[22/03/2011] News

Consiglio Ue energia: «Stress test in tutte le centrali nucleari». Il governo verso la moratoria di un anno?

LIVORNO. Il Consiglio europeo straordinario convocato di corsa dalla presidenza di turno ungherese dell'Ue  ha deciso oggi che vengano fatti "stress test" su tutte le centrali nucleari dell'Ue , una decisione attesa ma che potrebbe essere una strettissima via di uscita per il nostro governo (che fortunatamente centrali non ne ha ancora) per prendere tempo senza perdere ulteriormente la faccia. La  Reuters riferisce che secondo una fonte governativa anonima «Dopo l'incidente nella centrale nucleare giapponese, il governo italiano sta decidendo una moratoria di un anno sul ritorno al nucleare, che potrebbe essere annunciata già oggi. E' una decisione che sta prendendo corpo, non so in che forma, con quale strumento. Si tratta di un provvedimento molto molto vicino, lo vogliono annunciare subito, anche oggi. Una moratoria potrebbe essere il modo di dare più tempo per fare una riflessione che sveleni il clima che c'è».

Il referendum, sondaggi alla mano, fa paura al governo che quindi lascia trapelare la moratoria nucleare proprio nel giorno in cui la commissione attività produttive del Senato deve votare il parere sul decreto legislativo sull'individuazione dei siti per i nuovi impianti nucleari ed alla vigila della scadenza del decreto sul nucleare e del Consiglio dei ministri che dovrebbe discutere delle modifiche e integrazioni al provvedimento.

Sempre alla Reuters un'altra non meglio definita fonte governativa dice che «Parlare di una moratoria di un anno è audace. Si tratta invece di una pausa di riflessione in vista degli "stress test" europei sulla sicurezza degli impianti nucleari in Europa».In serata poi la conferma del ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, dopo essere stato ascoltato dalla Commissione Industria del Senato: «Al consiglio dei ministri di domani faremo una dichiarazione di moratoria per un anno per quanto riguarda le decisioni e l'attivazione della ricerca dei siti per le centrali nucleari».

Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, ormai marca stretta la maggioranza di centro-destra sempre più nel panico: «Ogni giorno il governo escogita un trucchetto da baro per sabotare i referendum ed impedire ai cittadini di esprimersi democraticamente sul nucleare: oggi è il turno della moratoria, notizia diffusa ad arte per creare confusione. La moratoria di un anno di cui si parla, però, non farà decadere il referendum abrogativo, perché il quesito può decadere solo in presenza di un decreto abrogativo rispetto al provvedimento con cui si reintroduce il nucleare in Italia. Chi siede a Palazzo Chigi si deve semplicemente vergognare per il continuo tentativo di affossare i referendum: stanno giocando al gioco delle tre carte con una questione fondamentale per il futuro e la sicurezza del Paese. Ormai sono disperati e le stanno provando tutte perché sono terrorizzati da quello che può uscire dalle urne».

Tamás Fellegi, ministro dello sviluppo ungherese dopo la riunione straordinaria dei ministri dell'energia a Bruxelles ha detto che «E' nell'interesse di tutti gli Stati membri partecipare alla valutazione della sicurezza e del rischio delle centrali nucleari. Bisogna chiaramente distinguere la situazione del Giappone, colpito da una catastrofe  naturale, da quella della Libia, Paese in preda ad una guerra civile; queste crisi hanno però entrambe delle ripercussioni importanti sui mercati internazionali dell'energia e una risposta adeguata è quindi necessaria». L'Unione europea  deve fornire un aiuto umanitario e tecnico ai Paesi che ne hanno bisogno».

Sulla situazione a Fukushima i ministri hanno esaminato un rapporto del commissario Ue all'energia Günther Oettinger e gli Stati membri hanno reso conto delle iniziative prese. Dei 27 Paesi dell'Ue 14 hanno centrali nucleari in funzione. Dopo il disastro di Fukushima gli antinucleari sono più che attivi in tutta l'Ue e la maggioranza dei governi ha già avviato stress test nelle loro centrali.

Oettinger (con una qualche imprecisione) ha sottolineato che «Mentre la Germania attualmente discute della chiusura delle centrali nucleari, la Polonia e l''Italia, due Stati che fino ad ora non avevano fatto ricorso all'energie nucleare, pensano di aprirne delle nuove. Dato che una tale decisione riguarda la competenza degli Stati membri, i rischi devono essere ridotti al minimo. Ogni centrale nucleare dovrà essere rivista e i criteri da applicare devono tener conto degli interessi degli Stati membri che non dispongono di centrali di questo tipo. Abbiamo bisogno di norme comuni in Europa».

Le centrali nucleari andranno riviste entro quest'anno. «Niente deve essere dissimulato ai cittadini e noi dobbiamo anche evitare il panico» ha detto Fellegi . Gli Stati membri hanno approvato le conclusioni che puntano a sottoporre le centrali a stress test per una valutazione globale della sicurezza e dei rischi e che prevedono un'analisi sismica per determinare il tasso di probabilità delle conseguenze di un terremoto e il controllo del grado di protezione delle centrali contro eventi come gli attacchi terroristici o l'impatto di un aereo civile. I test r terranno conto anche dell'età, del tipo e dei parametri tecnici delle centrali nucleari.

Fellegi ha però aggiunto che «Gli Stati membri sono liberi di decidere se vogliono sottomettere le loro centrali a questa valutazione, i cui criteri saranno finalizzati dopo un'analisi completa degli avvenimenti accaduti in Giappone. Gli Stati membri si sono accordati sulla necessità di un'analisi globale della sicurezza e del rischio. Non è ancora stato deciso sulle conseguenze che potrebbe avere l'eventuale fallimento di una centrale nucleare a questi test».

Il documento finale sottolinea che «E' indispensabile, dal punto di vista della sicurezza, che i Paesi vicini dell'Unione europea si sottomettano ugualmente ad una tale valutazione».

Il consiglio ha anche analizzato la conseguenza dei fatti giapponesi e libici sul mercato energetico. In Libia, anche se le strutture petrolifere hanno subito pochi danni, la produzione è calata ad un terzo, colpendo soprattutto Italia, Francia, Spagna e Germania, ma il crollo libico è stato tamponato dall'aumento di produzione in Arabia Saudita. Una situazione simile si ha per il gas, con Italia e Spagna che hanno dovuto trovare altre fonti di approvvigionamento.

In Giappone la capacità produttiva delle raffinerie è calata di un terzo dopo lo tsunami, ma senza conseguenze di rilievo sui mercati orientali. Quindi  gli equilibri globali del mercato energetico dell'Ue non sono a rischio.

Mentre i ministri erano riuniti a Bruxelles è arrivata la notizia che  la nube radioattiva giapponese è arrivata in Europa e i suoi fortunatamente bassi livelli radioattivi potrebbero raggiungere l'Italia fra un Paio di giorni. Secondo la Comprehensive Test Ban Treaty Organisation dell'Onu le particelle radioattive sarebbero già arrivate in Islanda passando per gli Usa, dove in California vanno a ruba i kit di sopravvivenza antiatomici.

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