[28/05/2013] News

Nuovi obblighi e obiettivi nell'aggiornamento del piano (Pan) per gli acquisti verdi (Gpp)

Sulla Gazzetta Ufficiale del 3 maggio è stato pubblicato il Decreto del Ministro dell'Ambiente (Corrado Clini) del 10 aprile che revisiona il "Piano d'Azione Nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione" adottato nell'aprile del 2008.

L'aggiornamento del Piano, con l'obiettivo di adeguarlo rispetto all'evoluzione del contesto politico e normativo nonché dei risultati delle esperienze nazionali ed internazionali di applicazione degli "appalti verdi", prende atto dell'accresciuta consapevolezza dell'importanza di un uso migliore degli appalti pubblici a sostegno di obiettivi politici e sociali dell'Unione Europea.

Il nuovo documento riconosce che questo stia avvenendo non soltanto a causa delle "emergenze ambientali su scala globale e locale, ma anche per motivi macroeconomici, ancor di più strategici in considerazione della crisi economico finanziaria che stiamo subendo" e che i prodotti "ambientalmente migliori" siano, in prospettiva, "i più competitivi perché caratterizzati da un uso più efficiente delle risorse e dell'energia, più facilmente riutilizzabili e, se riciclati, in grado di valorizzare il ciclo dei rifiuti".

Anzi, il Piano si spinge oltre, affermando come le crescenti pressioni su combustibili fossili e su materie prime faranno dei "prodotti verdi" l'unica soluzione economicamente sostenibile che, oltre a limitare le ulteriori pressioni sull'ambiente, sarà in grado di ridurre rischi economici e l'esposizione agli shock dei prezzi delle materie prime.

Innanzitutto, la revisione del Piano ha definito l'obiettivo per gli "appalti verdi" a livello nazionale, ossia il raggiungimento della quota del 50% entro il 2014. E' utile rilevare che il Ministero dell'Ambiente considera come "verdi" gli appalti che integrano i "criteri ambientali minimi" (CAM) secondo le indicazioni riportate nei singoli Decreti ministeriali che li adottano, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.

I CAM sono indicazioni tecniche di natura ambientale (e quando possibile, anche etico-sociale - vedi oltre), elaborate dal Ministero dell'Ambiente, che possono riguardare la varie fasi di un appalto (definizione dell'oggetto dell'appalto, delle specifiche tecniche, dei criteri di selezione, dei criteri di aggiudicazione e delle clausole di esecuzione contrattuale) e che se adottate in un appalto, lo qualificano come "verde".

L'obiettivo del 50% riguarda sia il numero che il valore dei "contratti verdi" rispetto al numero e al valore totale dei contratti realizzati per ogni categoria di beni, servizi o lavori per le quali siano stati definiti i CAM.

Il monitoraggio dell'applicazione dei CAM da parte delle amministrazioni pubbliche italiane, affidato all'Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici (AVCP), non è ancora ottimale e dovrà essere perfezionato per consentire un'efficace registrazione ed elaborazione dei dati utili.

E' utile evidenziare che l'applicazione dei CAM non è obbligatoria, bensì volontaria, ad eccezione di quelli relativi ai veicoli adibiti al trasporto su strada, in attuazione del D.Lgs. 24/2001, che ha recepito la Direttiva 2009/33/CE sui "veicoli puliti" rinviando ai criteri definiti dal successivo DM Ambiente.

La revisione prevede che il campo di applicazione del Piano sarà ampliato a settori finora non considerati, tenendo conto dello sviluppo dei criteri ambientali sviluppati a livello europeo.

Dal 2008 ad oggi sono stati definiti i criteri ambientali minimi per 11 categorie di beni, servizi e lavori: ammendanti, carta in risme, prodotti tessili, arredi, apparati per l'illuminazione pubblica, apparecchiature da ufficio (PC, PC portatili, fotocopiatrici, stampanti, multifunzione), servizi di ristorazione collettiva e forniture di derrate alimentari, serramenti esterni, servizi energetici per gli edifici (servizio di illuminazione e forza motrice; servizio di riscaldamento e raffrescamento), veicoli adibiti al trasporto su strada, servizi di pulizia e fornitura di prodotti per l'igiene. La revisione del Piano intende estendere le categorie oggetto dei CAM, ad esempio, alle attrezzature elettromedicali e ai prodotti utilizzati in ambito sanitario, considerato il loro potenziale di impatto economico e di riduzione degli impatti ambientali.

