[23/05/2013] News

Ministro dell'Ambiente Orlando, buona la prima: linee politiche soddisfano Legambiente e Wwf

Realacci: «Se fosse per la relazione di Orlando il governo meriterebbe di durare a lungo»

Il presidente della Commissione ambiente e territorio e lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci, ha molto apprezzato quanto del ministro dell'ambiente Andrea Orlando durante l'audizione in commissione: «Pieno accordo con il ministro Orlando nel pensare i temi ambientali e la green economy come centrali per affrontare la crisi, produrre nuova economia e occupazione, ridisegnare la politica e le istituzioni. Impegnativa e positiva l'audizione del ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Andrea Orlando, in Commissione ambiente territorio e lavori pubblici della Camera.

Condivisibile in particolare la priorità data alla stabilizzazione del credito di imposta del 55% per il risparmio energetico in edilizia e alla sua estensione agli interventi di consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente. Non basta infatti prorogare di pochi mesi l'eco-bonus del 55%. E' necessario stabilizzarlo, estenderlo al consolidamento antisismico degli edifici, renderlo più efficace ed efficiente. Per quando riguarda la proroga delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edilizie, è utile se vincolata ad obiettivi di qualità, altrimenti non aiuta il futuro". 

«Bene anche l'obiettivo indicato dal ministro dell'Ambiente di arginare il consumo di suolo, arrivato secondo l'Ispra al ritmo di 8 metri quadri al secondo, così come quelli di intervenire per mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico e per bonificare i siti inquinati di interesse nazionale senza computare tali spese nel Patto di Stabilità. Accordo pieno, inoltre, sulla necessità di coniugare il diritto alla salute con il diritto al lavoro e di attuare rigorosamente tutte le prescrizioni previste dall'Aia per l'Ilva di Taranto. Se fosse per la relazione del ministro Orlando il governo meriterebbe di durare a lungo».

La relazione di Orlando, la cui nomina era stata accolta con scetticismo visto la sua inesperienza sui temi ambientali, sembra aver sorpreso positivamente anche le grandi associazioni ambientaliste.  Il Wwf sottolinea che «Per fermare il degrado del Belpaese c'è bisogno di un governo forte sui temi ambientali che sappia rappresentare l'Italia tra i Paesi più avanzati nelle politiche per lo sviluppo sostenibile e per la difesa del territorio. Bene ha fatto il ministro Orlando a rivendicare, di fronte al Parlamento, con orgoglio istituzionale il ruolo e la funzione del ministero dell'ambiente che nei soli ultimi 5 anni  è stato espropriato dei due terzi delle risorse ad esso dedicate  (nel 2009 il bilancio era di 1,2 miliardi di euro ed oggi è di 468 milioni) diventando di gran lunga il ministero con meno risorse tra quelli "con portafoglio".

Il Panda ha anche apprezzato il no di Orlando al consumo di territorio  e al degrado del patrimonio naturale, soprattutto mentre in Parlamento riemergono le tentazioni di realizzare un nuovo condono edilizio.

Il Wwf ricorda la cementificazione record dell'Italia, soprattutto lungo le coste, e che l'abusivismo edilizio   dal 1948 ad oggi ha prodotto «4,5 milioni di abusi edilizi (75.000 all'anno, 207 al giorno), favoriti da 3 condoni che si sono succeduti negli ultimi 16 anni (nel 1985, nel 1994 e nel 2003)».

Il Panda chiede ad Orlando di procedere con decisione alle revisione della Strategia energetica nazionale approvata con un recente decreto  interministeriale Clini/Passera e di effettuarla basandosi su due assi: «Obiettivo del 100% rinnovabili al 2050, definendo una strategia di transizione che porti all'abbandono progressivo delle centrali alimentate con combustibili fossili, procedendo subito a non costruire nuove centrali a carbone e ad olio combustibile e rinunciando al piano di trivellazioni petrolifere offshore. La definizione di una road map nazionale di decarbonizzazione e di uso efficiente delle risorse per i settori di produzione dell'energia elettrica, dei trasporti, dell'industria e dei servizi che sostengano la green economy».

Anche al presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, sono piaciute le linee programmatiche esposte da Orlando: «Esprimiamo grande soddisfazione per l'agenda politica presentata oggi del Ministro Orlando e il modo in cui intende affrontare alcune emergenze ambientali nazionali come il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo, due piaghe che stanno schiacciando il Paese e su cui occorre intervenire con una strategia politica e interventi precisi per dare un nuovo futuro all'Italia. Ma per far ciò è importante che l'agenda politica del Ministro Orlando sia condivisa anche da tutto Governo e dalla maggioranza e soprattutto che si abbia il coraggio di trasformare, una volta per tutte, i punti messi in agenda in risultati concreti, a beneficio di tutto il Paese. Bene inoltre le linee programmatiche riguardanti i reati ambientali e, come dichiarato questa mattina ad un quotidiano, la lotta all'abusivismo, dove finalmente si comincia a parlare di abbattimenti degli abusi. È bene che questi temi vengano affrontati, anche per contrastare pericolose derive presenti nella maggioranza.

Altrettanto importante la determinazione espressa in difesa dello sviluppo delle rinnovabili, boicottate dai precedenti governi. Il ministro dell'ambiente ha ricordato, infatti, il bene che le fonti pulite hanno e stanno portando, in termini di sviluppo sostenibile, green economy ed occupazione, in questo momento di grave crisi economica. Per questo le energie pulite devono diventare la strategia nazionale del Governo, abbandonando ogni possibilità di ritorno al carbone, sviluppando nuove tecnologie (come gli accumuli) e soprattutto arrivando urgentemente alla sburocratizzazione e semplificazione del settore».

Il Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, inoltre, non ha mancato di toccare il tema dei rifiuti. Da quanto è possibile leggere nelle sue linee programmatiche, proporrà al governo anche «la revisione della tassa sui rifiuti, nella logica di introdurre elementi di certezza e proporzione tariffaria che oggi nel sistema normativo Tarsu, Tia e Tares, per come si è venuto configurando, non appare garantito». Anche questa pare una buona notizia dato che l'introduzione del sistema Tares (ovvero il ritorno ad una tassa) per sostituire quello mai pienamente varato della Tia (una tariffa), si è dimostrato inadeguato prima ancora di essere applicato.

Nell'illustrare le linee programmatiche alla Commissione Ambiente della Camera, il ministro ha anche aggiunto che «occorre agire sull'altra grande emergenza, che pure rappresenta un'opzione strategica: la prevenzione, il riciclo e il riuso. Occorre concludere l'iter di elaborazione e approvazione del Piano Nazionale per la gestione integrata dei rifiuti che, semplificando la normativa di settore, sostenga la transizione da un sistema industriale a monte (discariche, inceneritori) a uno a valle per costruire le filiere di recupero e riuso delle risorse, verso la prospettiva dei 'rifiuti zero'». Dichiarazioni queste che aspettiamo siano meglio approfondite dal ministro - dato che il sistema industriale andrebbe creato davvero a monte dello smaltimento, con il sostegno alle iniziative industriali di riciclo dei materiali postconsumo e incentivi al mercato dei riprodotti - e che scontano qualche confusione iniziale, come quella che nelle dichiarazioni del ministro colloca discariche e inceneritori a monte (anziché a valle) del sistema industriale.

Ci auguriamo dunque che il ministro non cada nella facile tentazione della semplificazione, anche comunicativa, e che pure sul tema dell'efficiente utilizzo delle risorse sappia meritarsi quel plauso che gli tributano le associazioni ambientaliste.

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