[21/02/2011] News

Se salta la Libia. Le paure italiane e dell’Ue

LIVORNO. Mentre la Libia del nostro fedelissimo e bizzoso alleato Muammer Gheddafi sprofonda in una rivolta repressa nel sangue dalla guardie pretoriane e dai mercenari stranieri del dittatore, mentre a quanto pare un pezzo dell'esercito (che portò al potere Gheddafi in un lontanissimo 1971) si schiera con la rivolta che è anche regionale e berbera e sui palazzi del potere sventola la bandiera rossa, verde e nera con la mezzaluna e la stella della rivoluzione libica e della senussia, mentre le tribù ribelli minacciano di interrompere i flussi del petrolio verso l'Italia e l'Ue, mentre si parla di fuga di Gheddafi, mentre il personale straniero abbandona gli impianti petroliferi davanti alla folla dei manifestanti che lo accusano di complicità con la dittatura...il nostro finora silente ministro degli esteri, di fronte al collasso brutale di un regime che doveva garantirci la sicurezza della sponda sud, non riesce a dire nient'altro che «il processo di riconciliazione nazionale deve partire in modo pacifico arrivando poi ad una Costituzione libica: sarebbe un obiettivo fondamentale». E a paventare la divisione della Libia con la costituzione di un emirato islamico in Cirenaica. Frattini sa bene che se la rivoluzione libica vincerà, proprio come successe ai tempi del colpo di Stato di Gheddafi contro la monarchia filo-italiana, il conto i rivoltosi lo presenteranno ai noi, al nostro governo che fino a ieri diceva per bocca del nostro premier di non voler disturbare l'amicone Gheddafi troppo impegnato a far massacrare il suo popolo a Bengasi, il cuore della rivolta dove, già al tempo della provocazione anti-islamica leghista di Calderoli (oggi ministro della Repubblica), venne preso d'assalto il nostro consolato. 

Almeno la rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, per nel pieno marasma dell'evidente fallimento delle politiche neocoloniale europee in Medio Oriente ha ribadito che «L'Unione europea è estremamente preoccupata per gli avvenimenti in Libia e per la morte di un numero molto elevato di manifestanti. Noi condanniamo la repressione contro manifestanti pacifici e deploriamo la violenza e la morte di civili. Noi Esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie e agli amici delle vittime. L'Ue esorta le autorità a dar prova di moderazione e calma e di astenersi immediatamente dall'ulteriore uso della violenza contro manifestanti pacifici. La libertà di espressione e il diritto a riunirsi, come previsto in particolare dall'International Covenant on Civil and Political Rights,  sono diritti umani e libertà fondamentali di ogni essere umano che devono essere rispettati e tutelati. L'Ue invita le autorità a cessare immediatamente il blocco dell'accesso pubblico a Internet e alle reti di telefonia mobile. L'Ue esorta inoltre le autorità a consentire ai media di lavorare liberamente in tutto il paese. Le legittime aspirazioni e le esigenze del popolo ad una riforma devono essere affrontate in Libia attraverso un dialogo aperto e significativo».

Intanto l'Ue prova a tappare la falla che si è aperta nella sua frontiera sud con le rivoluzioni tunisina ed egiziana  e che rischia di diventare una voragine con il crollo del regime di Gheddaffi o con una guerra civile prolungata in Libia. Sempre la Ashton ha detto: «Sono lieta di annunciare che da oggi sarà ufficialmente dispiegata la missione Hermes di "Frontex" per assistere le autorità italiane a  gestire l'afflusso di immigrati dal Nord Africa, in particolare gli arrivi dalla Tunisia, sull'isola di Lampedusa.  La missione fa parte di un più ampio quadro di misure della Commissione europea per gestire questi flussi migratori eccezionali. Altre azioni includono la cooperazione con le autorità tunisine, l'identificazione delle dotazioni di emergenza e di assistenza finanziaria da parte dell'Ufficio europeo di polizia (Europol). Accolgo con favore anche la discussione tempestiva dei ministri degli affari esteri circa l'assistenza globale dell'Ue per la Tunisia prevista per lunedì. Il popolo tunisino chiede democrazia e di sviluppo economico e sociale. Affrontare tali questioni diminuirà l'immigrazione irregolare. Come parte della missione di Hermes, verranno dispiegati esperti degli Stati membri partecipanti insieme al supporto aereo e navale per assistere le autorità italiane. Le risorse umane e tecniche potrebbe essere aumentata in funzione delle esigenze future.

Sulla base del piano operativo che è stato concordato con le autorità italiane, gli esperti di Frontex assisteranno i migranti per il debriefing e gli interriogatori. Particolare attenzione sarà rivolta a identificare quelli che possono aver bisogno di protezione internazionale. Frontex darà anche il supporto aereo e navale per la sorveglianza delle frontiere. La missione è stata lanciata quattro giorni dopo il ricevimento della richiesta ufficiale da parte delle autorità italiane. Questo è un chiaro segnale di solidarietà europea tra Stati membri e una prova concreta dell'impegno della Commissione europea per aiutare l'Italia in questa situazione difficile».

Ma nessuno pensava che potesse crollare l'amico Gheddafi, aprendo un varco nella drammatica repressione non solo del suo popolo, ma anche dei migranti che arrivano dal Sahel e dalle ex colonie italiane del Corno d'Africa.

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