[30/04/2013] News toscana

Lotta agli sprechi? Iniziamo dal cibo: in Toscana ne buttiamo ogni anno 90 kg per uno

In Italia lo spreco alimentare vale 13 miliardi l'anno, pił dell'Imu e Iva in discussione al governo

L'alba del governo Letta si barcamena tra progetti e promesse che, letteralmente non hanno ancora fatto i conti con l'oste. Al netto dei giudizi sulla bontà delle proposte, la copertura economica per le riforme al momento solo abbozzate rimane dubbia. Stefano Fassina, responsabile economico Pd, è stato molto esplicito chiedendo: «Dove li troviamo 8 miliardi per Imu e Iva?». C'è chi, per rispondere, inneggia giustamente alla lotta agli sprechi. Ma forse non tutti i parlamentari hanno in giusta considerazione alcuni sprechi che, forse più di tutti, gridano vendetta: in Italia, ogni anno 6 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura. Valgono 13 miliardi di euro, quasi il doppio dell'Imu e dell'Iva di cui stiamo discutendo. Nel mentre, nel nostro Paese sono almeno 3 milioni e 600mila i poveri in difficoltà alimentare.

Anche la virtuosa Toscana non sfugge a questa logica. Leonardo Carrai, presidente del Banco alimentare toscano, spiega all'Ansa che «Ogni toscano butta via 90 kg di cibo ogni anno. L'eccedenza e lo spreco alimentare sono ormai una vera emergenza», per uno spreco totale di circa 340 mila tonnellate, dal valore di 3,75 milioni di euro. Sono i numeri contenuti nello studio Dar da mangiare agli affamati - Le eccedenze alimentari come opportunità, che verrà presentato giovedì 2 Maggio alle ore 10 nella sala Auditorium della Cassa di Risparmio di Firenze.

Nell'executive summary dello studio, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con il Politecnico di Milano, è possibile scoprire come «nella filiera agroalimentare italiana la quantità di eccedenza è pari a 6 milioni di tonnellate/anno. Tale quantità rappresenta il 17,4% dei consumi». Una fetta enorme, pari a poco meno di un quinto del totale. «Ad oggi - continua lo studio - gran parte dell'eccedenza alimentare diviene spreco a livello sociale. Secondo la solo in piccola parte destinata all'alimentazione umana (mediante la donazione a food banks ed enti caritativi): la quantità di spreco è 5,5 milioni di tonnellate/anno. Tale quantità rappresenta il 92,5% dell'eccedenza e il 16,0% dei consumi».

Anche nella nostra Regione, la sfida del Banco alimentare consiste nel dimostrare che le eccedenze alimentari possono diventare risorsa sociale, incentivando e amplificando quel circolo virtuoso di intercettazione e recupero dello spreco del cibo per destinarlo ai bisognosi. In Toscana sono già 576 strutture caritative offrono cibo, ogni anno, a circa 100mila persone.

Questo è il ruolo, lodevole e purtroppo necessario, del Banco alimentare. La sfida per la società nel suo complesso, sotto precisi input politici, è un'altra. Moralmente ed economicamente, l'Italia non può permettersi 6 milioni di tonnellate di sprechi alimentari, mentre una fetta crescente dei suoi cittadini è costretta alla fame e la pressione sui territori agricoli mondiali è in costante aumento.

La Toscana Felix, nella sua storia, si è fatta artefice di battaglie che hanno acceso un faro nel mondo per coloro che credono nella dignità della vita umana: una su tutti, quella dell'abolizione della pena di morte. Contribuire allo scandalo dello spreco alimentare con 90 kg procapite l'anno non ci rende affatto onore (e ci ruba risorse). Chiediamo dunque al governo regionale e ai tanti toscani che sono adesso in Parlamento, a partire dal pisano Enrico Letta, di farsi portavoce di questa battaglia: se cerchiamo degli sprechi da aggredire, sappiamo da dove iniziare.

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