[15/05/2013] News

Le prioritą del ministro dell'Ambiente Orlando: «Consumo di suolo, acqua e reati ambientali»

Cogliati Dezza: «Errore pensare di fare cassa vendendo i beni immobili destinati a uso sociale»

Ieri il neo-ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, ha incontrato gli assessori regionali all'ambiente per istituire un piano di collaborazione tra ministero e Regioni sulle principali criticità da affrontare. In un comunicato il ministero sottolinea che si tratta del «Primo di una serie di incontri che il ministro Orlando vuole istituzionalizzare» e che  si è incentrato su tre obiettivi principali: «Limitazione del consumo del suolo tramite la riqualificazione del tessuto urbano, normativa sulla tutela dell'acqua e revisione delle sanzioni in materia di reati ambientali».

Orlando ha spiegato che «I tre obiettivi oggetto della relazione che presenterò alle commissioni di Camera e Senato rappresentano le priorità per il lavoro che ci attende nel prossimo futuro. Per quanto concerne la limitazione del consumo del suolo, abbiamo concordato con gli assessori regionali  di proseguire un percorso già avviato nella passata legislatura in accordo con il ministero delle Politiche agricole; si basa sulla riqualificazione degli edifici già esistenti, piuttosto che sull'ulteriore espansione urbana a discapito dell'ambiente. Il secondo punto verte sulla normativa in materia di tutela dell'acqua che è un patrimonio comune, come peraltro ribadito dal referendum sul quale si sono pronunciati i cittadini italiani.

Terzo obiettivo è effettuare un'accurata revisione delle sanzioni in materia di reati contro l'ambiente.
Sul capitolo risorse, c'è stata la massima condivisione con gli assessori regionali sulla necessità, di fronte ai fondi limitati a disposizione, di impegnarci per far sì che il governo ottenga una ridefinizione dei fondi comunitari che avranno avvio dal 2014. A questa azione va aggiunta una rimodulazione del patto di stabilità che liberi risorse per assicurare la tutela del territorio. Infine ritengo importante sul piano pratico che simbolico che si destini almeno una parte dei proventi della criminalità, recuperati dallo Stato, al ripristino del territorio impoverito dalle organizzazioni criminali». Un impegno nel complesso gravoso, che se vorrà essere giusto e al contempo efficace nella lotta e la revisione dei reati ambientali dovrà necessariamente assumersi la responsabilità di promuovere una produzione normativa più chiara e snella possibile in materia.

A Legambiente sono piaciute le dichiarazioni del ministro. Secondo il presidente nazionale del Cigno Verde, Vittorio Cogliati Dezza, «Le parole di Orlando ci trovano decisamente concordi. Per il futuro del nostro paese è fondamentale affrontare il tema del consumo di suolo nei termini di una sua decisa limitazione prevedendo il recupero e ripristino qualitativo delle aree abbandonate o degradate e del patrimonio edilizio esistente, ma anche - sottolinea Cogliati Dezza - nei termini di controllo e contrasto del dissesto idrogeologico che ogni anno colpisce il paese con gravi danni e tragedie. Giusto anche riconoscere piena legittimità delle indicazioni emerse dal referendum sull'acqua, bene comune da salvaguardare e tutelare ma, soprattutto, ben venga l'impegno dichiarato dal neo ministro di rivedere la questione dei reati ambientali. L'introduzione dei crimini contro l'ambiente nel codice penale non è, infatti, ulteriormente rinviabile. Rispetto al tema dei beni confiscati (alla criminalità organizzata) e al risanamento ambientale affrontati poi da Orlando, Legambiente sottolinea l'importanza di destinare i beni immobili ad uso sociale. Finalizzare al risanamento ambientale i proventi della vendita di beni mobili (dalle autovetture ai tir)  confiscati all'ecomafia, è una buona idea. Ma è un errore, invece, pensare di fare cassa vendendo i beni immobili, dai terreni alle case, che vanno destinati a uso sociale, come prevede la legge 109/96. Il ministro dell'Ambiente faccia chiarezza al riguardo, per evitare interpretazioni fuorvianti».

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