[22/03/2011] News

Fukushima, al via le analisi sulla radioattività dell’acqua di mare

LIVORNO. Secondo l'ultimo comunicato pubblicato da  World Nuclear News (Wnn), l'agenzia stampa delle multinazionali nucleari, «Alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi il trend delle radiazioni è stato verso il basso per diversi giorni, ma è recente aumentato per le piogge. La contaminazione degli alimenti appare attualmente limitata».  Stamattina alle 4.15 l'International atomic energy agency in un aggiornamento sull'incidente nucleare spiega che «Le autorità giapponesi hanno riferito che misureranno la radioattività nell'ambiente marino intorno alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Il monitoraggio sarà condotto il 22 e 23 marzo dalla Japan agency for marine-earth science and technology (Jamstec).  I campioni di acqua di mare raccolti in otto località saranno campionati e analizzati dalla Japan atomic energy agency (Jaea), ed i risultati saranno forniti il ​​24 marzo. L'analisi comprenderà le  concentrazioni di radionuclidi presenti nelle acque di mare e dose rate. L'Iaea continuerà a seguire queste informazioni».

Secondo un rapporto della Tepco, cesio e iodio radioattivo in dosi molte volte superiori al normale è stato già trovato nell'acqua di mare nelle vicinanze di Fuikushima, ma «E' ancora troppo presto per valutare l'impatto dei contaminati in mare sulla pesca».

Nell'ultimo aggiornamento di ieri alle 23.45 sullo stato della centrale nucleare di Fukushima  Daiichi l'Agenzia nucleare dell'Onu spiegava che «Le autorità giapponesi hanno notificato all'Iaea che gli sforzi per ripristinare l'alimentazione per la centrale nucleare di Fukushima Daiichi sono in corso. A partire dal 19 marzo alle ore 21, 46 Utc, il power centre dell'unità  2 aveva ricevuto elettricità. Il lavoro per ripristinare l'elettricità nelle unità 3 e 4 continua. E' stato segnalato del  fumo bianco visto provenire dall'unità 2 il 21 marzo alle ore 09.22 Utc. E' stato segnalato un pennacchio di fumo visto provenire dall'unità 3 alle  6.55 del 21 marzo, e questo è stato segnalato come "died down" due ore dopo. Tutti i lavoratori presso le unità dall'1 al  4 sono stati evacuati dopo che è stato visto il fumo dell'unità 3. Attualmente l'Iaea sta cercando informazioni supplementari sulla situazione dei lavoratori nel sito. Le autorità giapponesi hanno anche riferito che dell'acqua e stata spruzzata sul  Common Spent Fuel Pool, questo è iniziato il 21 marzo alle 1.37 Utc. L'Iaea sta cercando ulteriori informazioni su questo sviluppo e riferirà ulteriori aggiornamenti che saranno ricevuti dal Giappone».

Proprio la mancanza di informazioni preoccupa Greenpeace International: «La crisi nucleare di Fukushima Daiichi continua, segnata dalla confusione e dalla mancanza di informazione e di trasparenza. Oggi (ieri per chi legge, ndr)  il nostro team di esperti nucleari che monitora e segue i rapporti sul fumo che è uscito per almeno due ore dalla piscina del combustibile esaurito del reattore 3 della centrale nucleare. Le autorità hanno riferito che non riuscivano a identificare la causa del fumo o che cosa fosse in fiamme, ma hanno assicurato che i livelli di radiazione non erano aumentati. Tutti i lavoratori apparentemente provenienti dall'area nelle immediate vicinanze sono stati evacuati e, per quanto possiamo osservare, il lavoro è stato fermato durante la notte. Gli  official monitoring reports del nostro team di esperti hanno concluso che poi i livelli di radiazione attorno all'impianto sono aumentati in modo significativo durante l'incendio
Mentre i "Faceless 50", gli eroici lavoratori stanno rischiando la loro salute per contenere la crisi, dalle notizie arrivate durante il weekend, ora sembra che ben 700 lavoratori stiano lavorato in prossimità del sito al fine di ripristinare l'energia e la capacità di raffreddamento e probabilmente hanno ricevuto dosi elevate di radiazioni. Il reattore 3 aveva già provocato un allarme domenica, quando la proprietà dell'impianto, la Tokyo electric power company (Tepco), ha combattuto senza successo l'aumento di pressione all'interno del reactor pressure vessel. Domenica più tardi, la Nisa ha dato assicurazioni che non era necessario uno sfiato del vapore radioattivo in aria e in atmosfera per alleviare la pressione e non sarebbe avvenuto, sostenendo che l'aumento della pressione era dovuto al maggiore pompaggio di acqua di mare nel reattore. Nelle successive dichiarazione la Tepco ha detto che la temperature del reattore 3 era stata molto elevate, raggiungendo fino a 385 gradi Celsius, che indicano un'altissima pressione nel reattore, vicina alla sua  design pressure. Il Japan atomic industrial forum (Jaif ) in un suo rapporto di domenica ha riferito che la pressione nel reattore 3 è ora «sconosciuta» invece che «stabile». Questo è ben poco rassicurante».

Sempre lunedì è stata riportata una "fumata bianca" che esce dall'edificio che ospita il reattore 2. La Tepco ha detto che "crede" che il fumo sia "vapore acqueo" e che "Probabilmente non ha avuto origine dallo  stesso reattore o dalla piscina del combustibile esaurito". Questa è un'altra situazione poco chiara: molte poche informazioni sono disponibile, ma manterremo il monitoraggio».

