanno espresso la loro contrarietà a ospitare nuove centrali, l'esecutivo non sa più dove andare a parare. Smettano pure d'arretrare confusamente dai loro piani: sarà il referendum a chiarire per sempre che l'Italia dice "no al nucleare" e che governo e lobby nucleari possono riporre definitivamente i loro insani progetti».

Per il Wwf «Questa ‘non decisione' aumenta un caos che automaticamente privilegia le fonti fossili: chi nell'incertezza del nucleare investirà in maniera decisa verso le rinnovabili, già indebolite con provvedimenti scellerati di riduzione degli incentivi  ancor prima della crisi del Giappone? E' chiaro che la scelta da vero ‘attendista stregone' del Governo mira a sgonfiare la tensione sul referendum»

Gaetano Benedetto, direttore delle politiche ambientali del WWF Italia, spiega «Già immaginiamo che qualcuno tra 12 mesi verrà a dirci che l'incidente in Giappone è dovuto principalmente  allo tsunami , evento che nel nostro paese non si verificherà mai e che, essendo le centrali previste in Italia più sicure di quelle giapponesi non ci sarà alcun problema. In realtà, come il Wwf ha documentato, il problema non è solo quello della sicurezza ma della prospettiva economica che si intende costruire nel futuro. Questa non può che esser basata sull'indipendenza energetica che certo non viene garantita dall'uranio, di cui l'Italia non dispone e il cui prezzo tutti gli economisti sostengono sarà destinato ad aumentare. Poiché già oggi abbiamo una potenza elettrica installata pari a più del doppio del picco massimo di consumo (che peraltro dura solo poche ore), e poiché abbiamo forniture energetiche già contrattualizzate per i prossimi 20 anni il problema è solo quello della prospettiva. Da un lato c'è il nucleare e dall'altro c'è un'economia diffusa e una ricerca applicata legata alle rinnovabili.  Gli italiani sembra che abbiamo già scelto da che parte stare e se il Governo vuole esser coerente con questo sentimento ormai popolare dovrebbe cancellare la previsione del nucleare garantendo che la Strategia energetica nazionale (che l'Italia sta ancora aspettando), sia basata su un progressivo superamento del fonti fossili attraverso un mix di tutte fonti rinnovabili. Se non lo cancella il Governo, ci penseranno gli italiani con il prossimo referendum».

Di altro tenore, come è ovvio, le parole di Alfonso Fimiani, Portavoce dei Comitati dell'Astensione: «Se la moratoria serve a svilire il clima ed a rendere più serena, dopo quanto accaduto in Giappone, la valutazione, ben venga. In ogni caso, noi non ne sentiamo l'esigenza: sappiamo già che il nucleare è una fonte di energia sicura, economica e pulita. Il dato di fatto è che, prima di Fukushima, quando non era ancora intervenuto il tam-tam mediatico anti-nuclearista, il 60% degli Italiani era a favore del nucleare. Oggi la paura ha preso il sopravvento: se la stampa ci desse lo spazio che meritiamo, saremmo in grado di controbattere a tutte le accuse mosse al nucleare, così come facciamo già nelle piazze e nei nostri incontri. Il problema è che continuiamo ad essere ignorati o, peggio ancora, censurati, la qual cosa ci costringe ad annunciare forme di protesta, civili e non violente». Che poi aggiunge: «Non avendo ancora letto il testo del provvedimento, sempre che lo stesso venga approvato in Parlamento, non sappiamo ancora quali saranno gli effetti sul referendum di giugno, ma una cosa è certa: garantendo la par condicio e la corretta informazione, la massa degli astensionisti consapevoli sarà la maggioranza ed il quorum non verrà raggiunto».

Duro, invece, il commento del Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: «La moratoria sul nucleare è l'ultima mossa disperata di un governo che teme il risultato delle urne ed escogita ogni tipo di trucco per boicottare il referendum di giugno». «Il governo Berlusconi - aggiunge - vuole affossare la consultazione referendaria creando una cortina di silenzio, proprio mentre dal Giappone arrivano notizie inquietanti visto che la crisi nucleare della centrale di Fukushima è ben lungi dall'essere risolta e mentre sta arrivando la nube radioattiva. Con ogni probabilità da domani sulla questione nucleare verrà potenziata una strategia di disinformazione  per arrivare alla consultazione referendaria nel silenzio più assoluto, anche al fine di far mancare il quorum a tutti i referendum, compreso quello che sta più a cuore a Berlusconi: quello sul legittimo impedimento - continua Bonelli -. Di sicuro dopo la moratoria il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e il presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare si devono dimettere perché hanno raccontato agli italiani bugie sulla sicurezza».

