[22/05/2013] News

Staminali embrionali umane per clonazione: le prospettive reali di un grande successo scientifico

«Cellule staminali embrionali umane ottenute per clonazione. Finalmente». Così, qualche giorno
fa, titolava la rivista scientifica Nature l'articolo con cui commentava il risultato ottenuto
da Shoukhrat Mitalipov, un biologo americano dell'Oregon National Primate Research Center di
Beaverton, e dal suo gruppo di lavoro.

In pratica il team di ricerca americano ha ottenuto
cellule staminali embrionali umane con la tecnica del «trasferimento di nucleo», analoga (ma non
omologa) a quella che nel 1996 consentì di dare la vita alla pecora più famosa del mondo, Dolly.

Mitalipov e i suoi hanno preso un oocita umano, la cellula uovo di una donna, le hanno
tolto il nucleo (che contiene il Dna) e lo hanno, per così dire, sostituito con il nucleo a sua volta
prelevato da cellule della pelle di un feto e di un bambino di otto mesi. La tecnica si chiama,
appunto, clonazione per trasferimento di nucleo. L'oocita con il nuovo nucleo è stato messo in una
speciale coltura e ha iniziato a svilupparsi, dividendosi, fino allo stadio di blastocisti.


Mitalipov e i suoi hanno pubblicato i risultati dettagliati della loro ricerca lo scorso 16 maggio
sulla rivista Cell. Facendo parlare di sé il mondo intero. Quello attento agli aspetti
scientifici e quello attento agli aspetti etici (i due mondi sono largamente sovrapponibili).

La
novità scientifica non è la creazione di cellule staminali embrionali umane. Esistono diverse tecniche
che da tempo consentono di ottenere risultati simili. Lo scorso ottobre, per esempio, Shinya
Yamanaka è stato insignito del premio Nobel per aver prodotto cellule staminali embrionali umane
"indotte", con una tecnica di "riprogrammazione genetica". In pratica, per essere riuscito a
"convincere" cellule adulte differenziate a ritornare "bambine", in una condizione indifferenziata
simile a quelle delle staminali embrionali.

La novità scientifica di Mitalipov non consiste
neppure nella creazione di cellule staminali embrionali umane con la tecnica del "trasferimento di
nucleo", ovvero per clonazione. Un risultato simile, scientificamente validato, era stato ottenuto già 9
anni fa dal coreano Hwang Woo-Suk. La cui ricerca è stata poi screditata per il fatto che Hwang ha
manipolato i dati, facendo figurare una efficienza della tecnica diversa da quella reale. Ma ciò non
toglie che Hwang avesse ottenuto staminali embrionali umane per clonazione.

Un risultato
niente affatto scontato. Se, infatti, dopo Dolly gruppi di ricerca di tutto il mondo sono riusciti a
clonare con una certa facilità molti mammiferi: topi, mucche, maiali oltre che pecore, hanno trovato
molte difficoltà a clonare, fermandosi allo stadio di blastocisti, cellule umane.

Il grande
successo scientifico di Mitalipov e dei suoi collaboratori, dunque, è questo: aver individuato la tecnica
giusta per riuscire a clonare anche cellule umane. Finalmente, come titola Nature. E,
inoltre, per aver ottenuto linee stabili di staminali embrionali. In altri termini, in Oregon hanno messo
su una sorgente cui è possibile attingere "cellule bambine".

Mitalipov e i suoi colleghi
hanno, dunque, aperto un'altra strada  per lo studio delle cellule staminali embrionali umane. Uno
studio importante per due ragioni. Una riguarda la conoscenza in sé: conoscere i meccanismi fini che
portano le staminali embrionali a differenziarsi nei 200 e più tipi di cellule dell'organismo umano è
essenziale per la comprensione dell'ontogenesi, ovvero per lo sviluppo che porta un uovo fecondato
a diventare un individuo. La seconda è una "ragion pratica", anche se di lungo periodo. Le cellule
staminali embrionali potranno forse avere un ruolo nella cura di molte malattie, degenerative e non.

Ma il lavoro di Mitalipov ha anche implicazioni etiche. Di cui si è molto discusso in questi
giorni. Le principali sono due, anche se sulla carta sembrano avere segni opposti. La prima
implicazione è aver aperto, appunto, un'altra fonte di staminali embrionali umane. In passato queste
cellule potevano essere ottenute solo prelevandole da embrioni. Ma il prelievo comportava la perdita
dell'embrione. E poiché alcuni gruppi - per esempio, la Chiesa cattolica - ritengono l'embrione una
persona, con tutti i diritti di una persona, ecco che, per questi gruppi, la produzione di staminali
embrionali umane deve essere proibita.

Le nuove tecniche che, come quella di Mitalipov,
consentono di evitare la morte di embrioni, dunque, risolvono questo problema. 

Ma c'è un
secondo aspetto che molti sollevano. Con la possibilità di clonare cellule umane e ottenere staminali
embrionali diventerebbe possibile la "clonazione riproduttiva". Ovvero far nascere un individuo per
clonazione. Una prospettiva unanimemente giudicata eticamente inaccettabile.

Va detto,
tuttavia, che questa prospettiva è esclusa da tutti i gruppi di ricerca al mondo. Che sono interessati
alla "clonazione terapeutica", ovvero solo a ottenere una nuova fonte di cellule per lo studio e per la
cura. Ecco perché il lavoro del gruppo di ricerca dell'Oregon va salutato come un nuovo passo avanti
verso la conoscenza e in alcun modo avvertito come una nuova spada di Damocle sulla testa
dell'umanità.

Torna all'archivio