Tra le altre novità vi è l'indicazione di considerare anche criteri sociali oltre a quelli ambientali, segnando così il passaggio dal concetto di "appalto verde" a quello di "appalto sostenibile", integrando la dimensione sociale della sostenibilità. L'Italia è uno dei pochi Paesi a livello internazionale ad aver adottato formalmente, a livello governativo, una vera e propria guida per l'integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici (Decreto del Ministro dell'Ambiente del 6 giugno 2012). La guida ha l'obiettivo di indicare una metodologia per l'integrazione del concetto di "lavoro dignitoso" nelle catene di fornitura delle amministrazioni pubbliche,  ossia del rispetto, lungo le filiere produttive, delle Convenzioni cosiddette "fondamentali" dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e delle Convenzioni che fanno riferimento al lavoro dignitoso (salute e sicurezza, salario, orario di lavoro e sicurezza sociale). La revisione del PAN GPP affronta in modo significativo gli aspetti sociali, indicando l'opportunità della loro integrazione negli appalti di categorie merceologiche particolarmente rischiose, come i prodotti tessili e agricoli, o comunque quelli caratterizzati da una catena di fornitura che si sviluppa in "Paesi a rischio" di mancanza di tutele dei diritti umani e di condizioni di lavoro non dignitose. Il tema delle condizioni di lavoro lungo le catene di fornitura è particolarmente caldo in questo periodo, visto i recenti fatti accaduti vicino a Dacca, in Bangladesh, con i 1.127 morti nel crollo delle fabbriche del palazzo del Rana Plaza. La guida del Ministero ha proprio l'obiettivo di affrontare il tema dell'eticità delle commesse pubbliche, per evitare che con i soldi dei contribuenti, i soldi di tutti, vengano acquistati prodotti realizzati in condizioni di sostanziale schiavitù.

Altro punto significativo della revisione del Piano è il rafforzamento del ruolo delle "centrali di committenza" nell'applicazione degli acquisti sostenibili. Queste centrali hanno una grande potenzialità nella diffusione del GPP perché tutte le amministrazioni pubbliche sono sostanzialmente obbligate ad acquistare attraverso di esse, ossia tramite gli strumenti che queste mettono a disposizione, come le convenzioni o il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA) di Consip. Le centrali hanno quindi questa grande potenzialità di orientamento del mercato, effettuando appalti pubblici di importi considerevoli, acquistando forniture e servizi o aggiudicando appalti o concludendo "accordi quadro" per conto di altre amministrazioni. Consip SpA (società del Ministero dell'Economia e delle finanze) è la principale centrale di committenza a livello nazionale, ma molte altre sono le centrali di committenza, sia di livello regionale (ARCA in Lombardia, Intercent-ER in Emilia Romagna, SCR in Piemonte, Empulia in Puglia, CAT in Sardegna, ecc.), sia di livello sub-regionale, come le tre ESTAV in Toscana, che svolgono le gare d'appalto per le strutture del sistema sanitario regionale, a partire dalle USL. Il nuovo Piano prevede che i "criteri ambientali minimi", quando disponibili, e ove tecnicamente possibile, devono essere integrati nelle gare svolte non solo da Consip, come avviene già dal 2008, ma anche in quelle effettuate dalle altre centrali, che sono anche tenute a comunicare annualmente l'avvenuta applicazione dei CAM o l'eventuale mancata applicazione e, in quest'ipotesi, anche le motivazioni di ordine tecnico che sono state alla base dell'impedimento.

Un attenzione particolare è dedicata poi alle Regioni, che sono invitate a includere gli appalti sostenibili nella normativa regionale e a elaborare Piani regionali per l'applicazione del PAN GPP comprendendo attività di comunicazione e formazione. Alcune Regioni, già in anni passati, come Sardegna, Liguria, Emilia Romagna e Puglia hanno adottato una normativa regionale che impegna le amministrazioni locali ha adottare specifici piani d'azione locali per gli appalti verdi.

La concreta applicazione del GPP da parte delle amministrazioni pubbliche è un indicatore di coerenza tra le politiche e le pratiche di sostenibilità. Recentemente alcune importanti istituzioni sono state oggetto di un richiamo pubblico a questa coerenza: Legambiente ha inviato una lettera ai Presidenti di Camera e Senato (Grasso e Boldrini) invitandoli a promuovere gli "appalti verdi" negli approvvigionamenti delle due istituzioni, e il Deputato Giulio Marcon ha presentato un'interrogazione scritta al Presidente del Consiglio dei Ministri (Letta), al Ministro dello Sviluppo Economico (Zanonato) e al Ministro dell'Ambiente (Orlando) per chiedere la revoca immediata della gara d'appalto indetta dall'ENEA relativa alla gestione del servizio mensa e snack-bar per nove delle proprie sedi (importo a base d'asta di oltre 6 milioni di euro), poiché essa non integra i CAM definiti per il servizio di ristorazione e adottati con DM Ambiente del 25 luglio 2011.

* è operatore di ARPAT e autore, con Silvano Falocco, del libro "Acquisti sostenibili" (Edizioni Ambiente), che sarà presentato a Livorno, sabato 1 giugno, ore 11.00, presso la libreria Feltrinelli, nell'ambito delle iniziative di "Quanto Basta. Festival dell'economia ecologica"

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