[20/01/2011] News toscana

Dal territorio aretino arriva deciso l'attacco ai Consorzi di bonifica

FIRENZE. Ad Arezzo comune e provincia la pensano allo stesso modo: i consorzi di bonifica vanno aboliti. Dopo la presa di posizione di ieri del sindaco Fanfani che in una lettera inviata al presidente della Regione sostiene come i Consorzi di bonifica non siano la risposta migliore alle esigenze di difesa del suolo, regimazione delle acque e attenzione alla spesa pubblica ed aggiunge che il ruolo e le competenze dovrebbe essere assunte dalle province, oggi prendendo la palla al balzo è intervenuto sul tema anche il presidente della provincia Roberto Vasai. «Sulla questione dei Consorzi di bonifica e della pletora di enti, agenzie, ambiti ottimali, che stanno tra i livelli istituzionali fissati dalla Costituzione, il mio pensiero è chiaro fin dalla campagna elettorale ed è scritto nel programma di mandato. Io credo che tutto debba essere ricondotto alle competenze di comuni, province, regioni e Stato. Questa è la semplificazione che ci chiedono i cittadini, anche per abbattere i costi della macchina pubblica. Ciò detto, è bene ricordare che i contributi di bonifica e i consorzi hanno la loro origine nella legislazione nazionale e quindi è a quel livello che deve intervenire il cambiamento fondamentale». Poi Vasai ha ringraziato il sindaco di Arezzo. «Colgo l'occasione per ringraziare il sindaco Fanfani delle belle parole e della fiducia espressa nei confronti della provincia, ma credo che sulla materia la Regione stia già lavorando con impegno e con piena consapevolezza, con l'obiettivo di mettere ordine e razionalizzare le attività di bonifica e di difesa del suolo» ha concluso il presidente della provincia. E questo è anche l'auspicio di greenreport, cioè che la legge di difesa del suolo, che a breve dovrà essere emanata dalla Regione, non sia solo un semplice riordino amministrativo di competenze, ma si entri nel merito delle funzioni che l'ente che sarà preposto ad operare dovrà svolgere, non per mettere il territorio in sicurezza (assurdo tecnico e obiettivo irraggiungibile), ma per ridurre la pericolosità, il rischio idraulico ed idrogeologico e mantenere o migliorare la qualità degli ecosistemi. Per raggiungere questo obiettivo inoltre è necessario che la legge di difesa del suolo si interfacci in modo approfondito con la pianificazione urbanistica.

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