L'altro fronte sempre più caldo è quello della sicurezza alimentare. Il portavoce del'organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha detto che quella del cibo contaminato in Giappone è una «Situazione grave» e che la contaminazione degli alimenti non è più solo un problema localizzato, come si credeva. E pensare che solo durante lo scorso fine  settimana la stessa Oms diceva che lo screening sulle importazioni di prodotti dal Giappone era inutile e che non c'era nessun problema. Lunedì ha cambiato opinione, dicendo che «E' molto più grave di quel che nessuno pensava nei primi giorni, quando abbiamo pensato che questo tipo di problema poteva essere limitato a 20 di 30 chilometri». Il governo del Giappone ha vietato il commercio di  latte e verdure in 4 prefetture. Intanto, secondo Greenpeace «I livelli di radiazione nel resto del Giappone sono rimasti all'incirca agli stessi livelli elevati, come nei giorni precedenti, anche se tracce di sostanze radioattive sono state rilevate nell'acqua in 9 prefetture».

La stessa Wnn ammette che «Le condizioni dei lavoratori sul luogo dell'impianto sono state in qualche modo alleviate, negli ultimi giorni, grazie al successo degli sforzi per riempire le piscine del combustibile. Ma ci sono considerazioni di sicurezza su una scala del tutto diversa da quelle delle zone vicine già evacuate o più lontane, in città come Tokyo». Secondo l'agenzia stampa nucleare «I detector di radiazioni nel Giappone centrale hanno mostrato valori elevati dopo l'incidente di Fukushima,  peggiorati il 15 e 16 marzo, con lo sfiato del contenimento del reattore, l'apparente danneggiamento della torus suppression chamber dell'unità 2 e gli incendi e le esplosioni delle unità 1, 3 e 4. I detector in diverse regioni, ma soprattutto al sud nella vicina prefettura di Ibaraki, hanno mostrato chiari picchi di radiazioni. Verso le 07,30 del 15 marzo ad un certo punto hanno mostrato misurazioni di 5 microsieverts all'ora nel villaggio di Tokai, come picco a breve termine, ma questo è diminuito (con qualche oscillazione) a meno di 1,0 microsieverts all'ora il 20 marzo. E' risalito a poco meno di 3 microsieverts all'ora dalle 18,00 del 21 marzo, probabilmente a causa delle precipitazioni diffuse nella zona. La misurazione della radiazione di fondo ad Ibaraki, fornite dal Mext (il ministero della scienza giapponese) mostrano un livello di da 0,036 microsieverts a 0,056 microsieverts all'ora. Queste letture sono causati dal sovraccarico di passaggio di una miscela di gas e possibile particolato fine dalla centrale nucleare, che si disperdono con la distanza. Inoltre i radionuclidi coinvolti sono anche in decomposizione, riducendosi così in potenza. Le letture rappresentano un valore per una singola località in una sola volta e così danno solo una vaga idea di quello a cui ogni singola persona in quella zona possa essere stata effettivamente esposta. Ai livelli di cui sopra, il passaggio del materiale avrà avuto alcun effetto misurabile sulla salute della popolazione in generale».

Nonostante la Wnn difenda a spada tratta il comportamento della Tepco e del governo giapponese  e minimizzi gli effetti delle radiazioni, poi è costretta a dire nel suo ultimo aggiornamento a  che «La presenza di alcuni radioisotopi negli alimenti è stato confermato da controlli governativi per lo iodio-131 e cesio-137. Alcuni sono stati notati al di sopra dei conservative indices della Nuclear safety commission giapponese, che vengono attualmente applicati come regolamentazione in Giappone. Gli indici si basano sul consumo di cibo di una persona a livelli elevati per un anno intero, non semplicemente per un pasto unico. Lo iodio-131 ha una emivita di otto giorni, il suo rischio significativo passa in un breve periodo dopo il rilascio. Il Cesio-137, invece, ha una vita media di quasi 31 anni e quindi potrebbero presentare un rischio a lungo termine per l'agricoltura. Entrambi sarebbero soggetti all'azione dell'acqua nel tempo, che può dilavare i contaminanti in mare a seconda del tipo di terreno su cui vengano depositati. Nella prefettura di Ibaraki, in alcuni campioni di ortaggi a foglia, come cipollotti e spinaci, sono stati misurati indici di iodio-131 al di sopra del livello dei 2.000 becquerel per chilogrammo, o di 500 becquerel per chilogrammo di cesio-137. Nella città di Kawamata, tre campioni di latte hanno mostrato livelli sopra i 300 becquerel per chilogrammo di iodio. Cesio-137 è stato rilevato in un campione, ma in concentrazioni al di sotto degli indici. Finora, 40 dei 46 test di acqua potabile non hanno mostrato alcuna rilevazione di iodio-131 e cesio-137. 6  hanno mostrato segni di iodio-131, ha detto la International atomic energy agency, anche se la concentrazione era al di sotto dei criteri di controllo d'emergenza. E' possibile che le precipitazioni in corso portino i contaminanti a terra più rapidamente di quanto sarebbe accaduto in condizioni secche. Di conseguenza, questo nei prossimi giorni potrebbe portare ad ulteriori rinvenimenti di contaminazione superiori agli index levels. pillole di ioduro di potassio sono state  distribuite ai centri di evacuazione per la protezione contro la possibilità che lo iodio-131 possa essere assorbita dalla tiroide delle persone, che è il più evidente rischio di cancro da questo tipo di emissioni radioattive. Alle persone evacuaste dalla zona di 20 Km e che hanno viaggiato nell'ulteriore zone di 10 km è stato raccomandato dal 16 marzo di prendere la dose appropriata di ioduro di potassio».

La preoccupazione sembra altissima anche tra i minimizzatori di professione. 

Torna all'archivio