[21/03/2011] News

“Traslochi” per salvare linci, aquile, desman e farfalle dai cambiamenti climatici?

LIVORNO. Gli scienziati sono molto preoccupati per le specie aliene che stanno occupando sempre più habitat e nicchie ecologiche a spese delle specie autoctone, eppure, secondo quanto scrive Chris Thomas, del dipartimento di conservation biology dell'università britannica di York,  in un opinion paper pubblicato da "Trends in Ecology and Evolution", solo un programma radicale di "colonizzazione assistita" potrebbe salvare le specie minacciate dai cambiamenti climatici.

Thomas è convinto che «Spostare le specie in pericolo è l'unica soluzione possibile per salvare alcune specie in pericolo per il clima in natura », questo tipo di strategia sarebbe applicabile in tutto il mondo e la Gran Bretagna potrebbe essere un potenziale rifugio per specie europee a rischio di estinzione.

Secondo il professor Thomas «Espandere la dispersione delle specie in pericolo può rappresentare la più efficace strategia di adattamento al cambiamento climatico a disposizione dei conservazionisti per ridurre i tassi di estinzione in tutto il mondo».

L'università di York fa un elenco di specie, per la quale la colonizzazione naturale è altamente improbabile, che potrebbero essere prese in considerazione per il loro trasloco in Gran Bretagna etra queste ci sono soprattutto specie "mediterranee" (anche italiane") e delle montagne meridionali europee.

Desman dei Pirenei (Galemys pyrenaicus), un piccolo mammifero insettivoro semi-acquatico che vive in un piccolo areale limitato ai ruscelli dei Pierenei nord.occidentali, a rischio di estinzione per il cambiamento climatico. Il suo spostamento e insediamento  nei torrenti della western Britainmay sarebbe fattibile.

Lince iberica (Lynx pardinus), il felino più minacciate del mondo Il gatto, che sopravvive in pochi esemplari solo nella penisola Iberica. La sua introduzione in Gran Bretagna la riporterebbe in un suo antichissimo areale che alla fine del  Pleistocene (circa 100 - 200 mila anni fa) è stato occupato della lince eurasiatica (Lynx lynx). Il trasloco di esemplari dei  Linx pardinus nel sud della Gran Bretagna rappresenterebbe un grande contributo alla reintroduzione di questo felino e sarebbe possibile per l'abbondanza di conigli, la preda principale della lince.

Aquila imperiale spagnola (Aquila heliacea adalberti), un raro rapace endemico della Spagna e del Portogallo, potenzialmente minacciatoe dal cambiamento climatico, la sua preda  principale sono i conigli.

Lisandra iberica (Polyommatus Hispanus), una farfalla il cui areale è limitato al nord della Spagna, alla Francia meridionale e all'Italia settentrionale. A serio rischio di estinzione per il cambiamento climatico, ma l'Inghilterra meridionale potrebbe diventare climaticamente adatta a questa specie che potrebbe essere ospitata nelle sue praterie calcaree.

Erebia triaria, una farfalla endemica delle montagne meridionali europee messa in pericolo dal cambiamento climatico; l'Inghilterra in futuro potrebbe rappresentare una parte considerevole di un suo nuovo potenziale areale di distribuzione. Le larve di questa farfalla si cibano di specie vegetali già comuni in Gran Bretagna.

Coleotteri acquatici iberici. Molte delle 120 specie endemiche di coleotteri acquatici della penisola iberica sono endemismi molto localizzati che occupano sorgenti e torrenti in uno o più aree di poche montagne. Sono minacciati dall'aumento della siccità.

Endemismi caucasici . Molte specie sono endemiche delle montagne del Caucaso e dei boschi umidi della costa orientale del Mar Nero e del Mar Caspio meridionale, dove sono previste forti riduzioni delle precipitazioni estive dalle quali dipende la sopravvivenza di molte di queste specie. Ad esempio, il noce nero del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia) è limitato ad un habitat umido di Caucaso, Turchia eIran. Questa pianta era presente nelle Isole Britanniche in precedenti periodi caldi, centinaia di migliaia di anni fa, e oggi vegeta tranquillamente nei giardini.

Le linee guida in materia di immissioni in natura a fini di conservazione prevedono solo il rilascio di specie in un'area già utilizzata, quindi le re-introduzione, piuttosto che l'introduzione, con l'obiettivo della ricostituzione di una specie nel suo areale di distribuzione originario e/o il ripristino di una comunità ecologica. Ma Thomas è convinto che ormai sia necessaria una politica più radicale, durante la sua ricerca ha scoperto che circa 2.000 specie introdotte si sono stanziate in Gran Bretagna senza distruggere le specie autoctone ed ora dice che «Se l'umanità vuole ridurre al minimo il numero di specie che si estinguono per tutte le cause, anche per il cambiamento climatico e per le invasioni delle specie. Aumentare la ricchezza di specie locali e regionali potrebbe portare ad un risultato positivo di specie, che possa portare è positivo, a condizione che ciò non si traduca in maggiori tassi di estinzione globali. Il  trasloco  rappresenta uno dei principali mezzi per salvare le specie dall'estinzione da cambiamento climatico, insieme al mantenimento di vaste aree di habitat di alta qualità (a basso impatto umano). Abbiamo bisogno di sviluppare una lunga "lista della spesa" dei potenziali  traslochi e, dove possibile, mettere in atto un monitoraggio delle popolazioni esistenti per aiutare a identificare quali azioni siano necessarie. Più le faremo, più i traslochi saranno difficili e costose. Ogni specie deve essere presa attentamente in considerazione per valutare l'equilibrio tra i potenziali benefici di aiutare a salvare una specie in estinzione e gli eventuali cambiamenti per le specie esistenti nel Regno Unito. La Gran Bretagna è un luogo ideale di destinazione per le specie traslocate. Una British assisted regional colonisation area potrebbe contribuire alla conservazione di specie globalmente minacciate. I rischi per le specie indigene della Gran Bretagna sarebbero piccoli perché il trasloco avrebbe luogo all'interno di una stessa vasta regione geografica. I più grandi declini delle specie autoctone, come ad esempio lo scoiattolo rosso, in Gran Bretagna derivano da traslochi a lunga distanza».

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