«Mentre da un lato il governo approva la moratoria dall'altro l'attività lobbistica continua - conclude Bonelli -. La settimana prossima Berlusconi manda il ministro Frattini a Washington per un seminario della Westinghouse che, insieme alla Ansaldo nucleare produce reattori nucleari: questa mossa serve anche a scaricare i francesi della Edf a favore della cordata Westinghouse-Ansaldo Nucleare».

«Comunque vada sarà un pasticcio, ma anche il funerale del nucleare» è il commento del senatore del Pd Francesco Ferrante. «E' impensabile - osserva - che tra un anno, quando tutto il mondo avrà fatto un passo indietro sull'energia atomica l'Italia decida di andare avanti in perfetta solitudine».

«Il Governo cerca di fare di necessità virtù. Oggi sarebbe infatti impossibile pensare di collocare un impianto nucleare in qualunque regione italiana. Il nucleare era e rimane una scelta sbagliata per l'Italia come resta una pessima legge che consente di costruire centrali nucleari e impianti di stoccaggio di scorie anche contro la volontà di Regioni, comuni e cittadini. La moratoria di un anno senza l'azzeramento di questo scellerato provvedimento non corrisponde ad un reale ripensamento ma è solo un limitare i danni a una scelta ideologica e antieconomica e alla quale sono contrari la maggior parte degli italiani», lo afferma Ermete Realacci.

«Il governo vuole solo evitare che gli italiani vadano al voto con l'incubo del ritorno dell'atomo nel Paese. Lo stop di un anno e addirittura due anni per decidere la strategia significa, di fatto, rimandare ogni scelta non solo oltre le prossime elezioni amministrative ma anche oltre quelle politiche del 2013». A sostenerlo è il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza che aggiunge «E' fin troppo evidente che il governo sa bene che il Paese non vuole il nucleare e che insistendo perderebbe consensi come dimostrano anche gli ultimi turni elettorali tedeschi dopo la decisione della Merkel di allungare la vita delle vecchie centrali. Così fa il camaleonte, si camuffa e fa finta di ripensare a una politica energetica che invece non ha alcuna intenzione di cambiare. Del resto è cosa già vista con le ultime elezioni regionali. Oggi è difficile pensare che gli italiani caschino in questi trucchetti. Andremo a votare in massa il referendum contro il nucleare».

«L'annuncio della moratoria per un anno sul piano nucleare dimostra quanto grande sia la ‘fifa' del governo, di fronte ai sondaggi che evidenziano la contrarietà della grande maggioranza degli italiani. La moratoria sarebbe un atto minimo di saggezza, se frutto di un ripensamento sincero: in questo caso appare invece  uno strumentale specchietto per le allodole, perché nasce solo dalla paura di perdere consensi e di perdere il referendum. Per essere credibile, il governo dovrebbe infatti cancellare i provvedimenti per il ritorno al nucleare. Anche a prescindere dai problemi irrisolti legati alla sicurezza degli impianti, drammaticamente confermati dalla vicenda giapponese, il nucleare era e rimane per l'Italia in ogni caso una scelta sbagliata, perché costosa, inutile, subalterna. Possiamo farne a meno. C'è un'altra politica energetica possibile, che punta sempre più sull'efficienza e sulle rinnovabili. Il futuro è lì, non nel nucleare»: questo il commento di Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti Democratici sulla decisione del Consiglio dei Ministri.

«Finalmente una Confessione Sincera del Ministro Romani: la Sicurezza degli impianti  è stata ignorata nella scelta  nucleare di Berlusconi e del suo Governo! "Non è in discussione che il Paese debba andare verso l'energia nucleare ma i tragici eventi del Giappone impongono di riflettere sulla sicurezza degli impianti e di aprire  un dibattito europeo sulla affidabilità degli stress test delle 150 centrali nucleari del continente"; una dichiarazione del Ministro Romani che se da una parte è la esplicita confessione che nella violenta ed antidemocratica imposizione del nucleare al Paese da parte del Governo è stata fondamentalmente ignorata la sicurezza degli Impianti,  dall'altra esprime una assurda, incredibile, totalmente irrazionale contraddizione: se  non vi è sicurezza,  come può il Paese andare verso l'energia nucleare?

Non si sarebbe verificata perché la schiacciante  vittoria del SI alla cancellazione del nucleare che comunque si sarebbe ottenuta  e si otterrà al  prossimo referendum di giugno l'avrebbe impedita, ma gli impianti realizzati sarebbero stati intrinsecamente insicuri!»

Lo hanno detto Guido Pollice, Presidente Nazionale VAS, Riccardo Consales, Responsabile Nazionale VAS  Si contro il nucleare Antonio D'Acunto, Presidente Onorario VAS Campania

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