[09/05/2013] News

La Fao prevede una produzione cerealicola record, ma non mancano i paradossi

Mentre in molte aree del mondo la popolazione ha fame, le scorte cerealicole mondiali sono stimate in 505 milioni di tonnellate

Secondo le prime stime della Fao, pubblicate oggi nel Bollettino mensile sull'Offerta e Domanda di Cereali, nel 2013, «Vi sarà una forte crescita della produzione mondiale di grano, di cereali secondari e di riso.  Se vi saranno condizioni atmosferiche più regolari che nel 2012, la produzione mondiale di grano nel 2013 dovrebbe raggiungere i 695 milioni di tonnellate, un incremento del 5,4% rispetto allo scorso anno e solo 6 milioni di tonnellate al di sotto del livello record raggiunto nel 2011. Per i cereali secondari si prevede un nuovo record, con una produzione che dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.266 milioni di tonnellate - una crescita del 9,3 % rispetto al precedente record di 1.167 milioni di tonnellate registrato nel 2011.  Su questo totale, il mais farà la parte del leone con circa 960 milioni di tonnellate, circa il 10% in più rispetto al 2012. La maggior parte dell'aumento si registrerà negli Stati Uniti, il più grande produttore al mondo, dove si prevede le semine di mais raggiungeranno il livello più alto dal 1936. Anche il ritorno alla normalità dopo i periodi di siccità nei maggiori paesi produttori della Csi (Comunità degli Stati indipendenti - ex Urss, ndr) dovrebbe contribuire alla prevista produzione record».

Secondo una prima stima della Fao, ancora preliminare, «La produzione di riso nella prossima stagione 2013 dovrebbe aumentare e raggiungere i 497,7 milioni di tonnellate, 16 milioni di tonnellate in più rispetto al 2012, con aumenti particolarmente rilevanti in India e Indonesia».

Ma nonostante questi aumenti record della produzione, per il 2012/2013 la Fao prevede «Una stagnazione nell'utilizzo mondiale di cereali, da attribuirsi alla crescita dei prezzi dei cereali e all'incerta domanda di etanolo. L'utilizzo globale di cereali è adesso previsto intorno ai 2.332 milioni di tonnellate, dato sostanzialmente invariato rispetto al livello del 2011/12».

Mentre in molte aree del mondo la popolazione ha fame e/o gravi problemi di denutrizione «Le scorte cerealicole mondiali alla fine della stagione 2013 sono stimate intorno a 505 milioni di tonnellate, un aumento dell'1% (5 milioni di tonnellate) rispetto alle proiezioni precedenti, ma 3% (16 milioni di tonnellate) al di sotto del loro livello di apertura». Eppure la Fao dice che ci sarà «Un brusco calo del commercio mondiale di cereali, che dovrebbe coinvolgere tutti i principali cereali. Attestandosi a 304.4 milioni di tonnellate, sarebbe quasi 1 milione di tonnellate superiore alle previsioni del mese scorso, ma ancora circa il 4% (13 milioni di tonnellate) in meno rispetto al 2011/12».

Inoltre c'è un altro fenomeno che contraddice la (normale) legge della domanda e dell'offerta: nonostante l'abbondanza di cereali, l'Indice dei prezzi alimentari Fao è in aumento per il secondo mese consecutivo: ad aprile è aumentato dell'1%, cioè di due punti. L'agenzia per il cibo e l'agricoltura dell'Onu sottolinea che «Come in marzo, l'incremento del mese scorso è stato trainato quasi esclusivamente dal forte aumento dei prezzi lattiero-caseari. I prezzi della maggior parte delle altre materie prime alimentari sono invece diminuiti. Attestandosi a 215,5 punti, l'Indice Fao è stato anche l'1% più alto rispetto all'aprile 2012.  Attualmente, è il 9% più basso rispetto al picco registrato nel febbraio 2011».

Infatti ad aprile l'Indice Fao dei prezzi lattiero-caseari ha registrato una media di 259 punti, rispetto a marzo: «Un aumento di quasi 34 punti (14,9%), e la seconda più grande variazione mensile mai registrata. La causa principale è stata il brusco calo della produzione di latte in Nuova Zelanda, il più grande esportatore di prodotti lattiero-caseari del mondo».

Invece, l'Indice Fao dei prezzi cerealicoli ha registrato una media di 235 punti, 10 punti in meno (4,1%) rispetto a marzo, ma quasi 11 punti in più (4,9%) rispetto all'aprile 2012.

L'Indice Fao dei prezzi dei grassi e dei semi oleosi ha registrato in aprile una media di 199 punti, un calo di 2 punti (1,5%) rispetto a marzo. La Fao spiega che «L'indebolimento dei prezzi dell'energia e le persistenti preoccupazioni circa l'andamento dell'economia globale hanno continuato a pesare su tutti gli oli vegetali nel loro complesso».

L'Indice Fao dei prezzi delle carni ha registrato una media di 179 punti, un livello che si è mantenuto costante sin dalla seconda metà del 2012, oscillando tra i 177 e i 179 punti. Nonostante questo, i prezzi della carne nel loro insieme rimangono alti rispetto ai loro standard storici. Ad aprile l'Indice Fao dei prezzi dello zucchero ha registrato una media di 253 punti, un calo di oltre 9 punti (3,6%), rispetto a marzo.

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