[22/03/2011] News

Il cuore opaco dell'accordo sulle materie prime tra Cina e Congo Rdc

LIVORNO. Il recente rapporto "La Chine et le Congo: Des amis dans le besoin", pubblicato da Global Witness, rivela che l'enorme potenziale dell'accordo da diversi miliardi di dollari firmato tra la Repubblica democratica del Congo e la Cina è a rischio per l'ipoteca rappresentata «Dall'opacità del contratto e da una definizione inadeguata delle sue principali modalità».

La firma dell'accordo sino-congolese risale al 2007 e in un primo tempo prevedeva un investimento di 9 miliardi di dollari in infrastrutture e settore minerario, il che all'epoca rappresentava un valore equivalente al bilancio statale della Rdc. L'accordo è stato rinegoziato nel 2009, scendendo e attestandosi a 6 miliardi di dollari.

Global Witness spiega che «Il Congo si è impegnato a fornire alle imprese di Stato cinesi fino a 10 milioni di tonnellate di rame e centinaia di migliaia di tonnellate di cobalto in cambio di un largo ventaglio di progetti di infrastrutture, tra i quali delle strade, delle linee ferroviarie, delle centrali idroelettriche, delle università e dei centri sanitari».

Attualmente l'accordo è solo a primi passi della messa in opera, ma il rapporto evidenzia le forti preoccupazioni suscitate da alcune delle sue disposizioni principali: «Nessuna delle due parti, congolese come cinese, ha mai spiegato in maniera soddisfacente il metodo di tariffazione del quale dovrebbero essere oggetto i minerali, né quale siano le infrastrutture chiamate ad essere costruite ed a quale costo. A causa di questa ambiguità, è molto difficile determinare se gli impegni siano rispettati. Una gran parte del rischio finanziario sembra pesare sulla parte congolese dell'accordo: a titolo di esempio, il Congo si impegna a che le imprese cinesi realizzino il 19% dei benefici, misura carica di rischi».

Secondo Lizzie Parsons, responsabile delle campagne di Global Witness, «In assenza di informazioni sugli impegni che sono stati presi, è impossibile sapere quali siano stati rispettati e anche se siano realmente sostenibili. Conseguentemente, è solo quando l'accordo sarà reso pubblico e tutti i pagamenti ad esso associati saranno stati giustificati, che i congolesi saranno sicuri dei vantaggi che gli saranno conferiti e sapranno se le ricchezze naturali del loro Paese apporteranno loro lo sviluppo che meritano».

Per esaminare l'accordo Global Witness ha utilizzato in gran parte una copia del contratto divulgata clandestinamente nel 2008 e la versione originale degli "statuts" del 2007. Inoltre l'Ong è entrata in possesso dei dettagli del contratto rinegoziato nel 2009 grazie a degli agganci politici nella Rdc e ad una sintesi pubblicata dal Fondo monetario internazionale.

"La Chine et le Congo: Des amis dans le besoin" denuncia anche altre cose: Nessuna versione dell'accordo è stata resa pubblica dalle differenti parti, il suo esame deve basarsio su degli esemplari divulgati clandestinamente; Alcuni interrogativi pesano sulla destinazione di circa la metà di un "pas-de-porte" di 50 milioni di dollari versate alla Gécamines, compagnia di Stato produttrice di rame e di cobalto; Una clausola che figura nella versione del contratto divulgata clandestinamente potrebbe dispensare la joint-venture incaricata dello sfruttamento delle miniere dal rispettare tutta la nuova legge adottata dal Congo; Le questioni relative alla protezione sociale e ambientale non sono in alcun modo tenute di conto nella versione del contratto divulgata clandestinamente.

Global Witness chiede al governo di Kinshasa di «Pubblicare integralmente l'accordo in vigore, comprese tutte le clausole e gli annessi supplementari». L'Ong reclama anche «Trasparenza totale e pieno rispetto degli obblighi fiscali per l'insieme dei pagamenti effettuati nel quadro dell'accordo, sia che siano in natura che sottoforma di minerali».

In un recente rapporto il gioverno di Pechino ha scritto che «Proprio come i raggi del sole sono il migliore antisettico, la trasparenza rappresenta la migliore sorveglianza del potere» e Global Witnesss dice che «Si tratta di un impegno benvenuto rispetto all'apertura dell'informazione: l'accordo sino-congolese offre alla Cina un'occasione opportuna di concretizzare questi principi».

La Parsons incalza i due governi: «Questo accordo, che dovrebbe dotare il Congo di infrastrutture per un valore di 3 miliardi di dollari, potrebbe trasformare l'esistenza di milioni di persone. Però, la popolazione congolese non è a conoscenza dell'ultima versione dell'accordo ed ignora tutto delle sue disposizioni più fondamentali. Le modalità dovrebbero essere migliorate ed un controllo accresciuto dovrebbe essere esercitato per garantire che l'accordo sia realmente all'altezza delle speranze. La Cina sta per firmare accordi simili in più Paesi dell'Africa. L'accordo sino-congolese sarà un test rivelatore per sapere se questo tipo di contratti conferisce realmente dei mutui vantaggi ai suoi firmatari».

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