[03/05/2013] News

Riscaldamento e raffrescamento con fonti rinnovabili: un'agenda strategica per la ricerca e l'innovazione

Quasi la metà dell'energia consumata nell'Unione Europea serve a riscaldare e raffrescare gli edifici e questo consumo viene coperto per la maggior parte da fonti fossili, generando una quota importante di emissioni inquinanti.

Ora l'Europa vuole puntare sulle rinnovabili anche per climatizzare gli ambienti e per avviare questo percorso la Conferenza Europea sul Riscaldamento e Raffrescamento da Fonti Rinnovabili ha prodotto un risultato che si preannuncia molto utile. 

Una vera e propria Agenda, strategica per la ricerca e l'innovazione sui sistemi rinnovabili di riscaldamento e raffrescamento, in cui si identificano i progetti e le sperimentazioni da proporre per il prossimo programma quadro UE per la ricerca e l'innovazione "Horizon 2020".

L'Agenda è stata accolta con favore da Marie Donnelly, direttore della DG Energia (Nella foto), che l'ha definita una «pubblicazione eccellente» e «un importante strumento di sostegno» alla Commissione Europea per il lavoro di preparazione della prossima conferenza di settore che si terrà a maggio. La Donnelly ha inoltre rilevato «la necessità di un approccio olistico nel settore dell'energia e che il riscaldamento e il raffrescamento è una chiave strategica per il settore».

L'Agenda era uno degli obiettivi della Conferenza, organizzata dalla Piattaforma Tecnologica Europea per il Riscaldamento e il Raffreddamento da Fonti Rinnovabili (European Technology Platform on Renewable Heating & Cooling ETP RHC), in collaborazione con la Presidenza irlandese del Consiglio dell'Unione Europea e con il patrocinio della Commissione Europea; l'altro obiettivo era discutere sull'attuazione della roadmap.

Dai due giorni di confronto tra i maggiori esperti europei del settore e i rappresentanti dei ministeri dell'energia europei, della Commissione Europea, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia e di importanti centri di ricerca, è emerso un documento che delinea i focus delle attività di ricerca e sviluppo e gli investimenti necessari e detta, quindi, le linee guida sia alla Commissione Europea, sia ai singoli Stati per assegnare finanziamenti ai progetti sull'energia.

Gerhard Stryi-Hipp, Presidente della piattaforma ETP RHC ha sottolineato che «il volume totale delle risorse necessarie per attuare l'Agenda entro il 2020 è stimato in circa 4 miliardi di euro, di cui circa il 60% dovrebbe provenire dall'industria europea e il resto è auspicabile che venga messo in aggiunta dalla Commissione e dagli Stati membri».

All'elaborazione dell'Agenda strategica ha preso parte anche Wolfram Sparber, direttore dell'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC, in qualità di vice presidente della ETP-RCH, nominato in questo ruolo nel corso dell'incontro della piattaforma ETP RHC che si è svolto il 14 ottobre scorso a Bruxelles .

«Partecipare all'elaborazione di questa Agenda -ha dichiarato Sparber- ci ha permesso di conoscere le priorità a livello europeo e di allineare a queste la nostra attività e i progetti di cooperazione con le industrie locali. L'Agenda sottolinea per esempio la necessità di laboratori specifici per testare interi sistemi di riscaldamento e raffrescamento solare e i nuovi laboratori che stiamo pianificando al Parco tecnologico serviranno proprio a questo».

Gli esperti che hanno lavorato al documento sono partiti da un'analisi  della situazione attuale e hanno stimato come e in quali tecnologie sia necessario investire per aumentare l'utilizzo delle energie rinnovabili e allo stesso tempo per rendere l'impiego di queste tecnologie conveniente sul mercato, sia per chi le produce sia per chi le commercializza.

Il documento considera il sistema di riscaldamento e raffrescamento degli edifici privati, gli impianti per l'industria, oltre alle reti di riscaldamento di interi quartieri cittadini.

In questi ambiti è stato valutato il potenziale della biomassa, della geotermia, dell'energia solare e dei sistemi di teleriscaldamento, accumulo termico e pompe di calore; il ricorso a queste fonti è, infatti, considerato un contributo strategico per  ridurre notevolmente le emissioni di anidride carbonica e allo stesso tempo creare nuovi posti di lavoro e ridurre la dipendenza dall'importazione di fonti fossili.

L'Agenda analizza inoltre la destinazione dei fondi europei del settimo programma quadro per la ricerca, sottolineando il fatto circa il 69 % sono stati assegnati al nucleare, mentre solo per il 7% a progetti sui sistemi rinnovabili di riscaldamento e raffrescamento.

Proporzioni che non rispecchiano i consumi finali, dato che il  riscaldamento e il raffrescamento assorbono  il 47% dei consumi totali, contro il 21% dell'energia elettrica, che per di più viene fornita solo in piccola parte dall'energia nucleare.
«Questi dati - hanno spiegato Wolfram Sparber e Simon Pezzutto dell'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC- dimostrano come l'Unione stia supportando solo in parte settori che potrebbero dare un contributo decisivo nel raggiungere gli obiettivi di lungo periodo sul clima. Sono settori da cui ci si attende una netta crescita e ora l'Agenda indica in modo chiaro in quale direzione devono andare i finanziamenti per contribuire alla diffusione di queste tecnologie».

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