[20/05/2013] News

Rapporto animali in cittą: ennesima immagine in chiaroscuro del nostro Paese

Di questi tempi parlare della necessità di migliorare la tutela dei cani e gatti nel nostro Paese, può anche far arrabbiare visto come sono trattate le persone. La crisi ha ridotto a brandelli il tessuto sociale e peggiorato di molto anche i rapporti tra le persone. Che spesso trovano però un aiuto almeno psicologico dal rapporto con gli animali, migliore di quello che ottengono da propri "simili". E' un dato di fatto, certamente preoccupante e per certi versi deprimente, ma non lo si può ignorare.

Interessante quindi capire come vengono trattati questi animali verso i quali sembra che l'attenzione ci sia, ma che si potrebbe fare di più e meglio. Questa almeno l'estrema sintesi di quanto emerso dal "Rapporto Animali in città", seconda edizione dell'indagine di Legambiente dedicata ai servizi e alle attività dei comuni capoluogo di provincia, per la tutela e la gestione degli animali. Dall'indagine,  realizzata attraverso un questionario inviato a 104 Amministrazioni comunali e a cui hanno risposto 87 Comuni, circa l'83,6%, emerge infatti un quadro di luci e ombre: su 87 capoluoghi di provincia presi in esame, il 75,8% conosce il numero dei cani iscritti nel 2011 all'anagrafe canina, mentre il 55,1% ha censito le strutture dedicate agli animali d'affezione e dispone sul territorio di strutture per ospitare cani vaganti. Il 65,5% dei capoluoghi ha poi un piano di tutela e controllo delle colonie feline ed il 68,9% consente ai cittadini di viaggiare sui mezzi pubblici con i propri animali. Pochi invece i comuni che realizzano campagne d'informazione sull'anagrafe canina e attività di promozione della microchippatura, fondamentali per ridurre significativamente il rischio di abbandono e calibrare al meglio i servizi offerti sulla base del numero degli animali presenti in città. Solo il 43,6% ha realizzato nel 2011 campagne d'informazione sull'anagrafe canina e il 48,2% ha promosso attività di microchippatura. Inoltre solo il 45,9% dei comuni ha un apposito nucleo di polizia municipale per la vigilanza della corretta gestione degli animali in città e scarsa è la conoscenza della biodiversità animale in città: solo il 26,4% la conosce e può quindi gestire al meglio aree verdi urbane e prevenire zoonosi e/o conflitti con altre attività cittadine.

«Anche in questa seconda edizione di Animali in città, non abbiamo stilato una classifica dei comuni, ma abbiamo individuato le Amministrazioni che offrono ai cittadini e ai loro fedeli amici servizi di qualità e posto in evidenza le esperienze più strutturate che possono essere da esempio per altri municipi - ha dichiarato Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e Benessere animale Legambiente - Particolarmente interessante al riguardo è l'esperienza del Presidio Ospedaliero Veterinario dell'Asl Napoli 1 che offre un'importante chiave di lettura per ripensare e potenziare le strutture in questione in un rafforzato spirito di collaborazione e cooperazione tra Amministrazioni pubbliche». Il Presidio ospedaliero veterinario (Pov), operante sul territorio dei comuni di Napoli, Portici, Capri e Anacapri,  fornisce un servizio h24 di pronto soccorso per tutte le specie sinantrope (cani, gatti, avifauna, ecc.) senza padrone, fornendo anche il ricovero in degenza, e sviluppando programmi di educazione sanitaria sul corretto rapporto uomo/animale/ambiente rivolti alla varie fasce di età. Contestualmente presso l'Ospedale veterinario ha sede operativa il Criuv (Centro di riferimento regionale per l'igiene urbana veterinaria), articolato in tre aree operative: 1) attività sanitarie di elevata specialità di supporto alle AA.SS.LL. per gli animali senza padrone; 2) benessere animale ed epidemiologia applicata al sinantropismo; 3) formazione, informazione e ricerca applicata. Altri esempi virtuosi nella tutela degli animali domestici sono quelli di Genova per il piano di tutela e gestione delle colonie feline, Parma per il quadro conoscitivo sugli animali d'affezione e i servizi al riguardo, Prato per la conoscenza della biodiversità animale in città e i servizi offerti, Pordenone per le esperienze di formazione cinofila rivolte ai cittadini. Legambiente ha informato che per una lettura di dettaglio e per il confronto dei dati ricevuti, quest'anno i capoluoghi di provincia, ai quali è stato inviato il questionario, sono stati suddivisi in tre gruppi: 15 grandi città con più 200mila abitanti, 44 medie città con popolazione tra 80mila e 200mila abitanti e 45 piccole città con meno di 80mila abitanti. Al questionario hanno risposto 13 grandi città, 38 medie città e 36 piccole città. Al di là dei vari distinguo le criticità riguardano in particolare la conoscenza della biodiversità presente in città, la microchippatura e campagne d'informazione sull'anagrafe canina.

