[13/05/2013] News

Politiche ambientali contro la crisi, gli Ecodem provano a dettare l'agenda

Rilanciare l'occupazione e la ripresa economica attraverso proposte ad alta intensità di lavoro. Questo il senso del documento programmatico "l'Ambiente al Centro" elaborato dai deputati Ecodem (primi firmatari Alessandro Bratti, Susanna Cenni e Raffaella Mariani) e firmato da 70 deputati Pd, che domani verrà consegnato al capogruppo Roberto Speranza.

Tra le priorità contenute nel documento la riqualificazione energetica degli edifici, a partire da quelli pubblici; un'efficiente rete di distribuzione idrica ed elettrica; un moderno piano di sicurezza del territorio contro il rischio idrogeologico e per contrastare i mutamenti climatici; un programma di ottimizzazione nell'utilizzo delle materie prime e dei processi di distribuzione accorciando le filiere, soprattutto agricole; una gestione integrata dei rifiuti che preveda il massimo recupero delle risorse; strategie ed azioni mirate per ridurre al minimo lo spreco della carta, in ogni settore; nuove politiche di mobilità sostenibile ed integrata che preveda lo sviluppo del trasporto sul ferro e di mezzi meno impattanti ed inquinanti; un piano energetico industriale basato sull'efficienza energetica, le fonti rinnovabili ed incentivi concertati sia a livello locale che comunitario; la promozione della banda larga nelle aree rurali, agricole e marginali.

«Chiediamo che da subito alcuni punti fondamentali siano affrontati per realizzare un nuovo sistema di sviluppo sostenibile - è sottolineato nel documento dei parlamentari Ecodem - la semplificazione del quadro legislativo e delle competenze in materia ambientale nei vari livelli amministrativi, un'adeguata politica di incentivi, la stabilizzazione del 55 per cento per l'efficienza energetica nel settore edilizio. Incentivi fiscali, la ‘liberazione' dai vincoli del Patto di stabilità per tutti gli investimenti ‘sostenibili' dei Comuni, un controllo ambientale efficace come garanzia di qualità, una ricerca avanzata che consenta un'innovazione continua nei processi produttivi e infine un punto politico trasversale a tutti i settori: il rispetto della legalità attraverso una capillare lotta alla corruzione e l'introduzione dei reati ambientali nel codice penale».

E poi ancora la necessità di definire una "legge quadro urbanistica" che ponga dei limiti al consumo di suolo in tutto il Paese, l'individuazione di strumenti di fiscalità ambientale, la riqualificazione dei siti industriali... I temi riconducibili all'ampio comparto della green economy non mancano, e davvero mettendoli in pratica, lo sviluppo economico e occupazionale potrebbe essere coniugato con la tutela e la valorizzazione dei beni comuni come l'acqua, il territorio, l'aria. Purtroppo al di là della buona intenzione di tutti i parlamentari che hanno proposto o sottoscritto il documento, il Pd allo stato attuale e lo stesso governo Letta non ci sembrano in grado di cambiare direzione e imprimere quella decisiva svolta politica e programmatica auspicata che sarebbe necessaria. Tuttavia, il gioco di parole è facile in questo caso: la Speranza è l'ultima a morire.

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