[07/05/2013] News

Il Niger vuole rivedere i regolamenti minerari e petroliferi. Tempi duri per Areva e company?

Le entrate divise anche con le regioni. Un passo avanti per risolvere il conflitto con i tuareg

Il governo del Niger ha proposto all'Assemblée nationale la modific della legge mineraria e del codice petrolifero, integrando le regioni e le collectivités territoriales nella «Ripartizione delle entrate minerarie e petrolifere».

Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione in un Paese che è praticamente una colonia uranifera del gigante statale del nucleare francese e dove le grandi multinazionali, ultimi arrivati i cinesi, stanno dividendosi le ricchissime risorse minerarie di un Paese poverissimo e puntano a mettere le mani sopra agli ancora in gran parte inesplorati giacimenti sahariani di petrolio e gas.

Per Areva e company si annunciano tempi più duri, o meno finanziariamente facili, di quelli a cui erano abituate le multinazionali in Niger. Ma paradossalmente queste misure del governo di Niamey potrebbero favorire lo sfruttamento delle risorse minerarie disinnescando la ribellione tuareg, più autonomista che indipendentista rispetto al confinante Mali (conflitto etnico prima e religioso poi del quale il Niger è stato comunque retroguardia avanzata), visto che i tuareg nigerini puntano da sempre a ricevere gli indennizzi e parte delle entrate derivanti dallo sfruttamento delle gigantesche miniere di uranio da parte dei francesi che lasciano nei loro territori solo devastazione, contaminazione radioattiva di suolo, acqua ed aria e malattie.

Infatti, le leggi esistenti, scritte sotto dettatura di Areva da parte dei vari regimi golpisti ed autoritari che hanno governato fino ad or il Niger,  escludono le regioni dalla ripartizione del 15% delle entrate minerarie e petrolifere previste per il  finanziamento dello sviluppo locale. 

Un comunicato del Consiglio dei ministri del Niger spiega che «Le regioni partecipano allo stesso titolo dei comuni allo sviluppo economico,. Sociale e culturale, così come stipula il Codice generale delle Collectivités territoriales che ha previsto, a titolo delle sue principali entrate, le royalties minerarie e petrolifere. E' quindi per permettere alle regioni, in quanto comunità territoriali, di beneficiare di queste entrate che il governo ha proposto la revisione di queste due leggi».

Il governo centrale di Niamey ha anche proposto al Parlamento un nuovo progetto di legge che «Si basa sulla raffinazione, l'importazione, il transito e la riesportazione, lo stoccaggio e il trasporto massiccio, la distribuzione e la commercializzazione degli idrocarburi e dei prodotti derivati, al fine di permettere questa stessa ripartizione della "taxe intérieure" percepita sui prodotti petroliferi».

Anche in questo caso sembra un primo passo per liberarsi dal soffocante abbraccio delle multinazionali petrolifere che estraggono il greggio  e poi lo rivendono come prodotti raffinati a prezzi troppo alti per i Paesi produttori ma che non hanno industrie di trasformazione degli idrocarburi, creando l'ennesimo paradosso africano (e non solo) di Paesi ricchi di petrolio dove scarseggia il carburante, oppure è di pessima qualità.

Torna all'archivio