«Biodiversità e anagrafe animale sono due elementi chiave nella tutela e gestione degli animali in città-  ha aggiunto Morabito - Se ad esempio le Amministrazioni raccogliessero dei dati specifici sulla biodiversità in città, potrebbero ottimizzare spesa e qualità dei servizi per tutelarla e valorizzarla e soprattutto prevenire zoonosi e conflitti con altre attività. Invece per quanto riguarda l'anagrafe animale, con il crescere delle specie "inusuali" che abitano le case degli italiani, sottolineiamo l'urgenza di arrivare presto all'anagrafe obbligatoria per ogni specie animale da compagnia, al fine di consentire il monitoraggio sanitario dei nuovi ospiti delle città e, soprattutto, ridurre il rischio crescente di abbandoni di iguane, pitoni, testuggini e tante altre specie animali i cui proprietari, oggi non rintracciabili, abbandonano insieme agli animali anche la conseguente ricaduta di importante costo economico per cura e gestione di tali animali ritrovati a carico dell'intera collettività». Altro aspetto interessante emerso dal rapporto, riguarda le strutture comunali che ospitano cani vaganti sul territorio. Risulta una maggiore attenzione da parte delle città medie, che superano le grandi e le piccole città. Tra le 38 città medie prese in esame, l'81,5% ha, infatti, dichiarato di avere strutture per ospitare cani vaganti. Invece tra i 13 grandi capoluoghi di provincia, il 61,5% ha strutture che ospitano cani randagi; mentre tra i 36 piccoli capoluoghi di provincia, il 69,4% ha detto di avere tali strutture. Una nota positiva emerge dal rapporto tra animali e mezzi pubblici almeno nelle grandi e medie amministrazioni. Nelle 13 grandi città prese in esame, l'84,6% dà la possibilità di viaggiare sui mezzi pubblici in compagnia dei propri amici a quattro zampe. In particolare 11 municipi consentono ai passeggeri di autobus urbani di trasportare animali da compagnia, 5 permettono di farli salire sui treni regionali, 5 sulle metropolitane e 2 su altro (mezzi nautici e tram). Bene anche i medi capoluoghi di provincia, dove su 38 Comuni presi in esame, l'81,5% permette di spostarsi sui mezzi pubblici con gli animali domestici. In particolare 31 Amministrazioni consentono di usare l'autobus urbani, 9 i treni regionali, 1 la metropolitana e 4 altro (navigazione sul lago, taxi e funivia). Meno bene  le piccole città, dove su 36 capoluoghi che hanno risposto al questionario, solo la metà permette ai cittadini di viaggiare sui mezzi pubblici in compagnia degli animali domestici.

«Il Rapporto "Animali in Città" evidenzia quelli che sono i punti critici su cui lavorare- ha sottolineato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - Le Amministrazioni  comunali dovrebbero impegnarsi di più nel fornire strutture e servizi di qualità, e soprattutto promuovere campagne d'informazione per diffondere una cultura basata sul rispetto, la cura e il possesso responsabile degli animali da compagnia. Dall'altra parte è indispensabile una maggiore consapevolezza da parte dei proprietari di animali d'affezione sull'importanza di educare e gestire gli amici a quattro zampe nel massimo rispetto dell'ambiente e della pluralità di esigenze della Comunità».

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