[22/05/2013] News toscana

Piana, Legambiente: «Puntare su Parco agricolo piuttosto che attardarci su nuovo aeroporto»

Legambiente Toscana in occasione delle consultazioni delle Commissioni VI e VII del Consiglio regionale, in merito alla proposta di deliberazione N.334 "Adozione dell'integrazione al Pit per la definizione del Parco agricolo della Piana e per la qualificazione dell'aeroporto di Firenze", è tornata a ribadire la sua posizione sull'aeroporto e sulle funzioni da insediare nella Piana fiorentina.

«E' bene dichiarare subito qual è, a nostro modo di vedere, il cuore del problema e il nostro punto di vista, nient'affatto neutrale-  ha dichiarato il presidente Fausto Ferruzza (Nella foto)- E cioè che la vicenda è stata per troppo tempo "inquinata" da considerazioni meramente tecniche. In particolare, dal tema dell'orientamento della pista fiorentina (status zero, ipotesi 09/27, ipotesi 12/30, etc.). In altri termini, ci si è concentrati sull'infrastruttura in quanto tale, perdendo fatalmente di vista il sistema di valori dal quale far sgorgare la decisione politica. Quasi che oggi sia indifferente scegliere un modello esclusivamente improntato sulla competitività o scegliere finalmente la via alta della sostenibilità socioeconomica e ambientale».

Legambiente spiega che nella Piana non c'è spazio per due riqualificazioni (aeroporto e parco agricolo) di segno marcatamente opposto. «Perché è chiaro che quando si asserisce che il polo aeroportuale toscano può diventare il terzo per volume di traffico su scala nazionale, e che la sfida vera è accaparrarsi i fondi di provenienza statale e comunitaria, si ha in mente una Toscana e un orizzonte internazionale, il cui metro di giudizio è la mera competizione- ha aggiunto Ferruzza- Ma su questo altare, la Regione rischia d'immolare irrimediabilmente la più importante pianificazione ecologica di scala metropolitana che abbia partorito con pieno merito, in questi anni: il Parco della Piana». L'associazione ambientalista ha spiegato che le giustificazioni tecniche e gli approfondimenti a corredo della proposta di delibera presentata dalla Regione non la convincono.

«Gli studi di Arpat sono, infatti, il frutto di modelli di calcolo teorici, non essendo basati su alcuna piattaforma di piano industriale (ad esempio: quanti e quali voli?). Ciò non consente alcuna valutazione d'impatto ambientale tale da definire con ragionevole certezza il quadro e i limiti ammissibili di sostenibilità entro i quali operare».

Legambiente non si accontenta di qualche puntuale compensazione ambientale e non accetta di vedersi affibbiato il ruolo di rallentatrice di processi storici ineluttabili. «Perché non siamo contro gli aeroporti, bensì per un riequilibrio armonico tra ragioni socioeconomiche e istanze ambientali, in una logica di sistema. Dunque, Firenze, a nostro avviso, dovrebbe rinunciare definitivamente al potenziamento del suo scalo, ragionando in termini di capacità di carico sul proprio territorio e in una logica di rete interregionale FI-BO-PI. Questo scenario le permetterebbe finalmente di rendere più sicuro lo scalo di Peretola e, soprattutto, di salvare il Parco della Piana» ha concluso Ferruzza. Per Legambiente il parco rappresenta un grande contenitore di biodiversità, dove sono presenti un prezioso reticolo di aree umide interne, agricoltura qualitativa a km zero, emergenze architettoniche e culturali. Un'area dove tra l'altro è possibile sviluppare un sistema integrato di mobilità dolce (il Tram Treno della Piana!) e dove sono presenti qualificati centri di ricerca universitari. Insomma un'area dove possono coesistere funzioni per uno sviluppo sostenibile.

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