[08/03/2011] News

Senza alcuna logica

LIVORNO. Oggi il Sole24Ore propone ben 3 speciali: uno sulle energie; uno sullo sviluppo sostenibile; uno sulla siderurgia; mentre in un'altra pagina si intervista il responsabile di Confindustria per la banda larga. E tutto si tiene in modo armonico rendendo ancor più stridente le incessanti note stonate che suona l'attuale governo in carica in questo paese. Partiamo appunto dalla siderurgia, che ha ritrovato (un po') di slancio dopo la crisi del 2008 grazie anche al settore delle rinnovabili: le torri  dei parchi eolici, così come gli scheletri che sorreggono i pannelli fotovoltaici, sono quasi interamente in acciaio. Proprio in questi ultimi mesi - spiegano gli addetti - l'acciaio italiano aveva cominciato a trovare sbocco non soltanto nelle produzioni estere (che comunque costituiscono uno sbocco di mercato significativo), ma anche nel made in Italy: «La partita, se le nostre aziende sapranno far valere la loro storica affidabilità, si concentrerà sugli acciai speciali, mentre le produzioni siderurgiche a basso valore aggiunto solo lontanamente potranno giocare un ruolo rilevante», spiega Gianfranco Tosini, responsabile dell'ufficio studi di Siderweb.com.

«Gli impianti fotovoltaici richiederanno impiego di acciaio sia per le strutture di sostegno dei pannelli - prosegue - sia come sostrato per la stesura di silicio in forma amorfa. Per lo sfruttamento dell'energia eolica, l'attenzione si concentrerà invece sulla produzione di alberi affidabili, caratterizzati da una pulizia interna che limiti le avarie innalzando l'affidabilità generale».

Ma è chiaro che un provvedimento come quello varato dal Governo sulle energie rinnovabili e che, nonostante tutti gli appelli delle associazioni del settore a non farlo, è stato firmato dal presidente della Repubblica, va in direzione contraria ad ogni logica di buon senso ed educativa. Di buon senso perché, come dimostrato dall'acciaio, anche le attività produttive più tradizionali beneficiano dell'indotto derivato dalle rinnovabili. Di buon senso anche perché - e qui apriamo il terzo degli speciali del Sole24Ore -  ogni 3 nuovi posti di lavoro, uno è ascrivibile al campo della green economy: certificatore energetico, auditor ambientale, Energy manager, eco design... senza dimenticare il campo della ricerca, non tanto quella di base che è sempre più avvilita dalle scelte di chi ci governa, ma quanto quella finalizzata e orientata dalle imprese alla sostenibilità economica, che finisce quasi sempre per interessarsi della sostenibilità ambientale, in termini di efficienza e risparmio energetico o di materia, come appunto nel caso del riciclo dell'acciaio: per far fronte alla crisi e ai costi della materie prime negli ultimi 3 anni è aumentato il riciclo degli scarti della lavorazione dell'acciaio (quindi riciclo post produzione, mentre per il riciclo post consumo la situazione non è così positiva, visto che appunto riguarda la sfera di interesse più del pubblico che del privato), anche se poi anche in questo caso dobbiamo evidenziare la mancata chiusura della filiera, visto che gli scarti recuperati vengono quasi tutti esportati all'estero e solo in minima parte riciclati nella Penisola.

La miopia del cosiddetto decreto Romani è quindi evidente sotto ogni punto di vista, ma ben si sposa per esempio anche col concetto di educazione sbagliata: in un paese in cui si vuol far passare per nuova una tecnologia obsoleta ed economicamente insostenibile come quella nucleare, - facendone alfiere un medico bravissimo, che però è bravissimo nel suo campo come oncologo, ma di nucleare, tecnicamente, sa davvero poco o nulla - non ci si può poi lamentare se il sondaggio di Greenbean evidenzia che la fascia d'età meno consapevole dei rischi e più lontana dal concetto di sostenibilità sia quella tra i 15 e i 24 anni. Oppure che l'imprenditoria italiana sia culturalmente arretrata sul fronte internet, come sostiene il presidente del comitato banda larga di Confindustria Gabriele Galateri di Genola, nel suo maldestro e imbarazzante tentativo di scaricare sulle imprese le inefficienze del governo, che ricordiamolo, ha svilito le risorse della banda larga dai già miseri 800 milioni previsti inizialmente ai ridicoli 77 attuali.

Del resto si sa, il Governo è adesso concentrato in una riforma che ha definito "epocale" ovvero quella della giustizia e non ha tempo per occuparsi dei problemi di un paese che va a rotoli insieme alla sua scuola pubblica sempre più tagliata, e con tassi di disoccupazione dell'11% che diventano il 30% se si guarda a quella giovanile, tutti cittadini che siamo certi non pensano ad altro che alla questione cruciale della separazione delle carriere per i magistrati...

Torna all'archivio