[29/04/2013] News

Installatori impianti da rinnovabili, il know how acquisito sul campo non conta?

L’interrogazione parlamentare di Susanna Cenni (PD) a tutela della green economy

Tutelare l'esperienza acquisita sul "campo" nel settore delle rinnovabili anche se non si è in
possesso di un titolo accademico o di un diploma specialistico. Questo, in sintesi, il senso
dell'interrogazione parlamentare proposta da Susanna Cenni (Pd).

«Sono alcune migliaia in
Toscana tra artigiani e professionisti gli interessati che rischiano uno stop alla loro attività. Per
evitare questo rischio e correggere una norma che può produrre effetti pesantissimi, soprattutto in
una fase già drammatica, si chiede al Governo di intervenire. Un provvedimento urgente per rinviare
l'entrata in vigore dell'articolo 15 del Decreto legislativo n.28 del 2011, che limita l'abilitazione di
responsabile tecnico per l'attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili a coloro che hanno
conseguito una laurea, un diploma di scuola secondaria con inserimento in azienda o un titolo di
formazione professionale, senza dare spazio a coloro che hanno maturato negli anni, con lavoro
specializzato e continuativo, una comprovata esperienza professionale sul campo».

A
rispondere a Cenni e agli altri parlamentari che hanno sottoscritto o firmato l'interrogazione (Luigi
Dallai, Luigi Bobba, Ermete Realacci e Dario Nardella) sarà il neo ministro dello Sviluppo economico,
Flavio Zanonato. «La green economy rappresenta un settore strategico per affrontare l'attuale crisi
economica e istituzionale - ha aggiunto Cenni - Occorrerebbe incentivare la riconversione
energetica, l'efficientamento, e sburocratizzare se vogliamo dare un po' di respiro alle imprese e ai
professionisti che operano in questo settore. L'articolo 15 del Decreto legislativo n.28 del 2011,
purtroppo fa altro, predisponendo certo fondamentali criteri per l'accesso alla professione di
responsabile tecnico per l'attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili, che si basano  sul
conseguimento di titoli di studio, ma senza contemplare la possibilità di ottenere tale qualifica con
l'esperienza sul campo, adeguatamente certificata, escludendo di fatto tutti coloro che sino ad oggi
hanno svolto questo lavoro. Confartigianato e Cna si sono già mosse nei giorni scorsi inviando una
lettera all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella quale hanno sottolineato gli effetti
negativi che questa norma potrebbe avere sulle imprese che installano impianti fotovoltaici».


Secondo i parlamentari, l'applicazione della norma  comporterebbe una riduzione della
concorrenza nel mercato determinando il sorgere o il consolidarsi di posizioni dominanti, con effetti
molto negativi per le 70 mila imprese del settore attualmente in attività, che andranno incontro a
problemi per l'operatività, i fatturati e i livelli occupazionali.

«Le nuove norme
imporrebbero ad artigiani e imprese tempi e costi pesantissimi, con il rischio di contribuire, in una
fase così delicata, alla possibile cessazione di molte attività, alla perdita di professionalità acquisite e
di numerosi posti di lavoro. Per questo abbiamo ritenuto opportuno chiedere al ministero dello
Sviluppo economico di valutare attentamente le ricadute del provvedimento, lo abbiamo fatto con il
quesito, ma anche con un appuntamento che ci auguriamo di ottenere appena insediato il nuovo
Governo, chiedendo anche la possibilità di emanare un provvedimento urgente per rinviare l'entrata
in vigore della norma,  evitando l'applicazione di norme a carattere retroattivo che possono ledere il
principio della libera concorrenza», ha concluso Cenni. 

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